Roberta ValerianiNell’immaginario collettivo, oggi incombe una realtà che apparentemente sembra virtuale, ma è vera, lontana e vicina al contempo più di quanto si possa immaginare: il nucleare. A volte la convinzione radicata, nella sua discutibile, tangibile materialità, da chi è stato educato o meglio ammaestrato, influenzato sul fatto che qualunque tipo di radiazione uccida, provochi il cancro e mutazioni spaventose negli uomini, negli animali, nelle piante, incute scetticismo verso quel qualcosa di ancora ‘ignoto’ ma spesso utilizzato con quieta accondiscendenza come una Tac. La domanda che imperversa è: cosa sono in realtà le radiazioni emesse dai materiali radioattivi? E quanto sono pericolose? Secondo il dottor Giuseppe Filipponi, fisico nucleare, docente, direttore della rivista Fusione Scienza e Tecnologia, poco e addirittura non hanno una significativa influenza sulla salute umana. La parola ora è ai competenti tra i nostri lettori. “Le radiazioni dette ionizzanti - come afferma il Dott. Giuseppe Filipponi - consistono in diversi tipi di particelle subatomiche: raggi gamma, raggi x, raggi beta (elettroni), neutroni, e particelle alfa. Queste particelle attraversano lo spazio ad alta velocità,160.000 Km al secondo, penetrano nel corpo umano in profondità e danneggiano le cellule di cui il corpo è composto. Questo danneggiamento può causare un cancro o può causare difetti genetici nella successiva generazione di cellule. Spiegando in questo modo gli effetti delle radiazioni sembra che il pericolo sia molto grave e che una persona colpita da una di queste particelle rischia parecchio. Questo è il modo in cui generalmente vengono descritte le radiazioni nucleari nei libri proposti dai movimenti antinucleari. Non si spiega però che ogni persona normalmente è colpita da tali particelle circa 15000 volte per ogni secondo della sua vita, e che è stato così per tutti gli uomini che ci hanno preceduto e che sarà cosi anche in futuro. Queste particelle, da cui siamo colpiti 40 mila miliardi (4 1012) volte durante la vita provengono da fonti naturali. Lo sviluppo della tecnologia ha quindi aggiunto altre fonti come quelle dei raggi X per le diagnosi e le cure mediche, le TAC etc. Una tipica schermografia con i raggi X ci colpisce con le particelle che ci colpirebbero naturalmente in un anno di vita, una TAC addirittura con le particelle che ci colpirebbero in 10 anni. Con tutte queste particelle che ci bombardano, come mai non moriamo subito di cancro? Come vedremo la probabilità che una di queste particelle causi il cancro è molto bassa, circa 1 su 28 milioni di miliardi: 1/28.000.000.000.000.000 Ci sono inoltre altri agenti fisici, chimici, e biologici che colpiscono le nostre cellule in modo più pericoloso, è stimato che solo 1% dei casi di cancro mortale sono causati dai 40 milioni di miliardi di particelle che ci colpiscono, gli altri 99% dei casi sono dovuti ad altri agenti , chimici, fisici e biologici che attaccano le cellule. Come puntualizzano gli esponenti delle campagne antinucleari, ogni particelle che ci colpisce in più rispetto al fondo naturale aumenta il rischio di cancro, è bene quindi evitare tali radiazioni e non costruire centrali nucleari. Le persone sono quindi indotte a pensare che le radiazioni siano assolutamente da evitare. Prendendoli in parola possiamo dire che ci sarebbero molti modi più efficaci per evitare le radiazioni. E’ possibile ridurre del 10% le radiazioni che ci colpiscono vivendo in case di legno invece che di cemento e mattoni i quali contengono materiali radioattivi come Uranio, Torio e Potassio. Volendo, ognuno potrebbe costruire uno schermo di piombo intorno al proprio letto, riducendo così del 20% le radiazioni che lo colpiscono durante la notte, oppure evitare i raggi X dei dentisti e le TAC negli ospedali, evitare viaggi in aereo o le vacanze in montagna e tante alte cose. La vita è piena di rischi, ogni volta che prendiamo un boccone di cibo possiamo scatenare un processo chimico che porta al cancro, eppure non possiamo fare a meno di mangiare. Ogni volta che camminiamo o corriamo rischiamo un incidente ma ciò non ci impedisce di camminare o correre. Ugualmente l’attitudine corretta sarebbe quella di non preoccuparci di piccole dosi di radiazioni oltre il fondo natural. Non è possibile avere una comprensione del problema delle radiazioni se non lo si affronta da un punto di vista quantitativo. Se facciamo un discorso solo qualitativo allora concludiamo che il nucleare non va bene, ma anche il carbone e il petrolio non vanno bene perché producono un inquinamento che uccide le persone, il gas peggio ancora perché oltre che produrre inquinamento uccide le persone con le esplosioni. Occorre misurare questi rischi e la scienza ci aiuta a farlo. Solo dopo possiamo trarre le conclusioni più adeguate per le nostre scelte. L’unità di misura del Sistema Internazionale (SI) per la radiazione è il Siviert (Sv), è però ancora in uso il rem, 100 rem = 1Sv (3). Un mrem (un millessimo di rem) = un centomillesimo di Sv, di esposizione equivale, per un corpo medio, ad essere colpiti da 7 miliardi di particelle standard, il Sv tiene conto anche del tipo di particella e della massa della persona. Per esempio un adulto e un piccolo bambino che stanno vicini in un campo di radiazioni ricevono lo stesso rischio e quindi la stessa dose in mSv anche se l’adulto riceve molte più particelle del bambino a causa della sua maggiore massa. In genere si parla di basse dosi di radiazioni fino 10 rem= 0,1Sv. In tutti gli incidenti che si sono avuti e di cui si sente parlare spesso alla televisione a causa del malfunzionamento di impianti nucleari, oppure per il materiale radioattivo fuoriuscito dai contenitori durante il trasporto, sorgenti radioattive lasciate incustodite etc., non si sono mai avute rilasci di radiazioni nell’ambiente circostante maggiori di 5-10 millirem, in genere si rimane intorno a 1 millirem. Nell’incidente di Three Mile Island del 1979 , il più grande incidente avvenuto in una centrale nucleare nel mondo occidentale, l’esposizione dell’area circostante fu di 1.2 mrem . Quanto è pericolosa una simile radiazione? Come sappiamo la radiazione naturale di fondo ci colpisce dall’alto (raggi cosmici) con 20 mrem all’anno, dal basso con i materiali radioattivi sempre presenti nel terreno: Uranio, Potassio, Torio, in tutto 20 mrem all’anno anno, da tutte le altre parti con la radioattività sempre presente nei materiali usati per le costruzioni, 10 millirem all’anno, dall’interno del nostro stesso corpo, Potassio-40 e Carbonio-14, 25 millirem all'anno, il totale da 85 -100 millirem all'anno. Inoltre possiamo aggiungere 80 mrem, in media, per analisi e terapie mediche e 180 mrem, in media, dalle radiazioni del gas radon presente nelle case. Il totale per ogni abitante può arrivare facilmente a più di 360 mrem all'anno in aree di montagna dove la concentrazione di Uranio e di Torio è alta e l’altezza comporta una maggiore esposizione a radiazioni cosmiche. In alcune località, la radiazione di fondo raggiunge valori molto alti come nelle zone ricche di sorgenti termali e minerali. Nella città inglese di Bath le acque termali hanno un contenuto 1730 pCi di Radon per litro e sono considerate altamente benefiche per molti disturbi. Tuttavia, l’EPA (US Enverimental protection Agency) decretò che occorre prendere provvedimenti quando il contenuto di Radon nell’acqua potabile supera 4 pCi / litro. Gli antichi Romani, che non conoscevano l’EPA, costruirono a Bath un tempio nell'anno 42 DC dedicato alla dea della sapienza e la salute e nel 1742 gli inglesi vi costruirono il Royal National Hospital per le malattie reumatiche. Anche oggi è alto il numero persone che vanno a Bath e in altri centri termali, malgrado le acque abbiamo una radioattività molto elevata, per beneficiare dei loro effetti terapeutici mentre secondo gli argomenti degli ecologisti queste acque dovrebbero costituire un grave pericolo. Poiché il fondo di radioattività naturale in Piazza S. Pietro a Roma (700 mren/anno) è più elevato di quello medio esistente oggi nell’area interdetta di raggio 30 km che circonda la centrale nucleare di Chernobyl, secondo gli ambientalisti la basilica di S. Pietro potrebbe essere ritenuta più pericolosa di Chernobyl, il problema è che il selciato di Piazza S. Pietro è costruito con cubetti di porfido, roccia vulcanica che contiene torio, elemento naturalmente radioattivo. Come si deduce facilmente dall'incidente tanto pubblicizzato di Three Mile Island, le radiazioni assorbite dalla popolazione nell’area intorno alla centrale nucleare sono state quelle che normalmente si ricevano in 4-5 giorni dal fondo naturale dell’ambiente in cui viviamo. La radiazione di 1 rem è quanto si riceve osservando per un anno la TV due ore al giorno. Poiché ogni volta che si presentano questi dati quantitativi gli ambientalisti rispondono che ogni dose extra rispetto a quella naturale può causare un danno. Noi rispondiamo che non è vero, per due ragioni. La prima è che i numeri prima riportati sulla radiazione naturale sono una media nazionale, negli USA in Colorado e negli Stati delle montagne rocciose (Wyoming, New Mexico, Utah) con un sottosuolo ricco di Uranio e maggiormente esposti per l’altezza ai raggi cosmici si ha una radiazione di fondo maggiore del 15 % rispetto a stati come la Florida dove l’altitudine è minima e il terreno è povero di sostanze radioattive. In Italia la radioattività di fondo di Napoli è 3 volte quella di Milano e quella di Roma è il doppio di Milano. Essere esposti alle radiazioni dell’incidente di Three Mile Island sarebbe l’equivalente quindi ad un viaggio di pochi giorni da Milano a Roma o Napoli. In ogni caso milioni di persone vivono normalmente a Napoli e la percentuale di casi di cancro in questa città è nella media nazionale. Nel Colorado addirittura i casi di cancro sono il 35% sotto la media nazionale. Una chiara indicazione che le basse dosi di radiazioni non sono un importante fattore per il rischio di cancro. Escludendo il Radon si stima che solo l’1% dei casi di cancro dipende dalle radiazioni ionizzanti che normalmente ci colpiscono. La seconda ragione è che il corpo umano possiede meccanismi di difesa biologica molto potenti contro i danni che provocano le basse dosi di radiazioni. L’attività del sistema immunitario e altri sistemi biologici sono costantemente attivati e riparano il DNA delle cellule che come abbiamo visto sono colpite in ogni istante da 15000 particelle al secondo. Come vedremo molti studi e molte ricerche sono state fatte in questo campo che dimostrano che basse dosi di radiazioni (sotto i 0,1 SV) attivano il sistema immunologico rendendolo più efficace nella difesa del corpo umano. Una controversia è nata all’inizio degli anni ‘80 negli Stati Uniti su queste ricerche. Scienziati facenti parte delle organizzazioni antinucleari come H. Caldicott, J. W. Gofman, E. J. Sternglass ed altri sostennero l’idea della cosiddetta linear no-threshold theory, cioè che anche a basse dosi di radiazioni si aveva l’induzione di tumori e malformazioni genetiche, un rischio calcolabile con una estrapolazione lineare rispetto al rischio dovuto alle alte dosi di radiazioni (sopra i 0,1 Sv), un rischio quindi minore ma sempre importante secondo i sostenitori di questa ipotesi”.



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filipponi giuseppe - san benedetto del tronto - Mail Web Site - martedi 7 agosto 2012 10.44
Informo che esistono raggi cosmici con energie dell'ordine di 10^20eV, ossia la quantità di energia di una palla da tennis colpita da un professionista (oltre 100 km/h) concentrata in una sola particella, solitamente un protone. Per contro, la massa a riposo del protone è circa 10^9eV.
Queste particelle hanno una velocità meno di una parte su 10^5 inferiore alla velocità della luce.
Per maggiori informazioni sulla LNT vai al http://fusione.altervista.org/Linear_no_threshold_theory.htm
alberto - Firenze - Mail - mercoledi 21 settembre 2011 0.19
Tanto per incominciare i raggi cosmici sono assorbiti dai primi strati dell'atmosfera con i quali interagiscono. Noi siamo inondati da muoni, scarsamente interagenti.
Escludere il radon nel computo degli elementi radioattivi che si trovano abitualmente negli ambienti domestici e che possono causare tumori è come considerare tutti gli altri possibili fattori di cancro nei comportamenti individuali eccetto il fumo.
A me pare che l'impostazione assunta nell'articolo per affrontare l'argomento sia fuorviante.
ARBOR - MILANO - Mail - martedi 20 settembre 2011 20.2
Ha Ragione Stefano, anche facendo notare che c'è una certa differenza tra particelle e radiazioni, quindi RX e TAC non sono assimilabili alle radiazioni di Hiroshima e Kawasaki.
Resta il fatto che l'effetto ionizzante ha tempi lunghi di incidenza nella salute umana e non può di sicuro essere paragonato a quello un'esplosione generata da un combustibile fossile. Sono argomenti che lascerei a chi veramente li conosce, in questo tenderei a cassare anche l'estensore dell'articolo che di confusione ne fa tanta. Per forza le decisioni vengono lasciate ai referendum popolari, meglio di niente, se l'opinione pubblica può essere pilotata da qualcuno che non fa differenza tra radiazione (quale sia la sua frequenza) e particelle subatomiche oltre a definire elemento radioattivo il potassio, ma allora quasi tutti gli elementi hanno degli isotopi radioattivi.
Stefano - Venezia / Italia - Mail - martedi 20 settembre 2011 10.53
A parte qualche dubbio sui 160.000 Km/s delle particelle emesse in decadimenti radioattivi (vogliamo controllare ? mi sembrano quasi velocità relativistiche), mi sembra abbastanza corretta l'impostazione.
Se adottassimo per tutti i fattori di rischio lo stesso atteggiamento che abbiamo per le radiazioni ionizzanti (gamma ed x non sono particelle !), che direi quasi paranoico, la ns vita sartebbe ben diversa.
Ricordo qui a Venezia intere aree barenose di Marghera usate come discarica di gessi derivanti dalla produzione di fertilizzanti da fosforiti interdette al pubblico e recintate per avere una radioattività doppia del fondo naturale delle ns zone, ma comunque inferiore a quelle di Roma o Napoli : che facciamo, evacuiamo Roma ?
Se sapessimo usare il buon senso ...


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