Antonio Di GiovanniE no, caro vescovo Mansueto Bianchi, mi dispiace, ma le sue parole risuonano come un tentativo maldestro di far tacere l’informazione in merito alle violenze perpetrate sui minori di Pistoia. Proprio l’altro giorno, infatti, il vescovo Bianchi ha criticato la diffusione delle riprese in cui si vedono le violenze e i maltrattamenti compiuti all’asilo affermando che “trasmettere quei filmati non era necessario”, teorizzando altresì un concetto di diritto dei cittadini ad essere informati e il parallelo dovere dei giornalisti a informare nel rispetto delle norme. “Sarebbe bastato”, ha inoltre aggiunto, “che quelle immagini le avessero viste solo i genitori o che, almeno, fossero state trasmesse con le adeguate e dovute cautele”. Non ci siamo proprio, Monsignor Bianchi: i cittadini non sono così rassegnati ai ‘dogmi’ come lo siete voi prelati. Al contrario, mai un filmato è risultato cosi utile. E non solo alle indagini, ma anche a far vedere dove la Chiesa ha fallito. E sì, caro Vescovo: la missione della Chiesa è naufragata, poiché non è riuscita a fare in modo che il modello del buon cristiano entrasse nelle teste ormai malate dei due esseri immondi che la società indegnamente ed erroneamente chiamava maestre o educatrici. Una delle due ora dice di esser stata cambiata dal carcere, dove avrebbe preso consapevolezza della vicenda, dichiarando ai  suoi avvocati di esser pronta ad affrontare la complessa situazione che le si prospetta davanti. Ma ci rendiamo conto di cosa dice questo essere spregevole? Di aver “preso consapevolezza”. Adesso, che si ritrova chiusa dietro 4 mura. Sinceramente, spero che in quella prigione ci ‘marcisca’ per il resto che le rimane da vivere. Ma detto questo, mi meraviglio davvero come un vescovo possa esprimere certe affermazioni, dalle quali si evince che, anziché pregare per le famiglie colpite da questa gravissima disgrazia, che ha toccato i loro affetti più cari, si preoccupa di cosa dovrebbe comunicare o meno l’informazione. Ben vengano questi filmati e ben vengano tutte quelle riprese in cui si possono inchiodare alle proprie responsabilità tutti coloro che, in un modo o nell’altro, usano violenza sui minori, in maniera da poter vedere in faccia chi delinque, chi abusa, chi violenta. Allora, ne vedremo delle belle e chissà che, finalmente, personaggi fino a oggi coperti dai segreti istruttori o da segreti in generale non si possano anche guardare in faccia! Al momento dell’arresto, Anna Laura Scuderi è apparsa fredda, lucida, impassibile di fronte alle accuse emerse dalle telecamere piazzate dalla squadra mobile nell’asilo. Sembrava non provare alcun tipo di emozione, né rimorsi. Si era chiusa in un rassegnato mutismo, che la schiacciava definitivamente nel ruolo di aguzzina dei piccoli ospiti del nido. Una personalità su cui gli inquirenti hanno subito gettato luce, tanto che, nella sua ordinanza, il Gip di Pistoia ne tratteggia alcune caratteristiche precise: patita della pulizia, insofferente ai rumori, molto, forse troppo, attenta a che tutto fosse perfettamente in ordine nella scuola infantile in cui, a quanto pare, “i bambini non giocavano mai”. Ed ecco il punto: quei bambini non giocavano mai dove i loro sogni si infrangevano in una torbida violenza, nel luogo in cui la loro infanzia veniva turbata, laddove la fiducia nel prossimo è stata definitivamente cancellata dalle loro piccole menti. Caro signor Vescovo, il danno di cui lei dovrebbe veramente preoccuparsi è quello di sapere quante preghiere dovranno dire la notte, prima di andare a dormire, questi bambini, affinché qualcuno gli restituisca ciò che di più bello e di più profondo essi possono avere dalla vita: le prime emozioni, le carezze, le protezioni e l’affetto degli adulti.


Lascia il tuo commento

Antonio Di Giovanni - Roma - Mail - giovedi 10 dicembre 2009 19.45
Cara francesca, GRAZIE E GRAZIE di cuore, meglio non potevi interpretare attraverso il tuo commento il mio pensiero. Analisi chrurgica, di un disagio ecclesiastico che ormai a raggiunto livelli che sono sotto gli occhi di tutti. Hai davvero tutta la mia gratitudine per questo splendido commento.
Francesca Galvagno - Roma, Italia - Mail - mercoledi 9 dicembre 2009 21.46
Caro Antonio, grazie per questa tua interessante riflessione. Io, in questa sede, mi limito a sottolineare quella che ritengo la tua affermazione più importante contenuta nell'articolo: la Chiesa ha fallito la sua missione pastorale! Verità sacrosanta, verità che emerge scottante dalle cronache giornaliere: è un fallimento dei nostri "evangelizzatori" quando un adolescente cerca nella droga o nell'alcool il senso della sua vita, quando c'è chi mette mano ad un'arma per decidere della vita di un altro essere umano, quando c'è chi ancora urla "sporco negro" o "stupido handicappato", quando un adulto si sente in diritto di abusare, in tutte le forme, dei cuccioli della sua specie, esserini affidatigli ,invece, perchè crescano sani e sereni per garantire la sua stessa immortalità ... ecco, la grande Chiesa Cattolica, quella chiusa dietro ovattate tende di raso e trine, col capo chino sui libri dei grandi teologi della storia, si, proprio quella, non è stata capace di fare arrivare fino al più basso, sporco e maledetto angolo di strada il messaggio più semplice e rivoluzionario di quel Gesù Cristo morto in croce e tenuto in bella mostra su quelle rotondità mal celate: "amatevi gli uni con gli altri come io ho amato voi". Sì, Antonio dì al vescovo che vada a pregare per le anime delle famiglie colpite da tali disgrazie, piuttosto che giocare a fare il teologo esercitando il suo potere condizionante sulle menti della gente per portarli a percepire una realtà da dietro un velo, il velo della colpevole ipocrisia. Dalla sua finestra il Papa dovrebbe gridare: "Basta!"
Antonio Di Giovanni - Roma - Mail - mercoledi 9 dicembre 2009 20.39
Cara sig.ra Emma, posso concordare sullla spettacolarizzazione dell'informazione e dei processi, ma non sul suo concetto di rieducazione. La rieducazione può valere se esercitata su una forma delinquenziale che riguardi la sfera comportamentale, dovuta alla crescita o alla frequentazione di ambienti non consoni ad una preparazione culturale tale da evitare che l'ignoranza, la sottocultura e la fatiscenza dei luoghi generi la malavita e la microcriminalità. Diversamente per reati legati alla devianza psicologica o ad un comportamento schizzofrenico e pazzoide, non ce la rieducazione ...ma interviene la medicina e i medici con le professioni di riferimento. Io sono un garantista mi creda, ma in questo caso l'unica cosa che mi sento di garantire e che al di la dei tentativi, che l'avvocato di difesa farà per far apparire tutto come un incredibile equivoco, spero che questi due esseri spregevoli marciscano in carcere per un tempo tale, affichè la società dimentichi che soggetti di tale infamia ne abbiano potuto far parte.
Antonio Di Giovanni - Roma - Mail - mercoledi 9 dicembre 2009 20.25
Egregio sig. Giancarlo, ho apprezzato molto il suo commento per due motivi, per la semplicità nell'esporre il proprio pensiero e per il coraggio da cattolico, di fare certe affermazioni. Ha dimostrato in questo caso, un'obiettività scevra da qualsiasi logica precostituita. Auspicherei all'interno della nostra società, persone con il suo stesso grado di giudizio, limpido, razionale e sopratutto libero. Grazie e complimenti .
Emma - Ascoli - Mail - mercoledi 9 dicembre 2009 9.42
La pedofilia è un reato grave, la giustizia farà il suo corso e condannerà chi ha commesso il fatto. I video non devono diventare uno strumento di manipolazione massmediatica capace di spostare e influenzare telespettatori e giudici. Troppe volte i giornalisti si lasciano tentare dalla spettacolarizzazione delle "informazioni" per spostare consensi, creare pareri pilotati, scuotere animi e giudizi. I giudici devono rimanerne fuori, la giustizia è altro e quelle immagini dovevano rimanere riservate (magistratura e parte lesa), non diventare show. A parte questo, sono anche fortemente contraria alla resa pubblica e manifesta dei volti e dei nomi dei presunti pedofili o condannati come tali. Il carcere, nel nostro sistema, ha come ruolo e compito quello di rieducare il condannato. Rieducazione, badate bene non perdono. Rieducazione significa anche presa di coscienza di quello per il quale si è stati condannati e comprenderne i perché. Mi auguro che non si arrivi mai ad uno stato di intolleranza e di ingiustizia pubblica che tolleri lo "sputtanamento" dei suoi cittadini, perché anche i pedofili, gli assassini, gli stupratori, seppure perversi, malvagi, sono individui come tutti noi, cittadini di uno stato di diritto di cui hanno infranto i codici e le regole ed è per questo che si meritano di essere rinchiusi in un carcere per decenni (così come previsto dalle sentenze dei giudici e dalle leggi, cui i primi fanno riferimento ed appello), ma non di diventare un volto ed un nome appeso nell'ingresso di un centro commerciale. Se dovessi arrivare a questo punto, significherebbe che la società dei talk show e dei grande fratello & co avrebbe vinto, e sarebbe veramente frustante.
giancarlo - Roma - Mail - mercoledi 9 dicembre 2009 9.22
Ho letto con interesse il Suo articolo e, ritengo con franchezza, raccolga gli stati d'animo della quasi totalità degli italiani su questa triste vicenda. Indubbiamente i toni che ho registrato nell'articolo nei confronti dell'autorità clericale sono forti ma, lo dico da cattolico, le giustifico se non altro per le posizioni che la Chiesa ha assunto nel corso degli ultimi anni, alquanto discutibili. Posizioni legate a dogmi o principi lontani dalla realtà in cui viviamo.
Alcuni esempi per tutti: la vicenda Welby con i funerali negati malgrado la fede e la religiosità che gli erano propri. Il riifiuto dell'uso del profilattico nella guerra all'AIDS, pronunciato dal Papa durante un viaggio in Africa. La comunione negata ai separati. Si, solo a quelli "non famosi" però... Illustri politici con più di una famiglia, a quanto pare, sono esclusi da questo "legge divina"...
La sepoltura a S. Apollinaire di un "benefattore" la cui moralità non è pari, forse, a quella di Madre Teresa di Calcutta... e via dicendo.
A volte scossoni come queste immagini possono essere utili a smuovere le coscienze più di qualche omelia.
sonia sellati - roma - Mail - martedi 8 dicembre 2009 15.15
caro stellanera, non hai nemmeno il coraggio di mettere il tuo nome,vieni da me a dirmi che c'e' giustizia!!laico!! ma'.....sembra tutt'altro...ne so' qualcosa della giustizia.dici veramente solo cazzate....io sono nera ma veramente!!potevi risparmiarti di scrivere....dovevamo stare in un'altro paese, allora si' che avremmo avuto giustizia!!vorrei vedere se hai figli, e avrebbero fatto loro tutto questo,non parleresti cosi'.
sonia sellati - roma - Mail - martedi 8 dicembre 2009 14.38
ho letto il tuo articolo,ne condivido i contenuti,solo che oggi con gran sgomento sentendo il telegiornale,la signora se cosi' si puo' definire!!ha chiesto scusa,poiche' in quei momenti non era in se',passava un brutto periodo, e che non stava mentalmente in se'.quindi cosi' definendosi, diventa intoccabile,come tutti quelli che fanno tali atti....e come al solito purtroppo avra' le sue attenuanti.la giustizia anche in questo caso avra' fatto la sua parte...nessuno e' colpevole...verra' condannata con la condizionale.e chi ne subira' le conseguenze indelebili saranno quei piccoli innocenti.la rabbia e' tanta non dovrebbero mai piu' uscire di galera e lasciarle in pasto agli altri detenuti.spero che cio' accada,cosi' sara' giustizia,staremo a vedere come andra' a finire!!
Antonio Di Gioovanni - Roma - Mail - martedi 8 dicembre 2009 13.35
Caro o cara stellanera, se avessi almeno argomentato il tuo commento forse ti potevo rispondere, ma sei stato vacuo/a, vuoto/a e volgare. Non si capisce a quali "cazzate" tu ti riferisca e a quali "argomenti" tu faccia riferimento. Ma al di la di tutto, restano le tue parole che sono lo specchio, della tua forma di pensiero. Non ce bisogno di aggiungere altro. Più che Laico, sembri Cattolico frustrato.
Stellanera - Italia - Mail - martedi 8 dicembre 2009 13.12
Parlando da laico voglio dirti che stai dicendo delle cazzate e ti vai ad infilare in discorsi che non c'entrano nulla.


 1  2  >