Anni '20: L'Argentina ha un livello di vita medio comparabile a quello dell'Inghilterra.
Il sistema economico è specializzato e caratterizzato dalle esportazioni di grano, di pellami e, con l'invenzione delle navi frigorifere, anche di carni.
La struttura politica è gestita dai grandi proprietari terrieri (radicali).
Crisi del '29: La chiusura dei mercati internazionali e la carenza di valuta estera induce il governo argentino ad avviare la stagione dell'import substitution, teorizzata da Raoul Prebish.
Iniziano le produzioni di scala di beni comuni, con tecnologia elementare.
Anni '30-'40: L'Argentina interrompe l'importazione dall'estero di prodotti meccanici. Inizia la produzione industriale interna. In una ulteriore fase, che coincide con la fine della guerra di Corea, inizia l'auto-produzione di acciaio.
1946: Il sistema politico registra l'affermazione del colonnello Juan Peròn, del sindacalismo e della classe operaia che rappresenta.
1953: Alla liberalizzazione dei mercati internazionali, l'Argentina, nel tentativo di scoraggiare l'invasione di prodotti esteri, risponde con l'imposizione di tariffe doganali. Il mercato argentino non riesce ad assorbire la produzione interna caratterizzata dai costi elevati di beni di scarsa qualità.
1955: Deposizione di Peròn.
1958: Radicali di sinistra al potere.
1962: Inizio dei colpi di stato. Sono dichiarati fuori legge il partito peronista e il partito comunista.
Diviene possibile comprimere i salari, chiudere le fabbriche e così rendere concorrenziali i prodotti argentini per i mercati internazionali.
1966-'73: Scioglimento delle assemblee parlamentari
Marzo '73: Vittoria del candidato peronista. Tornato in patria Peròn è nominato presidente della Repubblica. Alla sua morte, nel '74, gli succede la moglie Isabelita.
1976: Colpo di stato militare. Il generale Videla assume la presidenza dal '76 al 1981.
1983: Il radicale Alfonsìn vince le elezioni dopo sette anni di dittatura militare.
Fine anni '80- fine anni '90: Tra le minacce di golpe e una situazione di iperinflazione si afferma il candidato peronista Carlos Menem, che inaugura la stagione delle grandi privatizzazioni.
L'Argentina scongiura la crisi economica attraverso i prestiti internazionali che gli sono concessi quale produttore di petrolio. La dollarizzazione del sistema economico diviene ufficiale.
2000-2001: La situazione precipita a causa della crisi internazionale. Il profitto argentino dalle esportazioni di petrolio si dimezza: a fronte di un costo di produzione fisso (8 dollari), il prezzo al barile scende da 28 a 18 dollari.
Il Fondo monetario internazionale non trasferisce la seconda parte del prestito di 40 miliardi di dollari concessi all'Argentina a gennaio dell'anno scorso.
2002: il debito estero del Paese ammonta a 132 miliardi di dollari; la disoccupazione è al 18 per cento
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