Clelia MoscarielloIn merito all'airbus A320 della compagnia Germanwings, che nei giorni scorsi si è schiantato contro il massiccio dei Tre Vescovi, sulle Alpi dell'Alta Provenza, bisogna innanzitutto sottolineare come le norme internazionali di sicurezza antiterrorismo, stabilite dopo l'11 settembre 2001, si siano rivelate, in questo caso, un vero e proprio 'boomerang'. Come al solito, i grandi 'geni' della sicurezza sui voli hanno pensato a tutto, dimenticandosi l'essenziale. Quanto accaduto sulle Alpi francesi poteva infatti essere evitato, prevedendo per esempio la presenza di un terzo componente nella cabina di pilotaggio, il quale avrebbe potuto neutralizzare le folli intenzioni di Andreas Lubitz, il secondo pilota impazzito che ha trascinato con sé verso la morte 150 persone. Come sempre, alle esigenze umane più basilari non ci pensa nessuno. E, per l'ennesima volta, ci troviamo di fronte a una tragedia priva di ogni logica. Onore al merito, dunque, ai colleghi del 'New York Times', Dan Bilesfsky e Nicola Clark, i quali hanno compiuto uno 'scoop' da premio Pulitzer, 'bruciando' le 'prime pagine' di tutti i giornali del mondo grazie alla pubblicazione 'testuale' della registrazione di quanto accaduto nella cabina di pilotaggio dell'aereo nei drammatici minuti che hanno preceduto il clamoroso schianto sulle pareti delle Alpi marittime francesi. Un 'file-audio' ottenuto tramite una 'fonte interna' all'agenzia francese per la sicurezza dell'aviazione civile (Bea), che ha messo la compagnia aerea Lufthansa - da sempre all'avanguardia, a dir il vero, nella controversa questione della sicurezza sugli aerei - con le 'spalle al muro', costringendola ad ammettere di aver concesso l'autorizzazione al volo, con compiti di responsabilità, a un uomo come Lubitz, da tempo segnalato per le sue evidenti problematiche di esaurimento psico-fisico. Questo è ciò che si chiama giornalismo 'vero'. Questa è la funzione che chi intende svolgere questa professione è tenuto a esercitare, al fine di far comprendere al mondo intero come il principale nemico dal quale dovrebbe cominciare a guardarsi sia la sua stessa follia.





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Roberto - Roma - Mail - lunedi 30 marzo 2015 16.56
Tutto molto vero. Non c'è altro da aggiungere, non una parola in più, ne una in meno. Una analisi praticamente perfetta.


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