Lorenza MorelloL'organizzazione mondiale della Sanità ha affermato che la depressione è la principale causa di disabilità in tutto il mondo. Le aziende, infatti, iniziano a comprendere bene e sulla propria 'pelle' quanto ciò comporti a livello di fatturato. Secondo 'Gallup', l'87% dei dipendenti è demotivato, con una perdita di produttività di 500 miliardi di dollari, mentre la Harvard Medical School ha indicato che il 96% dei leader sperimenta il 'burnout' (sindrome da stress sul lavoro, ndr). Queste tendenze sono direttamente collegate al basso livello di coinvolgimento dei dipendenti, il quale a sua volta si traduce in una perdita di entrate del 32,7%, con un 37% in più di assenteismo e il 49% in più di incidenti sul posto di lavoro. Sulla falsariga di tutto questo, a settembre partirà, in Italia 'Il primo percorso di certificazione in Chief Happiness Officer' (manager in Scienza della felicità e delle Organizzazioni positive), rivolto a #HR&innovation manager; #Ceo; #Imprenditori; #Consulenti; #Professionisti. Il percorso veicola competenze, strumenti e pratiche per costruire e gestire 'organizzazioni positive' e attinge a tutto il sapere legato alla Scienza della felicità e delle Organizzazioni positive. I 'player' di questa iniziativa credono nel vantaggio collettivo derivante dalla costruzione di ambienti di lavoro sani, sicuri e positivi. Vogliono, dunque, contribuire a costruire una comunità di leader, che sentano l'urgenza di questo cambiamento e abbiano la spinta ad acquisire le competenze necessarie per guidarlo. I motivi di tutto ciò discendono dai numeri analizzati in apertura. Ecco perché è importante che i leader considerino questo progetto un investimento per il futuro benessere della propria azienda: un investimento strategico, per acquisire strumenti e procedure operative di valore, che aumenteranno efficienza, efficacia e performance della tua azienda. La Scienza della felicità applicata a contesti organizzativi ha quasi 100 anni di Storia. Sono molte le pubblicazioni scientifiche che hanno misurato con successo l'effetto positivo della competenza della felicità sul posto di lavoro, convalidando ciò che già sapevamo da un secolo. A queste, si sono aggiunti negli ultimi anni, 'casi-studio', pratiche e comportamenti che una vasta letteratura ci racconta e mette a disposizione. La più recente evidenza empirica che ha indagato la relazione positiva tra la competenza della felicità e il successo aziendale è stata pubblicata pochi giorni fa nel 'Rapporto sulla politica globale di felicità e benessere 2019'. Lo studio ha intervistato 1 milione 882 mila 131 dipendenti e ha misurato le prestazioni di 82 mila 248 unità aziendali, da 230 organizzazioni indipendenti, in 49 settori e in 73 Paesi. La ricerca ha concluso che "esiste una grande, positiva correlazione tra il benessere dei dipendenti e le misure aggregate di livello aziendale a livello di performance in tutti i tipi di industrie. Questo rapporto è particolarmente forte in termini di soddisfazione del cliente e turnover del personale, fattori che guidano la redditività complessiva". Altre ricerche hanno accompagnato con ulteriori evidenze questi numeri, intercettando i vantaggi della scienza della felicità applicata al lavoro:
+ 300% di capacità di innovazione (HBR);
+ 44% di ritenzione (Gallup);
+ 37% delle vendite (S. Achor);
+ 31% di produttività (S. Achor).


Insomma, investire nelle competenze dei dipendenti e nel benessere organizzativo porta a risultati positivi assai significativi in termini di soddisfazione, produttività e redditività.




Giurista d'impresa
Mediatore Civile Professionista
cultrice di diritto civile
Presidente nazionale APM
A.D.R. & Conflict Management
www.masmore.ch
Lascia il tuo commento

Nessun commento presente in archivio