Vittorio LussanaMatteo Renzi è senz’altro un leader portato per natura alla dialettica. Ma non conoscendo minimamente la dialettica scientifica, egli rischia molto spesso di sfiorare il sofisma. Ciò deriva dal fatto che i suoi punti di vista sono piccolo borghesi. Il piccolo borghese, infatti, tende a coniugare due correnti di pensiero totalmente opposte, in assoluta contraddizione tra loro, che dominano gli interessi pratici a danno delle opinioni scientifiche o della stessa morale. Renzi è la contraddizione personificata: è per questo motivo che ricorda così tanto Silvio Berlusconi. La loro tipologia antropologica risulta abbastanza simile: due uomini di spirito talmente bravi a giocare con le proprie incongruenze da riuscire a elaborarle, a seconda delle circostanze, attraverso affermazioni a prima vista brillanti, ma il più delle volte paradossali. Ciarlatanismo scientifico e accomodamenti politici sono inseparabili, secondo questo punto di vista. Non resta perciò che osservare il solo e unico movente su cui tali contraddizioni si basano: la vanità dell’individuo. Come per tutti i vanitosi, infatti, non si tratta di niente di più che dell’ossessiva ricerca di un effetto momentaneo, del successo del giorno. E si perde quel semplice ‘tatto morale’ in grado di preservare la linea politica generale del Partito democratico da qualsiasi compromesso, soprattutto da quelli di basso profilo. Un socialismo moderno, adatto ai nostri tempi, dovrebbe essere il risultato di un’osservazione complessiva nel merito dell’anarchia che regna incontrastata nella società italiana. Un disorientamento concettuale che ha portato lo stesso Renzi a varare una serie di misure che occultassero, in qualche modo, l’esigenza impellente di un prelievo ‘patrimoniale’ sulle rendite più elevate e che, al contempo, potesse dar modo al Governo di partorire una serie di aiuti in favore dei redditi più bassi. Un soccorso che difficilmente si tradurrà in un aumento sensibile dei consumi, poiché destinato a produrre soprattutto risparmio, oppure a coprire costi ulteriori (multe, bollette, spese impreviste e cose del genere…). Invitiamo pertanto osservatori e colleghi a fare molta attenzione nel decifrare questo ‘passaggio’ di politica economica: Renzi non propone affatto delle autentiche riforme strutturali sfavorendo o isolando, per esempio, quelle aziende che rifiutano ogni nuova assunzione al fine di rigenerare i nostri mercati interni con l’immissione di soggetti imprenditoriali più ‘sani’, ma semplicemente un centinaio di euro in più nella busta paga delle famiglie più povere. In pratica, l’attuale premier sta cercando di aggirare il ‘nocciolo concertativo’ di numerosi questioni poiché disistima - non totalmente a torto - sia la Cgil, sia la Confindustria: disistima la prima, poiché si tratta di un sindacato che non ha mai compreso, negli ultimi decenni, di doversi aprire a una critica superatrice della mera difesa dell’esistente; disprezza la seconda, in quanto organo di rappresentanza di una categoria che non può più considerarsi “la locomotiva della Storia” se continua a rifiutarsi di assumere addetti a tempo indeterminato, o persegue unicamente lo sfruttamento giovanile, oppure ancora si limita a ragionare nei soli termini di riorganizzazione industriale e di ‘taglio’ del costo del lavoro. Renzi non sta né con la Camusso, né con Squinzi: sta con le famiglie. Ma questa affermazione non significa un bel niente: è il classico gioco di parole puramente dialettico. Come dire: “Io non ‘tengo’ né alla Roma, né alla Lazio, né alla Fiorentina: tifo solamente per la nazionale”. Il suo gergo è una serie continua e ininterrotta di genericità che non approfondiscono alcunché: George Clooney si rovina offrendo il caffè a un’orda di ‘femmine assatanate’; Antonio Banderas ci spiega come cuocere con passionalità ‘sensuale’ una teglia di biscotti; Matteo Renzi ci mostra soavemente come mandare i ceti meno abbienti al supermercato. E’ la più canonica delle contraddizioni: non solo non si sceglie alcun tipo di ‘campo’ nel quale incidere effettivamente all’interno del ciclo ‘produzione/lavoro/consumo’, ma non viene minimamente affrontato il problema dei tantissimi giovani che non riescono a rendersi economicamente indipendenti proprio dalle loro famiglie di origine. Niente si crea e nulla si distrugge: una visione ‘biochimica’ dell’economia, legata a una formula che concede un po’ di fiato ai consumi senza incentivare, né introdurre, nuova occupazione stabile. Una manovra del genere fu tentata all’inizio degli anni ’60 del secolo scorso dal Governo Tambroni, il quale volle giustificare l’appoggio esterno ricevuto in parlamento da monarchici e missini cercando di far credere all’opinione pubblica italiana di essere un esecutivo pragmatico, più socialista dei socialisti. Ma nel caso di Matteo Renzi, purtroppo, viene a mancare anche la giustificazione di metodo: siamo soltanto di fronte al tentativo disperato di una classe politica totalmente ‘figlia’ dell’illusionismo mediatico della seconda Repubblica.


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Cristina - Milano - Mail - domenica 23 marzo 2014 18.28
Nom saprei cosa altro aggiungere che lei non abbia gia' detto. In tutta franchezza vorrei poter dare fiducia a qualcuno di questi "fantocci". Solo per augurarmi che si esca da questo pantano....
Marina - Urbino - Mail - lunedi 17 marzo 2014 0.39
Matteo Renzi: che dire di questo personaggio ? Lo ritengo un gran "parac**o" e non penso proprio che riuscirà a rimediare ai danni dei precedenti colleghi. Ma intanto, la poltrona l'ha avuta !
Massimo - Roma - Mail - domenica 16 marzo 2014 16.46
Condivido pienamente! Aggiungiamo anche che tale "manovra", per certi versi, tende molto al gattopardesco, in poche parole, piccole gocce di antidolorifico, ma il male che genera il sintomo, viene solamente sfiorato. Si viene accontentati con un aumento della paghetta settimanale, ma il sistema sociale, economico, culturale rimane quello.Come dire: ecco, visto, uscite, andate al cinema, magnate, ma fatevi i fatti vostri in merito al sistema politico. Decidiamo noi. Vediamo anche la legge lettorale, che blinda ancor di più il sistema di "non scelta" civile!
Tommaso - Ferrandina (Mt) - Mail - domenica 16 marzo 2014 0.22
Un articolo da vero liberale...


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