Fabrizio FedericiSi terrà il 1° dicembre prossimo, a Roma, presso la clinica 'Ars medica' di via Ferrero di Cambiano, col patrocinio dell'Ordine dei medici di Roma, del movimento 'Uniti per Unire', dell'Unione medica Euromediterranea (Umem) e della Btl Italia, il Congresso annuale dell'Amsi, l'associazione dei medici di origine straniera in Italia, congiuntamente al corso d'aggiornamento Amsi in Neurotraumatologia (trattamento medico, chirurgico e riabilitativo). Un appuntamento a cui parteciperanno professionisti della sanità italiani e d'origine straniera nel contesto del programma d'aggiornamento professionale e interdisciplinare dell'Amsi (che ha al suo attivo, in 18 anni di vita, l'organizzazione di più di 650 convegni). Con questo inoltre, inoltre, (accreditato Ecm, col rilascio a tutti i professionisti partecipanti di 6 crediti formativi), s'intensifica la collaborazione tra Amsi e Ordine dei medici di Roma e Provincia, nel quadro della politica dell'Amsi di massima apertura anche alle altre professioni sanitarie e alla società civile nel suo complesso. Interverranno, infatti, neurologi, neurochirurghi, fisiatri, radiologi, ortopedici, radiologi, fisioterapisti, podologi. "Sin dall'inizio della sua attività", precisa il professor Foad Aodi, medico fisiatra, fondatore e presidente dell'Amsi, nonché consigliere dell'Omceo di Roma,"l'Amsi ritiene che medicina e sanità siano i migliori argomenti per sviluppare veramente il dialogo interculturale e interreligioso e la difesa dei diritti umani. Al convegno del 1° dicembre, presenteremo le ultime proposte dell'Amsi: che all'agenda delle professioni e della politica italiana ha messo recentemente i suoi progetti 'Buona sanità internazionale' e 'Buona immigrazione', per lo sviluppo di una vera cooperazione sanitaria internazionale. Siamo, infatti, fortemente preoccupati", prosegue Aodi, "per un quadro internazionale in cui, da una parte, continuiamo a contare le morti di innocenti (nei vari conflitti, o per fame, o nel mare), la violenza contro donne e anziani e la scomparsa - nel caos delle migrazioni irregolari - di migliaia di minorenni non accompagnati; dall'altra, la mancanza di qualsiasi seria azione politica e diplomatica per prevenire tutto questo, con un preoccupante e gravissimo ritardo dell'Unione europea, che ha lasciato l'Italia da sola in questi anni di emergenza  immigrazione, legata al  continuo mutamento della geopolitica nei Paesi euro mediterranei e africani. Con i nostri due progetti", conclude il presidente dell'Amsi, "proponiamo, in sostanza, nuove politiche nazionali per l' immigrazione (che dev' essere sempre programmata coi vari Paesi di partenza), l'integrazione - termine che, oggi, sembra quasi scomparso dal lessico della politica italiana - e la sicurezza di tutti, nel rispetto di diritti e doveri: ci sembra questa, da parte nostra, la migliore risposta al 'Decreto sicurezza' del Governo. In Italia vivono e lavorano circa 80 mila professionisti della sanità (di cui circa 19 mila medici), senza negare la complessità dei problemi legati all'immigrazione. Anzichè attribuire agli stranieri la responsabilità di tutto cerchiamo anche di valorizzare l'integrazione silenziosa, invisibile e qualificata", quella che ogni giorno, in Italia, compiono queste migliaia di professionisti della sanità, determinanti nel funzionamento del Sistema sanitario nazionale e di altri importanti servizi pubblici. E pensiamo, nella cooperazione internazionale, a realizzare adeguati progetti di sviluppo dei servizi sanitari nei nostri Paesi di origine, che permettano di formare e specializzare medici 'in loco' per curare adeguatamente bambini e malati, limitando, al tempo stesso, l'esodo annuale, in quei Paesi, di medici italiani e le migliaia di richieste da parte di malati che desiderano essere curati in Italia tramite progetti umanitari".  


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