Maria Chiara D'ApoteScritto da Sergej Volkov, diretto da David Dadunashvili e prodotto da Sofia Mitrofanova (una produttrice indipendente, che ha utilizzato un 'budget'  di circa 1 milione di dollari e che ha potuto usufruire, in Russia, dei sussidi statali destinati alle opere cinematografiche, ndr) il lungometraggio ‘Il testimone’ racconta la drammatica 'odissea' di un violinista belga che arriva in tournée a Kiev alla fine di febbraio 2022: le vicende narrate sono liberamente ispirate ai fatti accaduti in Ucraina, all’indomani dell’operazione militare speciale delle forze armate russe.

Il prologo: una tragedia imminente
Il pathos della tragedia imminente si percepisce fin dalle prime inquadrature, prima e dopo il concerto, nelle sale ancora fastose, quando sembra più una fastidiosa formalità ricevere i complimenti per chi è ansioso di tornare nella propria patria e riabbracciare il proprio figlio. E, soprattutto, chi sono quegli uomini eleganti che applaudono il ‘maestro’ Daniel Cohen (un intenso e commovente Karen Badalov) se non il cattivo presagio di un destino che dev'essere compiuto?

Prima cattura
Poco prima dell’alba, cominciano i bombardamenti. Daniel e la sua manager fuggono verso l’ambasciata, ma le strade sono bloccate e pericolose, infestate da malavitosi vestiti da militari. La città diviene 'terra di nessuno', dove vige la legge della giungla: cominciano i saccheggi, gli assassinii, le esecuzioni sommarie. I militari si comportano come autentici criminali e Daniel viene catturato assieme alla sua manager, che verrà prima stuprata e poi uccisa (significativa l’immagine di lei coperta da un cappotto, ndr). È il caos, un’autentica discesa all’inferno: i profughi, terrorizzati, vengono fatti scendere a forza dal treno diretto verso il confine, che viene requisito dai militari, i quali li costringeranno a vagare in mezzo alla neve, perché la salvezza costa migliaia di dollari. In poche ore, Daniel è passato dallo status di artista-privilegiato a quello di straniero-spia-dei russi.

Il battaglione Azov: seconda cattura
Alexander Diachenko
(un efficace Dmitriy Panchak, ndr), capo di una divisione del battaglione Azov (il contingente paramilitare di ispirazione neonazista, già condannato per crimini di guerra nel 2014, ndr), cattura Daniel e lo costringe ad assistere alle torture dei presunti traditori, suonando motivetti patriottici (non Wagner, però, perché “troppo noioso”, ndr) pena la morte, mentre tra grida e canti si espongono le teorie del 'Mein Kampf' di Adolf Hitler.

Un uomo, una donna e il suo bambino
L’escalation
di un mondo piombato nell’abisso si placa solo per poco, quando Daniel salva Yana (una convincente Yuliya Afanaseva, ndr) dallo sfruttamento sessuale dei militari della Azov: dopo tanti giorni, si può finalmente mangiare un pasto caldo e raccontare della propria vita. Il figlio di Yana ha la stessa età del figlio di Daniel e dalla guerra ha imparato a riconoscere il sìbilo dei missili. Stanno arrivando i russi e s'invita la popolazione a rifugiarsi nella vicina stazione ferroviaria “perché”, dice l’altoparlante, “i russi faranno strage della popolazione”.

La strage
Alexander
accorre alla stazione con un inviato della stampa e spiega al giornalista cosa dovrà dire e filmare dopo che “un missile colpirà la stazione” (è la strage dell’aprile 2022, quando un missile cade tra i civili nella stazione di Kramatorsk, nell'est del Paese, nella regione di Donetsk, causando la morte di almeno 50 persone e il ferimento di altrettante 100, ndr). Daniel corre verso le camionette del battaglione, gridando loro di fermarsi, di aiutare tutta quella gente, ma un’esplosione deflagrante glielo impedisce. In un lampo, la stazione ferroviaria si riempie di fumo, di macerie, di sangue e di morti. Arrivano i russi: finalmente, Daniel viene soccorso e ritorna in patria. È lui 'il testimone' che dà il titolo alla pellicola e che ha assistito a quanto accaduto: cosa dirà in diretta televisiva, tornando nella sua Europa?

Distribuzione
In Italia, il film è distribuito in versione originale e sottotitolato, dalla Donbass Italia: un canale di informazione creato dal giornalista, Vincenzo Lorusso, che lavora in Donbass assieme al collega e amico, Andrea Lucidi.  

Distribuzione e censura in Italia
La 'prima' del film, qui da noi è avvenuta a Roma, il 22 ottobre 2023: la proiezione è stata preceduta da un videomessaggio registrato dall'attore che interpreta la parte del protagonista, Karen Badalov, che si è rivolto al pubblico italiano sottolineando il suo amore per l'Italia e per il cinema del nostro Paese, con la speranza che gli spettatori si identifichino con il suo personaggio. Inoltre, l'attore si è lamentato del fatto che il trailer del film sia stato bloccato su YouTube, affermando che la libertà di parola "appartiene ormai al passato" e ha ringraziato il pubblico di Roma che, invece, ha rappresentato “un'eccezione alla censura che circonda ‘Il testimone’...”.

Il caso di Bologna
La proiezione del film era prevista per la sera del 27 gennaio scorso, giorno della 'Giornata internazionale della memoria dell'Olocausto', anche a Bologna, città tradizionalmente liberale e di sinistra. La pellicola doveva essere proiettata presso il centro culturale 'Villa Paradiso', ma a causa delle proteste, la proiezione è stata sospesa perché l’opera diffonde “terrore e propaganda fascista e filorussa”. L'opera è stata poi convogliata, in questi giorni, a San Giorgio di Piano (Bo), dove sono state previste due proiezioni per il 16 e il 17 febbraio.

La dichiarazione dei due distributori
I due distributori, Lorusso e Lucidi, hanno dichiarato: “Non è un film che incita all’odio contro gli ucraini, ma un film che critica il battaglione Azov. I due sindaci di Bologna e Firenze avranno il coraggio di accettare il nostro invito e di visitare il Donbass? O preferiranno continuare a narrare di fatti che non conoscono e di film che non hanno visto”?

L’appello della produttrice, Sofia Mitrofanova
“Ho scoperto che molti sindaci italiani si sono espressi contro il nostro film”, ha dichiarato Sofia Mitrofanova, produttrice della pellicola per la Donbass Italia. “Si sta impedendo la visione anche se gli italiani si sono dimostrati interessati. Penso che in nessun caso si debba vietare alle persone di vedere punti di vista diversi”, ha aggiunto, “e ritengo che le persone abbiano il diritto di decidere da sole in cosa credere. Il cinema è prima di tutto arte”, ha proseguito la Mitrofanova, “parla di persone, di storie, di amore, di perdite e il nostro film non fa eccezione. Non credo che il nostro film o il nostro lavoro non sia degno di essere visto o apprezzato dalla gente. Ora mi voglio rivolgere a quei sindaci che lo ritengono pericoloso o dannoso: guardatelo e capirete che questo film ha un significato molto profondo e tratta di argomenti molto importanti. Potrebbe forse non piacervi”, ha concluso, “ma non ha nessun senso censuralo senza averlo visto, prima di prendere una decisione vi invito a guardarlo, grazie”.
Per ulteriori informazioni, cliccare QUI e QUI
Per ascoltare la dichiarazione integrale di Sofia Mitrofanova: https://dzen.ru/video/watch/65bab0c5b15a335e5adae3cd
Il trailer del film: https://rutube.ru/video/f8528768d3c8451168e896c892e5deb1/?r=a
Prossimi appuntamenti: 17 febbraio, Pradamano (Ud); 17 febbraio, Lamezia Terme; 18 Febbraio, Pradamano (Ud); 24 febbraio, Rovato (Bs).





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