Giuseppe LorinAbu Dhabi, la grande e ricca capitale degli Emirati Arabi, emana profumi, odori ed è piena di colori. Il mare e il deserto sono in un suggestivo contrasto con gli ardimentosi grattacieli che dominano un dedalo di isole, ciascuna con una propria identità ben precisa. Così come coloro, per la maggior parte stranieri, che risiedono in questo luogo unico e multiforme. Basta osservare la gente pochi minuti per rendersene conto, tra famiglie 'occidentali' in shorts e costume da bagno che prendono il sole sulla spiaggia e donne elegantissime alla Melania Trump, che indossano velo e abaya, leggera veste nera sotto cui si intravedono loubotin dal tacco vertiginoso. Gli uomini portano la kandura, la tradizionale tunica bianca, con il copricapo fermato da una doppia corda nera. Fino a metà del secolo scorso, l'Emirato non era che una distesa di sabbia con un'economia essenziale basata sulla pesca di perle e sulla coltivazione delle palme da dattero. Poi, la scoperta del petrolio ha cambiato tutto, trasformando Abu Dhabi in modo definitivo. Nel segno del benessere e del lusso, certo, ma anche della cultura e della tolleranza religiosa, promosse dal padre fondatore degli Emirati Arabi Uniti: Sheik Zayed, a cui è dedicata la grande e prestigiosa moschea dalle 80 cupole di marmo bianco di Carrara, le mille colonne finemente intarsiate, i candelabri placcati in oro zecchino, i mosaici preziosi, i lampadari forgiati con cristalli Swarovski e il pavimento in porfido verde, nero, grigio e rosso, coperto dal più grande tappeto del mondo annodato a mano. Il Louvre Abu Dhabi, lo scorso 11 novembre 2017, ha inaugurato il suo polo culturale e artistico, in grado di attrarre visitatori e investitori da tutto il mondo: altro che la 'Nuvola' dell'Eur! Il Louvre Abu Dhabi ha per tetto una cupola a nido d'ape di otto strati, che ripropongono forme geometriche in stile arabo. All'ingresso, una statua del neolitico, proveniente dalla Giordania, accoglie i visitatori. È una delle più antiche della Storia dell'uomo e si compone di due teste. Un dualismo che sembra il marchio di fabbrica di quest'opera, pensata come 'ponte' tra passato e futuro, tra est e ovest. Il distretto culturale di Saadiyat Island porta la firma di prestigiosi studi di architettura internazionali, che hanno cambiato addirittura l'atmosfera della capitale, dove accanto a uffici, alberghi e centri commerciali nascono laboratori creativi e art gallery. Il Louvre Abu Dhabi è nato da un accordo intergovernativo con la Francia e disegnato da Jean Nouvel con il sogno, realizzato, della ricostruzione precisa di una medina araba, un quartiere antico. Le stanze museali sono strutturate in 23 gallerie permanenti, uno spazio per esposizioni temporanee, un museo per bambini, auditorium, ristoranti, sale da te e negozi aperti dalle più prestigiose 'maison' del mondo. L'esposizione delle opere d'arte, provenienti dai musei pubblici e privati di tutto il mondo, sono organizzate sulla base di tematiche comuni, più che su logiche spazio-temporali. Una curiosità incredibile è 'la duna' di Foster and Partners, già mostrata all'Expo 2010 di Shanghai, che è stata smontata pezzo per pezzo e rimontata accuratamente in occasione dell'inaugurazione dell'Abu Dhabi Art. In contrappunto, lo Zayed National Museum, progettato sempre dallo studio londinese di Sir Norman Foster e dedicato alle tradizioni culturali del Paese e al suo 'fondatore illuminato', al quale ha fatto seguito il Guggenheim di Frank Gehry, che ospita opere d'arte contemporanea provenienti da ogni parte del mondo. Per avere il quadro completo  dell'incredibile sviluppo di Saadiyat Island basta entrare al Manarat, il centro culturale che ospita la mostra permanente sulla sua storia e sul suo progetto, oltre a esposizioni temporanee di opere già acquisite dal Louvre Abu Dhabi, ma anche volte a sostenere giovani talenti locali. Reperti del periodo babilonese o l'installazione medicea del pechinese Gu Dexin rendono unico il Louvre Abu Dhabi, vanto della nuova politica degli Emirati Arabi. Nell'Emirato si guarda al futuro, con una crescente attenzione all'ambiente e una politica economica sempre più indipendente dall'oro nero, nonostante vengano estratti 4 milioni di barili di petrolio ogni giorno nel territorio di Abu Dhabi, posizionando il Paese al settimo posto come produttore mondiale.


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