Vittorio LussanaPierferdinando Casini sbaglia a pensar male - ‘andreottianamente’ parlando - allorquando mette le ‘mani avanti’ annunciando che il Terzo polo non sarà “un centro di comodo”: in tema di riforme istituzionali, molte sono le idee moderate (sistema elettorale con sbarramento alla tedesca, cancellierato, sfiducia costruttiva e distinzione delle funzioni legislative tra Camera dei deputati e Senato federale) intorno alle quali una gran parte del centrosinistra potrebbe tranquillamente convergere in sede costituente. Si tratta di intuizioni discendenti da quell’antico mondo democristiano che, almeno sino all’inizio degli anni ’90, era frequentato da insigni costituzionalisti quali Leopoldo Elia, Francesco D’Onofrio e altri. Un ambiente che, da almeno 18 anni, siamo tutti qui a chiederci dove diamine sia andato a finire e che, di certo, oggi non può limitarsi a presentare – su questo Berlusconi non ha tutti i torti – un gruppuscolo di aspiranti leader che non chiariscono del tutto, austerity a parte, cosa intendono fare per stimolare una ripresa della crescita economica del Paese. Per quanto estemporaneo, Berlusconi almeno quello che vuole lo dice apertamente: abolire l’Imu, abbassare le tasse, dare fiato alle imprese. Sotto questo profilo, egli ragiona compiutamente sul lato aziendalista dell’offerta, assai poco su quello della domanda, la quale finirebbe col doversi regolare di conseguenza. Insomma, è la consueta ricetta ‘classista’, che tende a mandare avanti la ‘locomotiva’ imprenditoriale, la quale a sua volta dovrebbe trascinare con sé - e non sempre ciò accade, soprattutto qui da noi… - tutti gli altri ‘vagoni sociali’ del Paese, mercato del lavoro compreso. A prescindere dai gusti e dalle distinte sensibilità, la piattaforma ‘berlusconiana’, a suo modo, è chiara, perfettamente inquadrabile nell’alveo di una programmazione di stampo conservatore. La coalizione riformista, per parte sua, nelle sue formulazioni programmatiche sta cercando un sentiero ‘lib-lab’ che garantisca, al contempo, nuove forme di sostegno alla domanda interna e una riforma del welfare in grado di rilanciare i consumi senza squilibrare la spesa pubblica. Dunque, possiamo considerarla una soluzione - o la ricerca di una soluzione… - ‘gradualmente di sinistra’. Nel bel mezzo, si son ‘piazzati’ Monti, Casini, Fini, Montezemolo, Della Valle, Caltagirone e altri i quali, al momento, si limitano a fare campagna acquisti tra grandi tecnici, manager di Stato e burocrazie varie, nella convinzione di poter ricreare - senza lavorare granché sulle fondamenta ‘popolari’ di tale modello - il vecchio sistema di coesione interna della Democrazia cristiana. In buona sostanza, passano i decenni, cadono le prime e seconde Repubbliche, crollano le ideologie e le religioni, soffiano i venti dell’estrema destra, dell’estrema sinistra e dell’antipolitica ma loro, i democristiani, rimangono sempre lì a chiedere di governare, a pretendere il potere. Negli anni ’80 del secolo scorso, ho apprezzato Bettino Craxi e Claudio Martelli proprio per la loro capacità politica di ‘limitare’ i democristiani. Il Paese sembrava finalmente sulla soglia di un cambiamento lento, ma epocale. Purtroppo, la mancanza di un forte Partito socialdemocratico e riformista, da una parte, insieme a un complesso processo di revisionismo ideologico di alcune polverose ricette ‘monetariste’ - e classiste… - dall’altra, hanno finito col mettere in discussione le migliori evoluzioni possibili, rilanciando un moderatismo ancor più vuoto e insulso di quello che lo aveva preceduto. Con Craxi, insomma, a sinistra si sarebbe potuto e dovuto avere un po’ di riguardo: il disegno di mettere la 'sordina' alla voracità democristiana c’era, esisteva. Era solo in attesa che il tempo e i ‘numeri’ predisponessero il sistema verso un’alternativa non puramente ‘periodica’ allo strapotere della Dc. Tutto quel che è accaduto in seguito, compresa una buona parte degli scandali di Tangentopoli, hanno finito col complicare gravemente la situazione, anziché favorire una naturale transizione verso la nascita di un grande ‘Partito delle riforme’ di stampo progressista, laico e laburista. Comunque sia, tornando al tristissimo presente, anche se Berlusconi non gode certamente delle mie simpatie politiche, una serie di ragioni continua a mantenerle. E appare assai più intellegibile, sotto il profilo propagandistico, del moderatismo di Mario Monti, che a questo punto ritengo sia tenuto a spingersi un po' più in là rispetto alle battute in freddo stile ‘british’ circa la ‘statura’ di Renato Brunetta. Questa cosa delle ‘altezze', di Berlusconi e di Brunetta e, in passato, di Fanfani, mi è sempre risultata antipatica. Ci tengo a dirlo, poiché anche il sottoscritto appartiene alla categoria degli uomini ‘medio-piccoli’. Ebbene, voglio precisare, una volta per tutte, che questo genere di persone non solo si rivelano spesso assai più agili e veloci degli altri in tutto quello che fanno, soprattutto rispetto ai ‘lungagnoni’ lenti e scoordinati, o ai corpulenti che ansimano sui 23 scalini di via della Missione, ma il fatto stesso di prenderli in ‘giro’ porta loro una gran ‘fortuna’. Dunque, gradirei che si smettesse con questo genere di 'freddure', poiché si tratta di una cosa ‘bassa’, poco riguardosa: ognuno di noi possiede la costituzione fisica che si ritrova e non ne ha colpa. Farne oggetto di scherno è un’emerita ‘cattiveria’, una caduta di stile: mettetevelo bene in ‘testa’ tutti quanti. Ciò serve solo a dimostrare, ampiamente, il vuoto di contenuti e di idee di cui soffre la politica italiana, a destra, come a sinistra e al centro. Categorie che, evidentemente, caro presidente Monti, anche se in forme alquanto ‘sfumate’, esistono ancora. Eccome.




Direttore responsabile della rivista mensile 'Periodico italiano magazine' e dei siti di approfondimento www.laici.it e www.periodicoitalianomagazine.it

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Anna Maria - Brindisi - Mail - giovedi 10 gennaio 2013 7.27
..."il vuoto di contenuti e di idee di cui soffre la politica italiana, a destra, come a sinistra e al centro"...per me è questa la parola chiave "VUOTO"....con squalidi tentativi di farlo sembrare pieno...non credo che gli Italiani possano ridere... almeno ci voglio credere...grazie!!!!!!
Cristina - Milano - Mail - martedi 8 gennaio 2013 8.12
Caro direttore, lei ormai conosce le mie idee "politiche"... E non posso che condividere ciò che lei scrive!!! Peccato che lei non scenda in "campo" per fare della vera Politica: io mi candiderei al suo fianco!!!
Massimo - Roma - Mail - lunedi 7 gennaio 2013 15.59
Mi chiedo quanto ci sia di 'cristiano' in questi nuovi 'democratici'... mmm... probabilmente la stessa quantità che era presente nei vecchi, comunque sia: cave Bagnasco...
Claudia - Pesaro - Mail - lunedi 7 gennaio 2013 15.40
Sottolineo questo stralcio!!!! Comunque sia, tornando al tristissimo presente, anche se Berlusconi non gode certamente delle mie simpatie politiche, una serie di ragioni continua a mantenerle. E appare assai più intellegibile, sotto il profilo propagandistico, del moderatismo di Mario Monti, che a questo punto ritengo sia tenuto a spingersi un po' più in là rispetto alle battute in freddo stile ‘british’ circa la ‘statura’ di Renato Brunetta. Questa cosa delle ‘altezze', di Berlusconi e di Brunetta e, in passato, di Fanfani, mi è sempre risultata antipatica.


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