Ennio TrinelliIl grande Stefano Fassina, già indimenticabile viceministro all'Economia del Governo Letta, ha partorito un nuovo elefante: si tratta di un soggetto politico #sovranista e di #sinistra che si chiama 'Patria e Costituzione': un nome da Partito di destra. Non che ci interessi: il buon Fassina è uno 'zombie' politico che non ha alcuna collocazione e che, come ho scritto da qualche altra parte, come responsabile economico del Pd ha appoggiato, per amor di Partito, tutte le misure che, oggi, considera inique, perché ci si evolve; che è uscito dal Pd con una polemica da asilo d'infanzia con Matteo Renzi, perché ci s'incazza; e che al Campidoglio dopo il 'due di picche' (o era il due per cento?) alla sua lista, è riuscito ad appoggiare gran parte delle cose fatte, a metà, dalla Giunta Raggi, perché ci si adegua. Ora, Fassina cerca una sua collocazione tra i sovranisti antieuropei e rispolvera discorsi e concetti che l'Unione sovietica degli anni '60 raccontava meglio, ma suonavano vecchi già allora. Poi il 'restyling' lo faceva la Pravda. Ma l'unica Pravda dei giorni nostri è al servizio dei 'pentastellati': non gliene va bene una. Alla patetica uscita sovranista e di sinistra che da sinistra viene, ma di sinistra ha poco, fa da contraltare il sovranismo 'demenziale' del Governo 'pentaleghista' dei disastri annunciati: 1.131 posti di lavoro persi al giorno al grido de: "Le famiglie devono mangiare insieme". Soprattutto quando (e se) hanno di che mangiare, da quando l'esecutivo del presidente del Consiglio 'invisibile' si è insediato. A quei posti di lavoro vanno aggiunti i 50 mila potenzialmente persi grazie all'idea meravigliosa di Di Maio e Salvini di chiudere i centri commerciali la domenica: perché se lavoro meno, ho meno bisogno di personale, lo sanno anche i miei nipoti. A questo si aggiunga la domanda posta dal vicepresidente del Consiglio 'pentastellato' al Governatore Emiliano, al quale ha chiesto informazioni su ciò che la Regione Puglia sta facendo per Matera: peccato che Matera sia in Basilicata. Particolare assolutamente irrilevante per il rappresentante di un 'governicchio' accecato dall'arroganza, come tutti i suoi 'collegucci gialloverdi'.


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