Alessandro LozziGiusto o sbagliato, prima di tutto è il mio Paese. Non è solo uno ‘slogan’: è il principio cardine del popolo britannico. Non a caso questo è il ‘motto’ di chi ha inventato lo Stato costituzionale, che oggi chiamiamo di diritto, e ha dato certezza ai diritti individuali contro il potere assoluto. Ma è difficile che sappia l’inglese chi non sà nemmeno l’italiano. Qui non si tratta di condividere o meno la politica di Di Pietro. E chi legge ‘laici.it’ sa che non solo non la condividiamo, ma la disprezziamo. Né si tratta di condividere o meno la politica di Berlusconi. E chi legge ‘laici.it’ sa che ne vediamo tutti i limiti, le contraddizioni e anche gli errori. Si può essere all’opposizione, ambire a rovesciare legittimamente le sorti e andare al governo. Si può anche tentare di annientare il Pd e prenderne il ‘posto’. Ma non si può, anzi non si deve farlo a spese della comunità, svergognando senza rimedio, inutilmente e falsamente, il proprio Paese. Quello di Di Pietro non è un atto politico: è un atto ignobile. Ed è recidivo. Come non ricordare che, nel 1994, proprio durante lo svolgimento del G8 a Napoli, notificò in mondovisione l’avviso di garanzia al Presidente del Consiglio? Tutti ricordano la vicenda. La notifica fu accompagnata dalla famosa frase, chiaramente illustrativa dello spirito di equilibrio che caratterizzava il Di Pietro magistrato: “Io quello lo sfascio”. La conclusione fu: ‘sputtanamento’ universale per il nostro Paese, assoluzione per l’indagato, carriera politica per Di Pietro. E questo è il centro della questione. Dobbiamo la carriera politica di Di Pietro ai due campioni, eterni rivali del Pci, poi Pds, poi Ds, ora Pd: D’Alema e Veltroni. Fu infatti D’Alema a imporre nel collegio blindato del Mugello un Di Pietro ‘in fuga’ dalla magistratura. Ed è stato Veltroni che, preferendolo negli abbinamenti alla sinistra comunista, ha deciso il successo del primo e la morte della seconda. Ora, quel galantuomo sta ricambiando il favore a modo suo, cercando cioè di annichilire il Pd. E i due campioni di ogni insuccesso sono in seconda fila. Ci sono tre candidati alla leadership del partito: nelle loro mani è il destino della sinistra italiana e, quindi, indirettamente anche dell’intero Paese. Dicano una parola limpida su questa infamità. E facciano una scelta chiara in ordine all’alleanza suicida. Lo faranno per se stessi, ma un po’ anche per noi.





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Roberto - roma italia - Mail - domenica 12 luglio 2009 21.55
La tesi proposta da questo articolo è risibile, a cominciare dall'avviso di garanzia del 94, il giudice, fino a prova contraria, risponde alla legge e non all'opportunità politica. Per quanto riguarda la situazione attuale stiamo andando verso una forma di dittatura mediatica mai vista nella storia di un qualsiasi paese occidentale, addirittura anche la7 è sotto stretta censura, vedi i casi crozza-luttazzi. Per molti, come per lei, la vergogna non è questa, ma la denuncia del fatto. Si confonde, per squallida opportunità' (non sua) l'Italia con Berlusconi. Ma chi ci sta facendo perdere la faccia è di pietro con la sua lettera denuncia, o un premier, oramai impresentabile, che è perennemente ridicolizzato, e con lui il paese, su tutte le prime pagine dei giornali delle nazioni libere Si faccia una cortesia, si legga l'articolo di Umberto Eco sull'espresso.
Lucia - Roma - Mail - domenica 12 luglio 2009 19.36
Ribaltare una frase, non è un errore. E nemmeno sottintendere il soggetto, come insegna il buon Tacito: la traduzione letterale, alquanto scolastica, che la signora Giuliana ci suggerisce sarebbe perciò la seguente: Giusto o sbagliato, esso è il mio paese. Se al dottor Lozzi aggrada di più, tanto meglio. Ma a chi conosce il "parlato" anglosassone può anche star bene così. Come può anche andar bene con l'intero verbo sottinteso.
LuciaP
Giuliana Giusti - Venezia - Mail - domenica 12 luglio 2009 18.2
Mi stupisco semplicemente dei seguenti dati
1) Pare che uno dei difetti di Di Pietro sia quello di non lavare i panni sporchi a casa (che mi pare sia l'interpretazione data al motto inglese My country, wright or not)
2) Un secondo difetto di Di Pietro, ancor più grave e basilare sia quello di non conoscere l'inglese. Ma da che pulpito. Il titolo rovescia l'ordine delle parole in inglese e risulta in una frase non inglese. Dovrebbe avere un soggeto, visto che c'è un verbo: wright or wrong IT is my country
3) Tutto è ammesso, meno quello di dire ciò che si pensa senza peli sulla lingua. Non mi pare un atteggiamento da laici.
Discordo profondamente con il tenore e il contenuto di questo articolo. Lo trovo tipicamente italiano (altro che inglese).
Giuseppe Gloria - Grosseto - Mail - domenica 12 luglio 2009 7.57
Sono perfettamente d’ accordo con Lozzi e Ostellino:Di Pietro rappresenta l’ala cosiddetta “Giustizialista “ presente non solo nella magistratura ma in tutto il paese (con in testa Repubblica) il cui sogno è vedere Berlusconi appeso per i piedi a Piazzale Loreto.
Di Pietro non ha capito niente della democrazia. Egli è il degno erede di Robespierre e i suoi estimatori – come il Sig. Ghirardi – mi fanno paura. Purtroppo i giacobini rappresentano- con la loro intolleranza - oggi il maggior pericolo per la nostra democrazia.
Ricordo al Sig.Ghirardi che il nome del nostro paese è molto più sputtanato dal fatto che ha avuto per oltre 50 anni il Partito comunista più forte del mondo occidentale sovvenzionato direttamente da Mosca e sovvenzionatore indiretto dei movimenti eversivi in tutta Europa e non solo . Per anni questo partito ha voluto essere una “Forza di lotta e di Governo” . Che tipo di forza fosse lo dimostra molto bene Pansa nei suoi libri .
Non sono mai stato pro-Berlusconi ma questa campagna della Sinistra capitanata dai giornali dell’editore svizzero pluricondannato per evasione fiscale in Italia e dal suo sodale Eugenio Scaltrari (così lo chiamava Montanelli che di uomini e giornalisti se ne intendeva ) mi convince – come sostiene Panebianco - che il Cavaliere costituisce per la Sinistra l’unico collante che la tiene unita. Per cui la Sinistra dovrebbe ringraziare il cielo dell’esistenza del Cav. mancando essa di idee e programmi seri da offrire agli italiani. .
Oso rivolgere due domanda ai soloni sinistri .
La prima : ma se il Cav non fosse entrato in politica voi avreste continuato a governare l’Italia con i “governicchi “ che duravano 8 mesi in media , che portarono il nostro Debito Pubblico al 120% del Pil , che non riuscivano a impostare neanche una seria riforma e che ci avrebbero portato fuori dall’Europa ?
La seconda : se il Cav non avesse avuto il suo apparato di mass-media (T.V. e giornali ) sarebbe riuscito – secondo voi che avevate all’inizio degli anni 90 il monopolio de facto della Cultura (che avete ancora adesso ) e di gran parte dell’Informazione - a vincere le elezioni ?
Una considerazione su “vallettopoli”. In Giappone esiste una istituzione millenaria, le Gheishe . Si tratta di donne che uno puo’ invitare – dietro compenso – a casa propria per rallegrare gli eventi e gli ospiti. Chi sostiene che le gheishe siano delle prostitute è ignorante o in mala fede. Lo stesso avviene negli USA dove esistono Agenzie di “Escort Hostesses “ che noleggiano per eventi di aziende, raggruppamenti politici, e di privati, belle fanciulle destinate ad allietare le riunioni. Che poi finiscano a letto con i partecipanti non fa parte delle prestazioni previste contrattualmente.
La cosa non potrà piacere ai moralisti e alle beghine , ma l'iniziativa nei due paesi è perfettamente legittima.
Questa battaglia condotta da occhi incollati al buco della serratura mi ricorda gli uccelli stercorari che di sterco si nutrono e nello sterco vivono.
Il più bello è che lo Scaltrari e il Mauro - dopo aver mandato avanti l'Avanzo a scatenare il casino - adesso si dicono indignati dei comportamenti del nostro Premier e ne chiedono la testa . Mi sembrano quei piromani che dopo aver attaccato il fuoco ai nostri boschi, chiamano i pompieri e si arruolano ( a nostre spese ) per combattere l'incendio da loro appiccato .

Per finire concordo con Alessandro Lozzi quando sostiene che la campagna condotta da “Repubblica “ non ha nulla a che fare con la libertà di informazione ma è una battaglia politica con armi improprie .
Riconosco a tutti i giornali il sacrosanto diritto di informare . Ma a me,semplice cittadino lettore , mi si deve lasciare il diritto di distinguere chi informa da chi infanga e demonizza..
Le vedove del Bolscevismo non hanno mutato il loro DNA. Come sosteneva Lenin nei suoi libri un vero bolscevico deve considerare l’avversario politico come un nemico da abbattere con ogni mezzo lecito e illecito: prima demonizzarlo, poi eliminarlo (possibilmente fisicamente e ci sono 90 milioni di cadaveri a provarlo). Repubblica mette in pratica quotidianamente questi insegnamenti, alla faccia della democrazia e della verità !
Morale : con questa sinistra ogni dialogo sarà sempre viziato dall’imprinting ereditato dal PCI e di Lenin .
Povera Italia.!


Ghirardi GianCarlo - Trieste Italia - Mail - sabato 11 luglio 2009 23.1
Non sono affatto d'accordo con l'articolo. Penso infatti che la democrazia in Italia sia effettivamente in pericolo. Credo anche che il nome del nostro paese, piu' di cosi' non possa essere sputtanato nel mondo. Del resto, cose simili sono venute sistematicamente da americani seri contro il loro paese e il loro presidente quando era Busch. Non ho mai pensato che questi individui, molti dei quali intellettuali di sinistra che conosco bene e che stimo violassero un principio tanto stupido quanto quello che da il titolo all'articolo che implicherebbe, tra l'altro che i tedeschi avrebbero dovuto coprire Hitler quando era al governo. Oltretutto la frase, decontestualizzata, perde qualsiasi senso, come risulta ovvio a chiunque. Quante volte nella storia figure eroiche che vivevano in un paese in cui la liberta' e' stata conculcata hanno cercato aiuto in poteri esterni al paese stesso?
L'autore sottovaluta certamente, secondo me. la gravita' della situazione, in particolare gli attacchialla liberta' di stampa e alla giustizia che caratterizzano la nostra triste realta'.


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