Fabrizio FedericiSi è svolto a Roma, presso la clinica 'Ars medica', il II convegno del XVIII corso di aggiornamento internazionale e interdisciplinare dell'associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi), che dal 2000 a oggi ha organizzato più di 550 convegni di aggiornamento professionale, in chiave sempre internazionale, estesi a tutti gli operatori della sanità (medici, odontoiatri, farmacisti, psicologi, infermieri, fisioterapisti, podologi e così via). 'Urgenza in cardiologia e medicina sportiva. Diagnosi, cura e riabilitazione': questo il tema del corso, che ha visto la partecipazione di 130 professionisti internazionali della sanità provenienti da tutto il mondo, riunitisi all'insegna delle 'parole-chiave': efficienza; responsabilità; meritocrazia; innovazione; dialogo con i cittadini. "Un corso", ha precisato il professor Foad Aodi, presidente di Amsi, "patrocinato da Btl Italia, dalla Confederazione  internazionale Unione medica euromediterranea (Umem) e dal Movimento internazionale 'Uniti per Unire'...". In apertura, Vittorio Lussana, direttore resposabile delle testate d'informazione 'Periodico Italiano Magazine' e 'Laici.it', ha illustrato i punti salienti del Manifesto 'Sanità e multiculturalismo', lanciato recentemente da Amsi, Umem, 'Uniti per Unire', (movimento transculturale, internazionale, interprofessionale, con più di 1000 associazioni aderenti): diritto alla salute universale; istruzione obbligatoria anche per i minori immigrati; maggior prevenzione nelle scuole; no alle cure 'fai da te' e alle pratiche mortificanti la persona (come l'infibulazione); sì a una legge europea sull'immigrazione e a un'adeguata programmazione sia dell'ingresso in Italia dei professionisti della sanità stranieri, sia del flusso di nostri operatori verso Paesi richiedenti (come Arabia Saudita, Austria, Germania, Belgio). "In proposito", ha sottolineato il professor Aodi, "ricordiamo che l'Amsi, con la sua funzione di raccordo tra domanda e offerta di lavoro nella sanità, negli ultimi 2 anni ha raccolto le richieste di ben 3500 giovani medici italiani che cercavano lavoro all'estero e 1500 medici ospedalieri e pensionati che volevano fare esperienze lavorative fuori dall'Italia. Non è più pensabile", ha proseguito Lussana, "che questo nostro Paese, negli anni duemila ormai inoltrati, continui a ignorare, in tutti i campi, competenze e meritocrazia, procedendo invece sempre con la tipica logica 'neofeudale', assegnando cioè qualsiasi incarico in base unicamente alla vicinanza del prescelto ai detentori del potere. Altrimenti, rassegniamoci a un inevitabile declino", ha concluso il giornalista. Il Ministro plenipotenziario, Ambasciatore Enrico Granara, coordinatore per gli Affari multilaterali del Mediterraneo e del Medio Oriente per il Maeci, ha illustrato le iniziative della Rete per il gialogo euromediterraneo 'Ride-Aps', in stretto raccordo con la Fondazione 'Anna Lindth' e con l'Unione per il Mediterraneo. "E' importante, per questa Rete", ha detto il diplomatico, "contare sul rapporto con associazioni come Amsi, Umem, Uniti per Unire e con enti locali come il Comune di Bologna, che davvero sono un modello di concreta attuazione di politiche per l'integrazione, mentre oggi è essenziale il contributo della società civile, anche alla politica estera di un Paese", ricordando anche che al professor Aodi, già da 2 anni è stato conferito l'incarico di membro del 'Focal Point' per l'integrazione in Italia per l'Alleanza delle civiltà (Unaoc), organismo dell'Onu. Importante la proposta, scaturita dal dibattito, di creare una confederazione degli Ordini e Albi professionali italiani, date le frequenti analogie tra i problemi delle varie professioni, non solo nella sanità, ma anche tra avvocati, giornalisti, commercialisti e così via. In linea, del resto, con quella che, da sempre, è la filosofia di 'Uniti per Unire'. "Allo stesso modo", ha aggiunto Aodi, "vi è la necessità, da un lato, di tornare a una visione unitaria del sapere e della pratica medica, contro le tendenze a un'eccessiva specializzazione, poiché non è pensabile che, come a volte capita negli ospedali, nella gestione di un caso clinico, uno specialista non parli con un altro; dall'altro, di combattere il deteriore fenomeno della medicina 'difensiva', promuovendo un migliore rapporto, anzi una vera e propria alleanza, tra medici e  pazienti". Ivo Pulcini, medico sportivo, direttore sanitario dell'associazione sportiva Lazio, parlando di urgenze in medicina sportiva si è soffermato sul corso di formazione al pronto soccorso per emergenze cardiovascolari, organizzato il 30 novembre scorso dai medici della Lazio per i giocatori della squadra e le loro famiglie, "per la prima volta, almeno in Italia", ha specificato il professor Pulcini. Un corso basato sull'impiego del dispositivo elettromedicale di prevenzione 'Modulo Sudden Death Screening' (Sds), prodotto dall'azienda Btl. Si tratta di uno strumento per la prevenzione della morte cardiaca improvvisa, principale causa di morte nei giovani atleti. "Ogni anno", ha precisato Antonio Forte, responsabile cardiologia di Btl Italia, "quasi 70 mila persone, nel nostro Paese, muoiono per arresto cardiaco improvviso: tra loro, molti giovani sportivi. Questo dispositivo, ora adottato anche in Italia innanzitutto da Lazio calcio e Salernitana calcio, permette, con una diagnosi richiedente pochi minuti, di prevedere in un paziente la possibilità di gravi patologie cardiovascolari addirittura con 10 anni di anticipo". Il congresso dell'Amsi ha riconfermato all'unanimità il direttivo uscente, che avrà come presidente Foad Aodi, vicepresidente Jamal Abo Abbas, portavoce Mihai Peter Baleanu e Kamran Paknegad come Segretario generale.


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