Ivano Leccisi è un parlamentare di Forza Italia, eletto nel collegio Lombardia 1 ed è alla sua prima legislatura.

On. Leccisi, può darci la sua analisi sui problemi politici e d’identità della sinistra italiana: da dove derivano e come potrebbero eventualmente essere risolti?
“Per una volta, anche se a malincuore, devo dare ragione a Nanni Moretti: la sua arringa di qualche mese fa, fatta dal palco di piazza Navona ai leader del centrosinistra, è lo specchio del malessere che vivono gli elettori dell’opposizione. Credo sia necessario, per loro, ripristinare il collegamento con la base e dimostrare di essere capaci di svolgere il lavoro per cui sono stati delegati. Più che 'dire' qualcosa di sinistra, sempre per parafrasare Moretti, sarebbe utile che riscoprissero la propria identità, se ciò potrà essere mai possibile, e 'fare' qualcosa di sinistra”.

Il sistema maggioritario ha generato un mero ‘nuovismo politico senza volto’?
“Non credo che il ‘nuovismo’ sia figlio del sistema elettorale. Certo, in un sistema bipolare, per natura s’impone una convivenza di forze politiche diverse, con distinte identità e in un’alleanza di soggetti che, sulla base di un programma politico comune e condiviso, decidono di compiere un percorso insieme. Il problema del centrosinistra, ovviamente, rimane la leadership. La mancanza di un leader riconosciuto come tale da tutta la coalizione che oggi si trova all’opposizione è la prova provata di uno sbandamento ancora ben lontano dal rientrare”.

Ma come si fa l’opposizione in Italia, secondo lei o, per lo meno, come potrebbe il centrosinistra rendere più efficace tale funzione politica?
“In un Paese democratico, l’opposizione ha e deve avere un ruolo importante, purché sappia svolgere la propria funzione in base a contenuti. Lo spettacolo che le sinistre stanno offrendo al Paese, da qualche tempo a questa parte, è deprimente: un’opposizione ostruzionista, assolutamente priva di contenuti, fatta di ripetute richieste di verifica del numero legale, di rallentamenti dei lavori e, fuori dalle aule parlamentari, con i ‘girotondi’. Nella nostra Storia Repubblicana abbiamo avuto momenti topici, come nel caso dell’approvazione della legge sull’aborto o di quella sul divorzio, in cui l’opposizione si barricò nelle aule parlamentari. In un’occasione, Giorgio Almirante, contrario ad una legge in procinto di approvazione, parlò alla Camera per 11 ore di fila, ma furono ore di argomentazioni serie, di contenuti, di politica vera. Se questa è, ad oggi, l’opposizione del centrosinistra, ritengo che la Casa delle Libertà governerà ancora per lungo tempo il Paese”.

Nel modello tedesco, un partito moderato si contrappone ad una sinistra ambientalista e socialdemocratica: perché non è stato ancora possibile, in Italia, ricreare la medesima situazione, almeno sino ad oggi? E, se la ritenesse soluzione auspicabile, quanti decenni dovranno passare affinché si affermi stabilmente nel nostro Paese un simile sistema?
“Anche negli Stati Uniti i repubblicani si contrappongono ai democratici. Il nostro è un sistema elettorale misto, in cui il 25% dei parlamentari viene eletto col sistema proporzionale. Inoltre, è una procedura elettorale relativamente giovane che, qui da noi, si scontra con una forte cultura proporzionalista. Se rimarrà in vigore tale modello, credo che dovremo attenderci ancora qualche anno di assestamenti e di autentico 'collaudo' delle coalizioni”.

I laico-riformisti, in Italia, vanno da Alfredo Biondi a Massimo D’Alema passando per Emma Bonino e Gianni De Michelis? E perché quest’area risulta così politicamente divisa in ‘famiglie e famigliole’? Quale ruolo potrebbe svolgere? E alleandosi con chi?
“Essere laici e riformisti non vuol dire per forza unirsi elettoralmente: Biondi riesce ad esserlo stando in Forza Italia così come D’Alema nei Ds. Ma unire due laici come Biondi e D’Alema sarebbe impossibile, in termini programmatici. E il nostro sistema elettorale, come dicevo sopra, impone scelte di coalizione radicali, che non possono essere, per evidenti ragioni, le medesime per tutti”.

Il centrosinistra dovrebbe tornare ad una politica dei valori o indirizzarsi verso un’ideologia libertaria?
“Per motivi di correttezza, preferisco rimettere alla parte direttamente interessata il darsi un indirizzo compatibile con le esigenze attuali della società. Dunque, non posso far altro che augurargli un buon lavoro poiché, questo è certo, ne ha molto da svolgere”.

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