Arturo Diaconale

Si può passare dal lassismo e dal permissivismo eccessivo ai pogrom? Qualcuno sembra esserne convinto a proposito dei rom. Lo sono quei giornali di destra che cavalcano forsennatamente la tigre della demonizzazione e della criminalizzazione degli zingari. Lo sono quegli amministratori di sinistra che pensano di reagire alla clamorosa sconfitta elettorale del 14 aprile dimostrando di voler essere molto più duri ed intransigenti della destra quando si tratta di perseguitare i rom. Lo sono quei dirigenti della maggioranza e dell’opposizione che immaginano di poter superare il clima di guerra civile strisciante durato per decenni nel nostro paese lasciando congiuntamente crescere nell’opinione pubblica italiana una ondata di fobia paranoica nei confronti dei 170 mila nomadi presenti nella penisola. Ebbene, di fronte a questo pericolo bisogna dire chiaro e forte che così come vanno condannati il lassismo ed il permissivismo del passato (ed in parecchi casi anche del presente), va condannata ogni assurda indulgenza nei confronti di chi s’illude stoltamente che il problema degli zingari possa essere risolto dando fuoco ai loro campi e costringendoli a fuggire dalle città. Non si tratta di prendere le difese di chi delinque, di chi si rifiuta di rispettare le leggi del nostro paese o chi pretende di non integrarsi in una società avanzata come la nostra mantenendo ad ogni costo usi e costumi di tipo tribale. Su questi punti non ci possono essere equivoci. Le leggi vanno rispettate sempre, comunque e da chiunque. Senza eccezioni e deroghe di sorta. Quelle eccezioni e deroghe che le formazioni ideologiche della sinistra hanno talmente giustificato negli anni scorsi da ingigantire il problema degli zingari fino al limite esplosivo raggiunto in questi giorni. Si tratta, al contrario, di ribadire che le regole dello stato di diritto vanno difese e rispettate sempre. Anche di fronte ad eventuali emergenze. Ed anche se le convenienze politiche del momento consiglierebbero di alimentare e di non opporsi alle ondate emotive di una popolazione giustamente preoccupata dal problema-sicurezza. Non è con i roghi, con le ronde, con le demonizzazioni e gli anatemi che si riesce a ridare fiducia e tranquillità all’opinione pubblica. Perché più si cavalca l’emozione e l’irrazionale, più si perde di vista la parte concreta della questione da affrontare e da risolvere. Si illude, allora, chi pensa che il problema degli zingari si possa risolvere cancellando i loro campi ed espellendoli dalle città in cui si sono sistemati sfruttando il lassismo ed il permissivismo delle pubbliche autorità. Cacciati da una zona, i nomadi ne occuperanno un’altra con una peregrinazione da una città all’altra che non finirebbe neppure se si decidesse l’espulsione in massa dei 170 mila rom. Quale paese, infatti, li accoglierebbe tenendo conto che una parte di loro ha cittadinanza italiana e che buona parte del resto è apolide? La soluzione, allora, non è la demonizzazione isterica o le misure demagogiche. E’ la capacità dello Stato di imporre il rispetto della legge sempre, comunque e a chiunque (ecco un bel terreno di intesa bipartisan). Ed è anche la scelta del governo di pretendere il coinvolgimento diretto dell’Unione Europea per la soluzione di una faccenda che non è solo italiana ma comunitaria. Al centro-destra al governo una raccomandazione: la sinistra ha la responsabilità di aver fatto girare per il mondo l’immagine del Bel Paese deturpato dalla “monnezza”. Eviti dunque di assumersi la responsabilità di far dipingere l’Italia come il Paese dei pogrom!




(articolo tratto dal quotidiano 'L'opinione delle Libertà' del 16 maggio 2008)
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