Luca MarianiPomeriggio del 22 luglio 2011, Norvegia, Europa occidentale: Anders Behring Breivik, all'epoca 32enne, uccide prima 8 persone con un 'furgone-bomba' piazzato sotto il palazzo del Governo di Oslo. Immediatamente dopo, vestito da poliziotto, si reca nell'isola di Utoya, distante una  quarantina di chilometri dalla capitale, dove sono riuniti più di 500 giovani socialisti e laburisti europei. Il raduno estivo di Utoya ha una lunga storia: ci andava Willy Brandt quando aveva i pantaloncini corti. La prima mossa di Breivik è 'satanica': raduna i giovani intorno alla mensa-caffetteria, dicendo loro di dover fornire istruzioni per la loro sicurezza dopo l'attentato di Oslo: ne uccide subito 17. Poi, nell'isola inizia una caccia all'uomo di 77 minuti, in cui 69 adolescenti vengono uccisi. Tra le vittime ci sono anche quattordicenni e quindicenni. I feriti vengono finiti con un colpo alla testa. Il motivo di tanta crudeltà? Estirpare alla radice il socialismo 'multiculturalista', che ha aperto le porte agli immigrati, in particolare quelli islamici. L'obiettivo: cacciare tutti gli extracomunitari dall'Europa entro il 2083, ovvero 400 anni dopo il fallito assedio degli ottomani a Vienna. Per riuscirci, sarà necessario distruggere l'Unione europea e tornare ai nazionalismi, prendendo il potere entro il 2030. Per questo, Breivik scrisse di avere fondato con altre 8 persone nel 2002, a Londra, i 'Cavalieri Templari'. I Partiti potenzialmente amici sono, tra gli altri: Russia Unita di Putin; quello della Le Pen in Francia; il Pvv in Olanda; Vlaams Belang in Belgio; il Fpoe in Austria; Jobbik in Ungheria; l'English Defence League; i Democratici in Svezia; la Lega Nord e Forza Nuova in Italia. Nel manifesto politico di Breivik (1500 pagine inviate mezz'ora prima della strage a 8109 indirizzi mail in tutta Europa), Roberto Fiore è citato per nome e cognome. Eppure, quell'eccidio scomparve presto dai 'media' italiani e internazionali. Oggi, tutti ricordano il Bataclan, pochissimi Utoya. All'inizio, l'imformazione percorse la 'consueta' pista islamica. Ma 24 ore dopo emersero i fatti: un nazionalista xenofobo di estrema destra aveva uccisi i "giovani marxisti/multiculturalisti" in odio agli immigrati, alla Ue e all'Onu. La strage politica venne 'derubricata'. Si parlò di un 'pazzo' che aveva ucciso dei campeggiatori anonimi. L'aggettivo 'socialista' e 'laburista' scomparvero dalle prime pagine dei giornali italiani, eccetto che per il cattolico 'Avvenire'. Alla Camera dei deputati, il 27 luglio 2011 si tenne un dibattito surreale: parlarono tutti i Partiti con rappresentanti di alto livello, ma nessuno pronunciò in aula gli aggettivi 'socialista' o 'laburista'. Il Psi, nel 2011, non era presente in parlamento. Oggi, la Corte d'Appello norvegese ha sentenziato che le condizioni detentive di Breivik "non sono inumane". Il legale di Breivik, Oystein Storrvik, ha immediatamente annunciato un ricorso alla Suprema Corte. Lo stragista vorrebbe comunicare con l'esterno, visto che riceve tuttora ogni anno centinaia di lettere di suoi ammiratori. La Norvegia, che abolì l'ergastolo nel 1971, tiene Breivik in isolamento. Nel 2012, fu condannato al massimo della pena: 21 anni di carcere, rinnovabili alla scadenza di cinque anni in cinque anni, se la giustizia lo riterrà socialmente pericoloso. Dal 2011, il mondo e' cambiato: nel 2013, i laburisti hanno perso il potere in Norvegia a vantaggio di una coalizione di centrodestra, in cui c'è anche il Partito del progresso in cui Breivik militò da giovane. Marine Le Pen, la Lega Nord, il Fpoe, il Pvve e Vlaams Belang hanno formato, nel 2014, un Gruppo unico all'Europarlamento. Farage ha vinto, nel 2016, il referendum sulla 'Brexit'. Alla Casa Bianca, oggi c'è Donald Trump. Il 'vento nazionalista', antiimmigrati e anti-Ue che travolse Utoya, si sta rafforzando. E la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica continua a ignorare i motivi che scatenarono il peggior eccidio dell'Europa occidentale dai tempi del nazismo.




Giornalista parlamentare dell'Agenzia giornalistica italiana (Agi)

Lascia il tuo commento

Nessun commento presente in archivio