Aldo Torchiaro

Fine della luna di miele tra Berlusconi e Veltroni? Sembra di sì. All’improvviso, come era comparso, il flirt si è risolto in una bolla d’acqua. Niente tavolo di consultazione permanente. Niente confidenzialità particolari. L’opposizione ombra, malgrado il gran caldo, sembra voler uscire allo scoperto; e la maggioranza potrebbe per tutta risposta ricordarsi di non avere alcun bisogno di tenere in conto il parere del Pd su ogni cosa. Silvio torna ad essere quello di sempre, e Walter quello di prima, insomma. Troppo cattivo il primo, troppo buono il secondo. Fine del clima nuovo. Bentornati nella seconda Repubblica, con i suoi pregi e i suoi difetti. Su quali basi poggiasse l’asse Berlusconi – Veltroni, d’altronde, era di per sé misterioso. Si sa solo che dopo l’incontro al vertice tra i due, lo scorso trenta novembre, il fair play era invalso come regola ferrea. “L’Italia si riconosce ormai in due grandi partiti”, aveva detto Veltroni aprendo la campagna elettorale. “Chi non vota per noi, voti per il Pd”, aveva fatto eco Berlusconi. Sempre sotto braccio, fingendo di farsi qualche affondo in pubblico per ridacchiarne in privato, Walter e Silvio hanno tenuto fede ad un patto che, se all’inizio era di non ritorsione, si è via via esteso ad una formula di cooperazione più ampia. Telefonate continue, cene, riunioni congiunte hanno segnato l’avvio di una legislatura che Pasquale Laurito, giornalista parlamentare dichiaratamente 'dalemiano', ha definito “evidentemente votata ad un implicito appoggio esterno del Pd alla maggioranza”. Oggi però il vento sembra cambiare, repentinamente. Ma cosa è successo dietro le quinte? Proprio niente. Nel senso che se qualche opinion-maker (soprattutto del centrodestra) e qualche sondaggio (nel centrosinistra) hanno segnato l’allarme rosso, è per via dell’eccesso di melassa. I muscoli di Berlusconi sembrano inflacciditi, la verve di Veltroni smidollata. Ma come, ci avete detto che l’altro era il più brutto, il più cattivo, il male assoluto e adesso sorridete in posa, mano nella mano, per i fotografi della storia? Eh no. “Sivlio, parla chiaro”, l’ha bastonato Libero. E dalla base del Pd, complice il tumulto 'dalemiano', identici rimbrotti. Basta con la melassa: per recuperare consenso, sia il Pd che il Pdl devono tornare a darsi addosso. E’ la sola via da percorrere per rinforzare entrambe le parti, e in definitiva per non togliere forza al patto segreto che ne regge le comuni sorti. Solo un Berlusconi più forte e quindi più temibile può essere utile al Pd, tornando a compattarlo. Solo un Veltroni che improvvisa il simulacro di una opposizione dura, e minaccia manifestazioni di piazza da autunno caldo, può tornare a dare forza al premier e tenere unita la maggioranza. I romani dicevano: simul stabant, simul cadent. Si sta in piedi insieme, si cade insieme. E insieme si fa ‘melassa’.


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galgano palaferri - torino - Mail Web Site - lunedi 7 luglio 2008 13.12
condivido in toto, l'ho ripartato sul ns. blog. ma la RIVOLUZIONE LIBERALE" che fine ha fatto? a volte mi sembra che il regista di tutto sia un certo t.di lampedusa, cambiare tutto perchč nulla cambi. anche se, questo governo qualche risultato, anche importante, lo sta ottenendo. ma forse si potrebbe fare di pił. con una politica meno dirigista e pił ,liberale.
si veda e si diffonda:
http://UpL.ilcannocchiale.it/post/1963391.html
Paolo - Roma - Mail - lunedi 30 giugno 2008 12.8
E poi ci si chiede perche la gente non va piu a votare o non ama la politica ... non cambieranno mai!
Alfonso - Pescara - Mail - giovedi 26 giugno 2008 0.56
Bello


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