Ennio TrinelliUna delle notizie che ci ha maggiormente colpito, negli ultimi tempi, riguarda la Nigeria. Un Paese nel quale vivono molti cari amici, indigeni e stranieri, travolti loro malgrado dalla clamorosa ondata restauratrice, a sfondo religioso, che quella nazione sta vivendo. Uno di loro ci ha inviato un link che riportava un articolo dell'orrenda stampa locale, con la notizia dell'arresto - in flagrante copula - di ben 42 uomini, i quali stavano spassandosela bellamente in un albergo del centro di Lagos. Tutti insieme, a quanto pare: oh, che bel castello! "Gli uomini sono stati sorpresi dalla polizia", riporta la viscida stampa nigeriana, "portati in galera, sottoposti a un prelievo obbligatorio di sangue (vietato da ogni convenzione internazionale, ndr) e scoperti positivi all'hiv (tutti e quarantadue!)". Le notizie successive riportano, inoltre, il progetto terroristico dei 42, i quali, sempre secondo la stampa locale, stavano pianificando una 'infection-spree mission': una missione per infettare massivamente i poveri nigeriani. Come? Convertendo all'omosessualità più gente possibile. Proprio così: la stampa nigeriana, sostenuta dagli integralisti attualmente al governo di uno e dell'altro monoteismo, sostiene la tesi che l'intenzione precipua degli omosessuali non sia quella di vivere tranquilli con qualcuno che vuole loro bene, come qualsiasi essere umano, ma di convertire all'omosessualità il maggior numero di persone possibili. Tutti sappiamo quanto sia più semplice trasformare una 'testa' che si crede 'pensante' in una 'zucca vuota', piuttosto che cambiare l'orientamento sessuale di qualcuno. Tuttavia, la vicenda è stata riassunta con questi pochi 'corollari' dalla pessima stampa nigeriana, alla quale quella italiana tanto si avvicina: quarantadue persone, alla luce del sole e bellamente, s'incontravano in un albergo del centro di Lagos per consumare in gruppo giganteschi 'baccanali', in un Paese in cui l'omosessualità viene punita con 14 anni di prigione, le manifestazioni affettive in pubblico tra persone dello stesso sesso (anche consanguinee) con 10 anni di galera, l'appartenenza a un'associazione Lgbt con altri 10 anni di carcere e l'assistere a un matrimonio egualitario, anche all'estero, con 5 anni. Ovviamente, si è data notizia di tutto ciò anche alle fantastiche e inutili associazioni Lgbt italiane, le quali, forse per effetto delle vacanze o perché impegnate a valutare gli effetti politici di un nuovo 'World Pride' a Roma (dato che le catastrofi del primo non sono bastate) non hanno 'battuto ciglio'. E nemmeno una parola. E' disperante aver sempre ragione.


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