Ennio TrinelliMentre il socialismo democratico, che da qualche parte di questo Paese giace assopito, sta perdendo l'ennesima occasione per occupare uno spazio clamorosamente lasciato vuoto, anche le ultime giornate sono passate tra le spaventose 'minchiate', sparate dai politici che occupano lo spazio mediatico nostro (loro?) malgrado. Per esempio, Luigi Di Maio è riuscito a dire che con i 20 milioni di euro risparmiati dagli stipendi dei deputati M5S, mai certificati e che quindi possono anche essere cifre campate in aria, il movimento è riuscito a far partire 4 mila imprese. Considerando che 20 milioni diviso 4 mila fa 5 mila euro, ci si chiede quali imprese possano costituirsi con tale cifra irrisoria. Ma probabilmente siamo noi a essere ignoranti. Quasi contemporaneamente, le famose 'cliccarie' del blog del 'Vate' davano il 'la' alla candidata sindaca di Oristano: 31 i voti per lei e 28 per la sua rivale. Totalino: 59 voti. Un plebiscito. Dall'altra parte della barricata, dentro il Pd, continuano a suonarsele di santa ragione, tra loro e per il gusto di chi grida più forte. In alcuni mesi di orrendo balletto mediatico, Emiliano e Orlando sono riusciti a scrivere migliaia e migliaia di 'tweet' che non dicevano assolutamente nulla, mentre dall'altra parte il pragmatismo di Matteo Renzi impediva a quest'ultimo di fare lo stesso. Non che proposte entusiasmanti se ne siano viste da parte sua, ma almeno ha salvato le apparenze. Mentre scrivevamo questo pezzo è arrivata nella nostra casella di posta elettronica una e-mail nella quale Orlando ci invita a una serie di manifestazioni organizzate per sostenere la sua candidatura. Una comunicazione che, al di là del "votatemi perché sennò vince Renzi" non diceva nient'altro. Ecco a cosa si è ridotta la politica di questo Paese: a una serie di vuoti slogan, mutuati più o meno dai trend di internet con frasi ad effetto che smuovano le viscere, affinché l'emotività conduca verso lidi ai quali l'intelligenza non approderebbe mai. Complici colpevoli di questo stato di cose le varie 'giornalistucole televisive', che scelgono di stare con uno o con l'altro candidato a seconda delle loro simpatie personali; i quotidiani, che cambiano orientamento più spesso di quanto i loro direttori non si cambino le mutande; le grandi televisioni e radio, che non hanno perso il pessimo vizio di voler 'orientare' l'italico imbecille verso il risultato che essi, poteri forti [sic], hanno deciso debba essere il 'risultato'. Perché per i 'poteri forti', l'italiano è un idiota che va guidato verso le scelte che da solo non è in grado di fare. Rimane pur vero che con Grillo attorno al 28% dargli torto sembra quasi una bestemmia. Tuttavia, il 28% di un popolo non è l'intero popolo. Quindi, last but not least, la sinistra riformista di questo Paese, o il centrosinistra se preferite, che continua a frammentarsi in partiti, partitini e partitucoli dalle sigle più o meno discutibili (davvero il capolavoro di chiamare una forza politica Mdp se lo potevano risparmiare), dimostrano una volta di più quanto poco interessi il progresso del Paese e quanto, invece, certi esponenti politici siano attaccati alle loro stupide idee personali. Un branco di teste vuote.


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