Ennio TrinelliEssendo questi i giorni in cui ci si deve distruggere le mani a suon di 'pacche sulle spalle'; tapparsi il naso durante 'baci umidicci' di 'labbra sudaticce', false come la festa che celebrano; ed essendo queste le giornate nelle quali il falso Paese di un popolo di 'cialtroni', prono alle tradizioni più che alla sua dignità, schiavo dei potenti che elegge a occhi chiusi e senza spirito critico, per potersi sentire un contestatore il giorno dopo sull'autobus e avere qualcuno da maledire per le sue 'sfighe'; lui - il popolo - che di prendersi responsabilità serie come quella di capire cosa sta facendo quando mette una 'X' su un simbolo non vuol saperne; essendo insomma questi i giorni in cui si è profondamente bugiardi per convenzione sociale, ebbene mi prendo la libertà di affermare che di queste giornate, atte solamente a far sentire ancora più solo chi solo lo è di suo, spesso per colpa del falso 'buonismo' di chi è buono e altruista solamente per 48 ore all'anno, non me ne può 'fregare' di meno; che non farò auguri a chicchessia; e che non festeggerò, perché l'ipocrisia non si festeggia, si combatte, mentre gli amici, quei quattro che s'incontrano veramente in una vita, si amano, nonostante le feste. Come le renne.


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