Vittorio LussanaLo scenario tecnologico futuro si sta aprendo verso nuove ipotesi. L'attuale panorama delle applicazioni, le cosiddette 'app', si sta infatti evolvendo da un primo territorio 'logico-sequenziale' a quello 'logico-simbolico'. Ovvero, quello delle reti neurali che tentano di imitare i cervelli biologici degli esseri umani. Alcune applicazioni dedicate al gioco degli schacchi sono, già oggi, in grado di sconfiggere qualsiasi giocatore umano, anche molto esperto. Ciò accade in quanto, lo sviluppo tecnologico sta cominciando a 'immaginare simbolicamente', cioè a prevedere e a programmare, un numero sempre maggiore di decisioni e di scelte da attuare sul piano sequenziale. Questo aspetto è molto importante: la capacità di poter prevedere più 'mosse', che conducano allo 'scacco al re', sembra dirigersi verso il medesimo ragionamento delineato da Stanley Kubrick nel film '2001: Odissea nello spazio', con il suo supercomputer 'Hal 9 mila'. E cioè che lo sviluppo tecnologico in atto potrebbe presto generare delle applicazioni dotate di un'intelligenza artificiale estremamente potente, in grado di interloquire con gli esseri umani, riproducendo fedelmente alcune attività della nostra mente. Ciò significa che, nel giro di qualche decennio, utilizzaremo presto delle prime forme di intelligenza artificiale in grado di assisterci nella nostra vita quotidiana, ricordandoci impegni e appuntamenti, oppure programmando la nostra settimana lavorativa. Si tratta di un percorso pericoloso? L'avvento delle intelligenze artificiali prenderà il sopravvento sulla vita delle persone? E con quali conseguenze? Quali rivolgimenti? Quali risvolti? Noi non siamo pessimisti: le conseguenze legate alla futura intelligenza delle applicazioni mobili saranno sempre determinate 'a monte' dai programmatori delle 'app' medesime. E riteniamo ciò per due ordini di ragioni: a) gli algoritmi che attualmente operano nella fascia di quella che viene definita 'intelligenza artificiale debole' - cioè quella che, se confrontata con quella umana, è preposta a ragionamenti di carattere razionale e operativo-simbolico - pur riuscendo a deliberare risultati fruibili dopo avere compiuto una quantità enorme di calcoli, rimangono comunque assai distanti dall'accesso alle nostre facoltà intellettive, sia nella parte 'logico-simbolica', sia in quella emotiva (tali funzioni, almeno per ora, non sono perseguibili nemmeno dai più avanzati sistemi di intelligenza artificiale); b) fino a quando non si sarà in grado di realizzare dei semiconduttori così miniaturizzati da contenere un gran numero di cellule 'simil-neurone', come avviene per gli esseri biologici, non vi sono le premesse per portare la materia inerte a diventare 'pensante', o emotivamente 'inferenziale', capace cioè non solo di avere facoltà teleologiche, ma anche di volizione, autocoscienza e interazione con le persone. Naturalmente, nessuno può prevedere dove andremo a 'parare', con un simile avanzatissimo sviluppo. E alcuni scienziati considerano inevitabile l'emergere di macchine dotate di forme di intelligenza 'para-umana'. Ma noi non crediamo che ciò sia possibile. Almeno sino a quando gli algoritmi saranno costituiti da semiconduttori troppo diversi dai neuroni biologici molecolari. E se anche un giorno dovesse accadere qualcosa di inaspettato, crediamo che ciò avverrà nel medesimo modo in cui si verificò la scoperta della reazione a catena negli atomi di uranio, finalizzata a produrre energia nucleare. Ovvero, portata alla luce la scoperta, sarà in ogni caso l'uomo a utilizzarla. Con spirito di autonomia e - si spera - buon senso.

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Direttore responsabile di www.laici.it e della rivista mensile 'Periodico italiano magazine' (www.periodicoitalianomagazine.it)
(editoriale tratto dal mensile 'Periodico italiano magazine' n. 42 - settembre 2018)
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Roberto - Roma - Mail - giovedi 27 settembre 2018 11.7
Questo "filone tech" non rientra tra i miei interessi, ma la rivista come sempre e' molto bella. Grazie.
Rob
Sonia - Cagliari - Mail - mercoledi 26 settembre 2018 17.7
Pericoloso per l'uomo che tendenzialmente sfrutta ogni cosa, vale anche per le capacità neurali artificiali, per aumentare il proprio potere sugli altri.


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