Raffaello MorelliIl cardinal Bagnasco ha rimbrottato gli appelli politici a pronunciarsi, perché da anni la Chiesa è stata la sola a denunciare i guasti della società. Bagnasco ha fatto un discorso integralmente religioso. E siccome la Chiesa ha scelto l’impegno forte nel sociale, ha preso atto della oggettiva malattia italiana. Con pronunce inequivocabili: “Rattrista la reciproca, sistematica denigrazione, poiché così è il senso civico a corrompersi”. E poi: “Non è una debolezza esclusiva di una parte soltanto e non riguarda semplicemente i singoli, ma gruppi, strutture, ordinamenti… anche nell’esercizio del reciproco controllo”.  E ancora: “L’Italia ha una missione da compiere. Non deve autodenigrarsi”! Le parole del capo di una rilevante organizzazione religiosa sono significative, purché non si leggano in una dimensione che non è la loro, quella della ‘politica politicante’. Sotto il profilo della convivenza civile non vanno né demonizzate, né esaltate. Credenti e non credenti ne terranno conto nei modi giudicati opportuni, senza farne il fondamento dei ruoli istituzionali. Una Chiesa non è il convitato di pietra della democrazia. Sarebbe un grave errore assumere come guida per le scelte civili i valori di una religione. Talvolta, corrispondono all’esigenza civile di migliorare la convivenza: “E’ sull’impegno a combattere la corruzione, piovra inesausta dai tentacoli mobilissimi, che la politica oggi è chiamata a severo esame”. Altre volte non corrispondono, perché modellati solo sul proprio credo: “Esprimiamo l’auspicio che la legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento possa giungere quanto prima in porto in Senato”. Sarebbe imporre un credo per legge, a danno della costituzionale libertà di scelta del cittadino. Dunque, parte della politica e parte del giornalismo paiono non rendersi conto che affidare alle scelte di una Chiesa la guida del Paese sarebbe come lavorare contro la convivenza pacifica e costruttiva tra cittadini individualmente diversi.




Presidente della Federazione dei Liberali italiani
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ARBOR - MILANO - Mail - venerdi 28 ottobre 2011 17.0
"E’ sull’impegno a combattere la corruzione, piovra inesausta dai tentacoli mobilissimi, che la politica oggi è chiamata a severo esame”.
Sante parole, peccato che quell'esame la Chiesa non l'abbia passato, ma sembra che ci stia ancora studiando, ai tempi dello IOR .


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