Fabrizio FedericiAl VI Municipio di Roma, questiere Tor Bella Monaca, un vero e proprio scontro contrappone la maggioranza di governo a Cinque stelle e il centro antiviolenza 'Marie Anne Erize', intitolato alla memoria di una giovane attivista argentina per i diritti umani uccisa nella feroce repressione scatenata, a metà anni '70 del secolo scorso, dalla giunta 'golpista' del generale Videla. Il centro, dal 2011 svolgeva, inizialmente come Cespp (Centro di supporto psicologico popolare) attività di sostegno alla popolazione, allargatasi, negli anni successivi, alle tematiche della violenza contro le donne. "Giovedì 16 marzo scorso", ha precisato Stefania Catallo, counselor e presidente del centro nel cordo di una conferenza stampa convocata presso la sede dell'Università popolare 'Upter' di via 4 novembre in Roma, moderata da Vittorio Lussana, "improvvisamente la maggioranza di governo del Municipio ha presentato in Consiglio una mozione per toglierci l'uso dei locali di Via Aspertini 393 in cui operiamo, non rispettando la procedura con cui avrebbe dovuto avvisarci, tramite regolare raccomandata, o chiedendo un appuntamento per notificare l'atto. I locali", ha proseguito la presidente, "erano stati assegnati al Cespp nel 2015 sulla base della delibera del consiglio comunale di Roma, la n. 26 del 2 febbraio 1995, che prevede l'uso delle risorse del patrimonio immobiliare, anche indisponibile, del comune a favore di "iniziative che arricchiscano il tessuto sociale e culturale della città, nella forma di 'consegna provvisoria per sei mesi', periodicamente rinnovabili: questo, tra l'altro, dopo che una petizione popolare, forte di più di 50 mila firme, aveva esortato il Municipio a trovare appunto una soluzione al problema di una sede per il nostro centro antiviolenza". In questi sei anni, il centro antiviolenza 'Marie Anne Erize' ha attuato parecchie iniziative di indubbio rilievo sociale e culturale, come l'assistenza psicologica e di reinserimento lavorativo alle donne vittime di violenze culminata, a ottobre scorso, nell'avvio di una sartoria 'equa e solidale', con corsi di formazione professionale; la creazione, nei suoi locali, di una biblioteca popolare con ben 8 mila volumi; progetti di ricerca e memoria storica sulle 'Marocchinate' - le donne vittime, nell'estate del 1944, delle violenze sessuali commesse dalle truppe di colore francesi in Italia centro-meridionale - nonché sui 'desparecidos' degli anni di dittatura militare in Argentina (1976-1982). I promotori della conferenza stampa, evidenziati gli inutili sforzi degli ultimi venti giorni per avere un incontro con la maggioranza di governo del Municipio, hanno sollecitato i cittadini presenti e i consiglieri di opposizione del VI Municipio intervenuti ad appoggiare questa battaglia "che si configura", ha osservato Vittorio Lussana, "come un'azione di buon senso e impegno civile, attestati dalle tante iniziative svolte in questi anni dal centro e contro una subcultura del sospetto e del pregiudizio che, ormai da tempo, sembra caratterizzare l'approccio del Movimento 5 stelle alla società". Francesco Florenzano, presidente dell'Upter, ha focalizzato rapidamente la situazione sul piano legale: "E' chiaro che un immobile concesso, per finalità sociali e culturali, a un'associazione la quale effettivamente svolge queste attività, pagando puntualmente il canone, non si può improvvisamente toglierlo alla stessa, per di più con una semplice mozione, che è un mero atto politico. Semmai, andava anzitutto presentata al governo del municipio un'interpellanza, per avere chiarimenti sulla situazione dei locali di Via Aspertini. Ma la questione", ha proseguìto Florenzano, "è più complessa: la vicenda in cui è incappato il centro 'Marie Anne Erize' rientra in un generale fenomeno di 'ostracismo' iniziato contro le associazioni che a Roma svolgono, da decenni, un ruolo insostituibile, offrendo servizi sociali e culturali che il Comune, da solo, non sarebbe minimamente in grado di avviare. Non dimentichiamo l'incredibile delibera 140 del triennio 2013-2016, che ha sostanzialmente iniziato a 'sfrattare', con vari pretesti, ben 300 associazioni, da decenni attive sul territorio, come nel caso più eclatante della Scuola popolare di musica di Testaccio. Il commissario governativo Tronca, nei suoi brevi mesi di amministrazione della città, ha proseguito questa politica e ora la Giunta Raggi l'ha confermata facendo d'ogni 'erba' un 'fascio' con la questione, indubbiamente esistente, di 'Affittopoli'. Ma così facendo si mettono sullo stesso piano le situazioni di Partiti politici che non hanno mai pagato il canone per i locali che il Comune aveva loro concesso come sedi, con quelle di associazioni le quali, invece, si son sempre comportate correttamente, offrendo servizi importanti alla popolazione".


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