Giorgio PrinziFece scalpore l’affermazione del professor Umberto Veronesi sul fatto che lui i bidoni gialli dei rifiuti radioattivi se li sarebbe portati a letto. Sotto il profilo del rischio non aveva torto, perché la radioattività è un fenomeno naturale con cui conviviamo: tutti gli esseri viventi sono radioattivi e se per noi umani si applicassero alla lettera le rigidissime norme italiane, passando a ‘miglior vita’ non dovremmo venire messi in una bara, ma dopo adeguato trattamento magari in un impianto tipo ‘Marcoule’, essere lasciati in uno di quei fusti gialli e avviati presso un sito di stoccaggio di rifiuti radioattivi. La radioattività di ogni persona umana è in media una volta e mezza di quella, superata la quale, i materiali vengono in Italia classificati come rifiuti radioattivi. Sarà perché sono meno prudente del professor Veronesi, magari solo perché ho qualche annetto di meno, ma a letto invece di un bidone giallo preferisco una di quelle procaci bellezze definite ‘atomiche’, pur senza riferimento alcuno al fenomeno della loro radioattività. Perché siamo tutti radioattivi, persino i brutti e le ‘racchie’ e non solo le ‘atomiche’ da schianto? Dipende dai nostri costituenti, tra i quali il potassio, un elemento fondamentale per le funzioni fisiologiche, di cui 120 milligrammi ogni chilo sono costituiti dall’isotopo radioattivo ‘40’ e che all’interno del nostro corpo è responsabile di circa ottomila disintegrazioni al secondo (8 mila becquerel) in radiazioni ‘beta’. Inoltre, a renderci radioattivi contribuisce il carbonio ‘14’, presente in tutti gli alimenti organici che ingeriamo e il trizio, un isotopo radioattivo dell’idrogeno, un componente dell’acqua la cui conta viene utilizzata per datare, per esempio, vini pregiati, in maniera omologa alla più nota datazione col metodo del carbonio ‘14’, adottato per i reperti archeologici. Siamo stati a lungo indecisi se parlarne in un articolo di giornale, perché la psicosi imperante potrebbe spingere le mamme a non dare più banane e altra salutare frutta ricca di potassio ai loro bambini. Poi ci siamo decisi a farlo, perché la radioattività di una banana di 150 grammi contenente in media 525 milligrammi di potassio, comporta un’attività pari a 520 picocurie (19,24 becquerel), che è stata assunta come informale unità di misura, il BED (Banana Equivalent Dose, cioè dose equivalente a una banana) contro le psicosi diffuse dai ‘talebani’ ecoambientalisti. Per esempio, negli Stati Uniti gli immancabili seminatori di paura ingenerarono una psicosi tra gli abitanti dell’area dopo avere diffuso la notizia, a seguito dell’incidente di Three Mile Island del 1979, che nel latte delle mucche della zona erano stati riscontrati 20 picocurie per litro di radioattività. In quel caso, l’unità di misura della “dose equivalente a una banana” funzionò egregiamente. La dose di 20 picocurie equivale a quella di una fettina di banana ipotizzata divisa in 26 parti eguali. L’esempio, almeno negli Stati Uniti d’America, funzionò assai meglio delle dosi ammissibili secondo le tabelle della Food and Drug Administration, che all’epoca fissavano il limite a 12 mila picocurie per litro, oggi ridotti a 4.600. Con un certo provincialismo da ‘Repubblica delle banane radioattive’ proviamo ad applicare il BED all’incidente di Marcoule, avvenuto in forno per il trattamento dei residui a bassa attività, che costituiscono il 90% della massa totale, ma veicolano solo l’1% della radioattività totale. In genere, questo tipo di rifiuti vengono stoccati in centrale e si aspetta qualche anno che la loro radioattività decada per poterli trattare come normali rifiuti, secondo le tipologie tradizionali. Nel contingente si stava riducendo, tramite fusione, il volume di 4 tonnellate di scorie metalliche a bassa attività per complessivi 67 mila becquerel, quindi (67 mila : 4 mila = 16,75 becquerel al chilo). Già, ma il BED assume come riferimento una banana di 150 grammi. Quindi, se una banana viene accreditata di 19.24 becquerel, un chilo di banane ha una attività di 19,24 x (1000/125) = 153,92 becquerel al chilo, quasi 9,2 volte più elevata di quella dei rifiuti correttamente classificati nel rapporto francese come “déchets métalliques de Très Faible Activité” (rottami metallici a molto bassa attività). E come la mettiamo con gli 8 mila becquerel di un individuo ipotizzato di 80 chili di peso, dovuti al solo contributo del potassio ‘40’? Infatti 8 mila : 80 = 100 becquerel al chilo, quindi 100 : 16,75 = 5,97, ovvero quasi sei volte superiore alla attività dei rottami metallici a molto bassa attività in trattamento nell’impianto Centraco (Centre nucléaire de traitement et de conditionnement) di Marcoule. Viene da chiedersi se erano gli operatori a dover essere protetti dal ‘pericolo’ rappresentato dalle scorie, o viceversa. E se poi nel cestino della merenda avessero avuto le pericolosissime banane? Comunque, rispetto le personali scelte del professor Umberto Veronesi, ma continuo a preferire di condividere il mio letto con una procace e ‘calda’ bellezza ‘atomica’, piuttosto che con un freddo bidone giallo. Forse, a tal punto, è il caso di ricapitolare quanto avvenuto nel forno per fondere rottami metallici di Marcoule, che hanno fatto gridare ai soliti oscurantisti cacciatori di streghe al grave pericolo del nucleare tanto da chiedere l’abbandono a livello continentale di questa pericolosissima attività. La bocca del forno dell’impianto del ‘Centre nucléaire de traitement et de conditionnement’ veniva sorvegliata a vista attraverso un vetro, che ha ceduto a seguito di una ‘sfiammata’ con esplosione, perché probabilmente era stato caricato qualcosa che ha deflagrato per l’elevato calore. La deflagrazione ha mandato in frantumi il vetro, coinvolgendo il personale di sorveglianza. Un tecnico, poiché investito da metallo fuso incandescente e non per effetto di radiazioni, moriva carbonizzato e altri 4 rimanevano feriti, di cui uno in maniera grave, che veniva ricoverato in elicottero in un centro per grandi ustionati. L’incidente è avvenuto alle ore 11 e 45 del 12 settembre. L’allarme è totalmente rientrato alle ore 16, dopo avere verificato che non vi era stata alcuna fuoriuscita di radiazioni, nel senso che, a tal punto, i feriti non avessero contaminato le ‘pericolosissime’ scorie nucleari. Dopo questo articolo siamo certi che qualche ‘illuminato’ ecoambientalista chiederà di vietare il commercio della banane. Anzi, proporrà di eliminare dall’Europa ogni traccia di popolazione umana, in quanto pericolosamente radioattiva persino per le infernali scorie nucleari. Forse è per questo superficiale approccio, che il 12 e 13 giugno di quest’anno 25.643.652 cittadini elettori hanno votato l’abrogazione dell’abrogazione del nucleare, quindi paradossalmente il suo rilancio; probabilmente, lo hanno fatto senza aver letto i quesiti referendari, ma solo perché suggestionati dalla propaganda ecoambientalista e dalle paure diffuse, come nel caso dell’incidente di Marcoule, con grande incoscienza e, soprattutto, megagalattica incompetenza. Ma, se così è stato, nel senso che il referendum sotto il profilo giuridico ha annullato la cancellazione del nucleare, si allora è messa in atto una emerita presa in giro degli elettori? Perché, se così fosse effettivamente, non se la sarebbero proprio meritata? Naturalmente, a cominciare da Antonio Di Pietro, Beppe Grillo, Adriano Celentano e Angelo Bonelli, che si guardano dal replicare a queste constatazioni. Non sanno correttamente comprendere e gestire neppure il significato di un referendum e poi pretendono di pontificare su questioni tecniche in materia di nucleare.




Segretario nazionale del Comitato italiano per il rilancio del nucleare (Cirn)
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Roberto Stasi - Italia - Mail Web Site - giovedi 13 novembre 2014 20.15
Complimenti per il vostro articolo sulle radiazioni. Io vendo depuratori di acqua e studiando qua e là mi è sorto il dubbio che le radiazioni si possano accumulare sulle membrane osmotiche. Che ne pensate? Forse sarebbe meglio darci una misuratina senza panico. Se ci fossero radiazioni basterebbe utilizzare schermi di piombo.
Renato - Italia - Mail - sabato 15 ottobre 2011 0.6
x Mauro Ferri
Mi spiace, ma per vincere le battaglie servono lance un po' meno spuntate.
Un articolo approssimativo e grossolano, che oltretutto parte da presupposti sbagliati per arrivare a conclusioni errate, non dovrebbe mai essere considerato buon argomento per convincere qualcuno.
La consapevolezza della conoscenza scientifica dovrebbe sostituire le prese di posizione tipiche della tifoseria.
Tanto per fare un esempio, l'assimilazione di un grammo di potassio, che viene distribuito in modo abbastanzaa uniforme in tutte le cellule del corpo umano, non è paragonabile all'assimilazione di un quantitativo di iodio di pari radioattività, dato che lo iodio viene assorbito nella tiroide in concentrazioni migliaia di volte superiori.
30.000.000 di Becquerel per 4 tonnellate non costituiscono una radioattività molto alta (infatti sono definite scorie a bassa radioattività). Se fossero stati, come dichiarato inizialmente, 63.000 Becquerel semplicemente non sarebbero state scorie radioattive.
Veronesi è un grande oncologo e il suo operato in campo medico non può che suscitare stima, ma quando fa certe affermazioni propagandistiche non supportate da argomentazioni credibili, non è scientificamente più credibile di Celentano.
Renato - Italia - Mail - venerdi 14 ottobre 2011 18.50
A proposito di superficialità, la radioattività delle scorie era 30 Mbecquerel non 63 kbecquerel.
Qualcuno ha voglia di rifare i calcoli con i valori corretti?
Roberto - Roma - Mail Web Site - mercoledi 28 settembre 2011 11.43
La ringrazio per il suo articolo, arguto e interessante.
Mi spiace constatare come - in occasione del referendum - non ci sia stata la possibilità di ascoltare un dibattito serio sul tema dell'energia, ma si sia trattato solo di un'occasione da un lato per cercare di nascondere l'importanza del quesito e dall'altra di abbattere un totem. Nessun dubbio che dal mio punto di vista la responsabiltà sia più da ascriversi a chi ha cercato di "vincere" non facendo tenere la partita.
Gian Luca - Parma/Italia - Mail - martedi 27 settembre 2011 12.10
Il suo articolo è molto interessante e andrebbe diffuso su tutti i giornali, soprattutto quelli di grande tiratura. E' triste constatare, tra l'altro, che tante persone diano più credito a Grillo e Celentano che a Veronesi in questioni di carattere scientifico...
Mauro Ferri - Monza - Mail - martedi 27 settembre 2011 11.45
La ringrazio dell'articolo che ha scritto, ennesima arma in mio possesso in una battaglia, ahimè, quasi sempre persa.
Mi sono permesso di divulgare il suo articolo (ovviamente con firma e link) a quanta più gente possibile nella speranza di far cambiare idea almeno un adepto della fede oscurantista pseudoecocompatbile che milita contro il nucleare.
Mauro Ferri


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