Vittorio Lussana

Eugenio Scalfari è un fazioso. Ed ora spiegherò il perché. Ho letto il suo articolo su 'Repubblica' del 15 luglio 2007 punto per punto. E l'impressione che ne ho tratto è che non si possa più continuare ad andare avanti con analisi politiche 'fredde' e disincantate, come se il futuro dovesse per forza risolvere i problemi del presente. Mi dispiace, ma le cose non stanno affatto così: i problemi dovrebbero essere affrontati sull'oggi, affinché siano meno ambigue le questioni che poi si porranno all'indomani, secondo la massima che vorrebbe un governo "che rifletta di notte e governi di giorno". Uno dei problemi del presente, ad esempio, è quello di una politica tutta riversata sul versante propagandistico - comunicativo ed altresì poco rivolta ai problemi concreti. Non c'è niente da fare: gli italiani non ci stanno ad abbandonare una visione astratta, tardo-ideologica e puramente 'percettiva' della politica. E il loro luogo di riflessione è divenuta la gradinata di uno stadio calcistico, non una piazza o una sezione di partito. Tutto ciò, per chi alla politica 'vera' vuole ancora bene, non è accettabile. Soprattutto se simili tendenze continuano a venir assecondate da un'informazione scarsamente indipendente. Non è questo il caso di Scalfari, per carità, la cui autonomia di giudizio è nota sin quasi a toccare le 'vette' della 'presunzione filosofeggiante'. Ma se pure il 'buon Scalfari' rimane ancorato alla 'zattera ideologica' dell'analisi puramente formale, senza denunciare un panorama dell'informazione becero e 'cialtrone', allora continueremo ad andare avanti con le 'mezze verità'. E raramente due 'mezze verità' ne compongono una intera. Il problema della politica italiana è ormai quello di una totale mancanza di contenuti, di una cronica incapacità ad aggredire con efficacia i problemi concreti del Paese. Ma questa è una difficoltà che investe tutti i partiti, a destra come a sinistra. Ricordo il bellissimo 'pamphlet' dell'amico e collega Giovanni Negri, pubblicato durante la campagna elettorale per le elezioni politiche del 2001. Si intitolava: "La politica del fare". Ed era stracolmo di spunti e di idee tese a rivoluzionare veramente, a livello infrastrutturale, l'Italia. Eppure, nonostante la Casa delle Libertà avesse in seguito ottenuto una maggioranza schiacciante al termine di quelle consultazioni, nulla di quanto suggerito venne poi realizzato. Nulla. Questo piccolo aneddoto sintetizza molto bene il problema della politica italiana di oggi: essa proprio non ce la fa ad affrontare questioni che spesso, già in linea di partenza, si presentano con gravi ritardi e con la necessità di risoluzioni di emergenza, le quali poi divengono vera e propria prassi di governo. Questo è il 'nocciolo' della questione ed è inutile che continuiamo a 'girarci intorno': troppa 'fuffa', signori miei, da tutt'e due le parti, e ben poche realizzazioni. Il che 'intorbidisce' di molto la situazione, poiché permette ad un ambiguo fascismo 'strisciante' di farsi strada. Un fascismo non inteso in termini ideologici, bensì sociali: una sorta di populismo vagamente venato di razzismo. Le cronache di questi giorni sono stracolme di incidenti automobilistici causati da cittadini italiani colpevoli di essersi messi alla guida delle loro autovetture in stato di ebbrezza. Eppure, a livello sociale, continua a circolare la 'leggenda' che siano gli immigrati romeni o albanesi a commettere queste gravissime effrazioni. E la politica continua a star lì, chiusa nel suo mondo, a prendersi i 'vaffa berlusconiani' come se niente fosse, come se ciò non rappresentasse una continua 'semina d'odio', come se il Paese fosse veramente riunito all'interno dello stadio Giuseppe Meazza di San Siro. Tutto ciò non è più tollerabile. Ed è per questo motivo che ci sarebbe bisogno di una politica che sappia tornare ai contenuti ed alle riforme vere e concrete.




(articolo tratto dalla rubrica settimanale "Cultura e società" pubblicata sul sito web di analisi politica www.diario21.net)
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patrizia patti - Roma - Mail Web Site - sabato 28 luglio 2007 15.6
Vittorio Lussana, come sempre, ha fatto
un'analisi molto incisiva ed intelligente.Per fortuna ci sono ancora giornalisti onesti come lui che ricordano, periodicamente, che Scalfari è ed è sempre stato un gran fazioso! Tanti complimenti e buon lavoro
Lucia - Roma - Mail - martedi 24 luglio 2007 10.15
Lussana, l'idealista passionale...
LP


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