Piero Ostellino

Se il governo cadesse - in conseguenza della bocciatura, da parte della Corte costituzionale, del Lodo Alfano, e per i conseguenti effetti delle inchieste della giustizia ordinaria nei confronti del presidente del Consiglio - la sola conclusione «logica» dovrebbe essere questa. Dalla nascita della Repubblica, fino a Mani pulite, a governare l' Italia sarebbe stata una banda di malfattori, smascherata da una magistratura indipendente e dall' «opposizione degli onesti». Che, peraltro, aveva spesso condiviso con la maggioranza responsabilità, errori, vantaggi, grazie al consociativismo parlamentare, mentre predicava la purezza degli ideali rivoluzionari nelle piazze. Tangentopoli scoppia quando - crollato il comunismo e nato un nuovo assetto internazionale - il quadro politico italiano non riflette più la divisione mondiale per blocchi contrapposti. Cade la conventio ad excludendum nei confronti dell' opposizione; ma, allo stesso tempo, i partiti che hanno guidato il Paese fino a quel momento non hanno più bisogno del consociativismo per garantirsi la stabilità sociale. È giunto il momento che il confronto fra chi governa e chi sta all' opposizione si risolva nel solo modo previsto dalla democrazia: contando le teste. Tangentopoli non è una «congiura» della magistratura al servizio dell' opposizione, ma è la risposta del sistema che di fatto governa il Paese - tutti quelli che sul consociativismo ci hanno campato - al cambiamento. Per la vecchia opposizione, sconfitta dalla Storia, è l' occasione di andare al governo. Ma spunta Silvio Berlusconi, che ne sconfigge la «gioiosa macchina da guerra», vince ripetutamente le elezioni, e pretende di governare contro un' opposizione che ha perso la capacità di mobilitazione sociale delle piazze e persino l' identità politica. Di fronte al pericolo che il centrodestra realizzi almeno qualcuna delle riforme promesse, ritorna la contrapposizione onesti-disonesti in luogo di quella democratica opposizione-governo. L' Italia è governata da un malfattore da cacciare, non da un cattivo governante da sconfiggere politicamente. Se questa è la «logica» conclusione che si dovrebbe trarre dalle vicende italiane della Prima e della Seconda repubblica, si deve anche ammettere che essa è paradossale e, insieme, drammatica. È paradossale perché non ha senso sostenere, come fa la sinistra, che l' Italia - salvo quando è essa stessa al governo - sia governata da malfattori. È drammatica perché rivela che il complesso di poteri che presiede alla vita del Paese tende - ogni volta che si profila la democrazia dell' alternanza, governa chi ha più voti, fino alle elezioni successive - a risolvere la dicotomia opposizione-governo con una «correzione» alla logica democratica. Il consociativismo, ieri; un «governo di salute pubblica», oggi? Non «il governo degli onesti», o dei «migliori», ma il «governo degli interessi comuni»; che nessun politico ha la forza di sconfiggere, ma la cui sola presenza a Palazzo Chigi, se si prolunga, è percepita come una minaccia. Una sorta di continua riedizione del Comitato di liberazione nazionale. Ma contro la democrazia.

 




(articolo tratto dal 'Corriere della sera' del 19 settembre 2009, pag. 49)

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ARRIGO BORIN - MILANO/ITALIA - Mail - martedi 29 settembre 2009 19.14
Perchè si deve insistere a biasimare o incensare Berlusconi ? Dare un giudizio sul governo attuale, squisitamente sulla base di come opera e ciò che fa, dovrebbe esssere sufficiente ad una forza di opposizione, senza dover ricorrere al gossip per conclamare una fantomatica dittatura.
Perchè pochi fanno notare che c'è un abisso tra quello che il governo dice e quello che realmente fa ? Su argomenti come questi gli Italiani dovrebbero essere stimolati al prossimo giudizio elettorale, non sui pettegolezzi che, in fondo, faranno gioire il diretto interessato.
Antonio Moschitta - Foligno/Italia - Mail - lunedi 28 settembre 2009 12.1
La contrapposizione onesti-disonesti è un dato di fatto, purché si tenga conto che è un fenomeno trasversale agli schieramenti politici. Che l'Italia sia governata da un malfattore da cacciare è probabilmente un dato di fatto. Che Berlusconi controlli i media e le istituzioni per difendersi non NEI processi ma DAI processi è un altro dato di fatto. Che si sia assistito in tal senso a una serie di leggi ad personam è un dato di fatto. La cosa tragica non è che gli esponenti di sinistra sostengano che al governo ci sono dei malfattori, ma che a loro volta siano adottino gli stessi comportamenti dei dirimpettai di destra e la stessa tecnica del processare mediaticamenti e delegittimare i magistrati che li mettono sotto inchiesta, contribuendo a demolire il sistema democratico (che si basa sulla divisione dei poteri) zittendo chi dissente e influenzando pesantemente chi esercita funzioni di controllo.
suzanne - italia - Mail - martedi 22 settembre 2009 16.40
scusa, che c'entra il lodo alfano? il presidente del consiglio ha già avuto processi, e non si è mai preoccupato di dimettersi. non è necessario che lo faccia nemmeno stavolta no?
quindi la colpa dell'eventuale caduta del governo sarebbe una legge che viene ritenuta non costituzionalmente corretta.
possibile che nel governo non ci sia nessuno, mi domando, che sappia fare una legge costituzionale?


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