Vittorio LussanaIl vero problema di fondo del Movimento 5 stelle non è mai stata la leadership di Luigi Di Maio. La questione che sta letteralmente investendo la forza politica 'grillina', in realtà, è un'altra: quella di un idealismo populista destinato a rivelarsi totalmente inadatto ad affrontare quella 'società liquida' delineata e diagnosticata da Zygmunt Bauman. Si tratta di un problema che si pone anche per il centrodestra, in larga parte affetto da un 'superomismo' il quale, all'interno del contesto sociale venutosi a creare dopo il crollo del muro di Berlino, si trasforma in una vera e propria forma di autolesionismo. Ciò accade perché, storicamente, la classe politica dei populismi risulta quasi sempre mal selezionata e politicamente 'incondita' ab originem. Nella 'parabola di Dio', il mistico Zarathustra non dichiara la 'morte fisica' della divinità, bensì quella di un ordine cosmologico predefinito, teologicamente prestabilito, dimostrando ai cittadini del suo villaggio che Dio è morto poiché gli uomini stessi lo hanno assassinato, trasformandolo in mero 'meccanismo' da utilizzare contro altri uomini. Ecco da dove discende il motto: "Non c'è più religione". In una società liquida come quella attuale è perfettamente inutile stabilire a priori delle fissità, ideologiche o morali che siano. Uno sviluppo acefalo, globalizzato e massificato dev'essere contrastato con categorie culturali totalmente nuove, che sappiano agire su noi stessi prima ancora che nei confronti dell'Altro. Eppure, si insiste con visioni utilizzabili solamente in fase propagandistica e non certo in sede empirica. In secondo luogo, il pragmatismo ideologico tornato di gran voga in questi anni incontra un limite ben preciso: esso non indica alcuna strategia sociale e collettiva, bensì individua dei semplici 'bersagli', identificandoli come "nemici del popolo". Una vera e propria fuga dalle responsabilità, individuali e collettive. In pratica, si crea la categoria dei 'bibbianisti' per colpire un Partito politico avversario, facendo rimpiangere persino gli 'esodati' della professoressa Elsa Fornero: una 'neo-categoria' creata nelle redazioni dei giornali per sintetizzare le difficili condizioni di quei lavoratori che, a causa di un errore burocratico, non avevano più né un'occupazione stabile, né alcun trattamento previdenziale. Una 'categorizzazione', insomma, destinata a chi, in quella precisa fase politica, governava il Paese affinché provedesse a porre un rimedio all'errore commesso, non funzionale a colpevolizzare qualcuno per accusarlo di chissà cosa. Ecco perché possiamo assicurare che tutto sta procedendo secondo i 'piani' previsti: a un certo punto, il 'grosso' dell'elettorato italiano diverrà consapevole non solo dell'inedeguatezza del populismo, di destra o di sinistra che sia, ma finirà persino per archiviarlo in quanto strumento inutilizzabile, scientificamente anacronistico, filosoficamente inattuale. La gente comprenderà che accusare un Partito politico di strappare bambini dalle loro legittime famiglie non è la stessa cosa rispetto a un sindaco che, per autentica e pura superficialità, assegna dei locali senza procedere a un bando di gara: la prima questione è totalmente astratta, mentre la seconda rischia di essere replicata, poiché sottovalutata o considerata di minor importanza, mentre invece essa è il vero 'nocciolo' del problema. Quando si comprenderà questa 'differenza di piano', il popolo non sarà più disposto a perdonare chi ha cercato di manipolarlo, di 'intossicarlo', o addirittura di 'avvelenarlo', tanto per citare lo stesso Friedrick Nietzsche. In ogni caso, ribadiamo: tutto sta procedendo secondo i 'piani'. Ma l'intento finale non sarà quello di una vendetta da parte di qualcuno verso altri: non sarebbe coerente con un autentico modello di recuperata 'spiritualità'. Il vero obiettivo è solamente quello di far emergere, scientificamente e con prove alla mano, quali siano le questioni che stanno alla base della nostra immaturità democratica. Non ci saranno colpevoli,innocenti, ma una serie di indicazioni alle quali si dovrà rispondere politicamente, affinché divengano una serie di valori e obiettivi comuni per tutte le 'parti' in causa, senza rimescolamenti strumentali, demagogici o meramente propagandistici. Un movimento politico è solamente un mezzo, non un fine. Il Partito è uno strumento, non il contenitore di svariate e molteplici tendenze insurrezionali, come avveniva, invece, nelle forze politiche totalitarie. La vera finalità è quella di denunciare la scarsa efficacia di molti nostri 'organi', a cominciare dalla 'forma-Partito' medesima. A causa di ciò, alla fine di questo percorso verrà posta una questione importantissima, legata al modello educativo e di istruzione vigente, oggi, in Italia, non più in grado di dotare le generazioni più giovani di strumenti adeguati per decodificare la realtà che li circonda. O che, anche nei casi migliori, li consegna a una società ipertecnologica carichi di molte, troppe, lacune. Una problematica di natura culturale, che solleva un'ulteriore questione: quella di un Paese capace di unirsi e ricompattarsi soltanto quando si trova in pericolo, o viene messo sotto pressione. Un aspetto antropologico da correggere, al fine di abbandonare i retaggi più atavici della nostra inciviltà, giuridica e morale. Per imparare a cambiare noi stessi e a modificare, quando necessario, il nostro punto di vista.




Direttore responsabile di www.laici.it e della rivista mensile 'Periodico italiano magazine' (www.periodicoitalianomagazine.it)

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