Raffaella UgoliniSecondo il rapporto 'Italiani nel mondo', presentato in questi giorni dalla 'Fondazione migrantes', i nostri giovani abbandonano sempre più in 'massa' il nostro Paese, per andare a vivere il più lontano possibile dall'Italia. Nel 2015, infatti, a iscriversi all'anagrafe 'Aire', quella degli italiani residenti all'estero, sono state 6.232 persone in più, con un incremento del 6,2% nel breve volgere di un anno. Se ne vanno soprattutto i ragazzi compresi tra i 18 e i 34 anni, una 'fascia' che segnala un 'picco' del 36,7% rispetto al 2014. Il dato è indicativo non soltanto nei confronti di un Paese che non ha saputo prevedere per tempo il proprio sviluppo socio-economico, ma rivela anche il fatto che, alla fine, sono proprio i giovani 'migliori' quelli che se ne vanno: i più qualificati, quelli dotati di maggior entusiasmo. Il dato della 'Fondazione migrantes' non va analizzato solamente sotto il profilo 'quantitativo', per via della cronica mancanza dei fondi d'investimento nei settori dell'innovazione e della ricerca scientifica: 'disaggregando' i 'numeri' in un'ottica 'qualitativa', qui da noi si delinea sempre più una vera e propria 'mentalità negativa', che tende a considerare la Laurea una sorta di 'bagaglio' e non un patrimonio di princìpi e di criteri formativi da applicare ogni giorno. Sono proprio quei giovani che non considerano il proprio titolo di studio un 'pezzo di carta' da attaccare al muro, quelli ritenuti dei veri e propri 'rompiscatole' con 'strane idee' in testa. Se ci si laurea non per farsi 'belli' con amici e conoscenti o per sposarsi e fare figli, come forse vorrebbe 'qualcuno', bensì al fine di svolgere effettivamente la professione per la quale ci si è preparati, in Italia si finisce con l'essere 'bollati' con il 'marchio' dei 'borderline'. Compito principale di atenei e accademie è, invece, quello di formare 'caratteri', non 'sofisti' esperti di enigmistica o generici 'nozionisti' della cultura. Niente da fare: in Italia, prima ti prendi il tuo diploma di Laurea, in seguito puoi fare la moglie o, al massimo, 'temperare le matite'. Analizzando ancor più approfonditamente il rapporto 'Italiani nel mondo 2015' si deduce, inoltre, che il nostro mercato del lavoro interno s'impoverisce poiché denota una 'domanda' soprattutto per impieghi tecnici, meramente esecutivi, come se circolasse una sorta di 'maledizione' nei confronti degli 'impiegati di concetto'. Ma se servivano soprattutto 'badanti' per l'assistenza agli anziani o autisti di taxi, perché non dirlo prima? Semplicemente, perché è venuto totalmente a mancare ogni 'progetto' di società, di qualsivoglia genere e tipo, socialista o liberale che fosse. Ha vinto, come al solito, una 'Italietta populista' e piccolo borghese, che fa le cose 'tanto per farle', completamente priva di qualsiasi criterio culturale o punto di riferimento identitario. Se questo è il risultato del cosiddetto 'crollo delle ideologie', comincia veramente a tornare una certa 'nostalgia' per quelle tradizioni culturali dotate di 'radici' più autentiche, salde e concrete, che formavano persone realmente serie in ogni comparto e settore del nostro Paese. E, per favore, adesso non veniteci a dire che non vi avevamo avvertiti.


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