Francesca BuffoModernità, progresso, democrazia, creatività. Ci hanno infarcito la testa per anni con termini e sollecitazioni illudendoci che ciascuno, nel proprio piccolo, potesse fare la differenza. Che le idee cambino il mondo. Così inseguiamo, avidi di risposte, eventi, convegni e festival che ci fanno sognare un'idea di cultura, di evoluzione (che sarebbe più auspicabile dell'innovazione). E, nella parossistica ricerca di senso, continuiamo a descrivere o a farci raccontare dove nascono le idee, come si genera l'embrione del futuro. Ma nessuno ha il coraggio di denunciare la verità: le idee fanno paura, perché generano nuovi contesti e, cosa ben più grave, nuove gerarchie, mentre questo è un Paese dove nulla deve cambiare, dove chi sa fare viene ostacolato, chi ha intuizioni è pericoloso. C'è chi spera nei giovani, nelle loro energie, negli ideali resi puri dall'inesperienza. Ma è solo un'illusione, perché la ‘gerontocrazia’ agisce in modo sotterraneo e si 'clona' ciclicamente pescando una ‘testa vuota ideale’, da manipolare a piacere. I dirigenti sono ‘sessantenni’ che fanno credere di dare ampio spazio circondandosi di giovani elementi (spesso con la testa completamente vuota) che hanno al proprio fianco un giovanissimo alter-ego, al quale fingono di dare ampi poteri (ma tanto il 'bastone del comando' non lo cederanno mai). Così, il primo non ha le energie e il punto di vista per individuare i cambiamenti, mentre il secondo non ha l'esperienza professionale per eseguirli. Entrambi navigano nel nulla e, in assenza di idee proprie, si specializzano nel furto con destrezza di quelle altrui. Furto che spesso risulta vano, poiché chi ha le idee sa anche come realizzarle e farle evolvere nel tempo. Invece, chi le ruba tutt'al più realizza un sottoprodotto palesemente ‘taroccato’. Per chi non avesse ancora messo bene a fuoco la situazione, sottolineiamo che i creatori di idee sono la generazione dei quarantenni (anno più, anno meno) che dispongono di pochi mezzi. Il loro unico bene - se così si può definire - è una ‘testa pensante’. È lì che nascono le idee e, al contempo, muoiono. Anzi, si suicidano, nella speranza che i 'mediocri' non trovino fonti nuove a cui attingere e vengano smascherati nella loro stessa pochezza.




(articolo tratto dal sito www.periodicoitalianomagazine.it)
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Giuseppe - Italia - Mail - martedi 27 settembre 2011 12.49
Tutti coloro che intendono in Italia portare cambiamenti anche istituzionali vengono osteggiati . Per esempio ridurre il numero dei Parlamentari e ridurre le loro prebende che la destra vuole e che anche altri a parole vogliono non può succedere perchè o un referendum come è accaduto o il tormentone del passo indietro avranno sempre la meglio ...; avanti così che il futuro sarà tutto dei giovani sognatori !
Giovanni Francola - Fabrica di Roma (VT) - Mail - martedi 27 settembre 2011 11.47
Gent.ma Francesca desidero scriverle perchè condivido il suo articolo, dove afferma che le idee fanno paura, anche se c'è voglia di cambiare, al solo pensiero di imbastire una società diversa fondata su veri valori, su idee nuove che danno un senso alla nostra stessa esistenza, fa paura. Un pensiero statico è più controllabile e soprattutto più gestibile.
Cordialmente
Giovanni Francola


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