Vittorio LussanaLa strage di Monaco di questi ultimi giorni ha segnalato caratteristiche maggiormente simili a quella di Utoya, rispetto ai fatti di Parigi, Tunisi o Bruxelles. E' frutto, cioè, della diffusione di odio che sta dilagando in tutta Europa in quanto fenomeno irrazionale pericolosissimo. Il fondamentalismo islamico questa volta c'entra poco, anche se il ragazzo autore della strage era di origini iraniane. Il Daesh ha indubbiamente la grave responsabilità di aver soffiato sul 'fuoco', in questi ultimi anni, nel tentativo di scardinare il modello liberaldemocratico europeo basato sulla libertà dei singoli individui. Ma questa volta il 'Califfato' si è dimostrato solamente uno 'specialista' delle 'appropriazioni indebite': si 'vende' la strage su internet, che invece non risulta affatto progettata da una propria 'cellula'. Il metodo della menzogna demagogica diffusa in rete e sui social network sta cominciando a diventare un problema mediatico maledettamente serio, insieme a quello dell'estrema facilità di reperimento delle armi da fuoco. Una questione, quest'ultima, che avvicina i fatti bavaresi ad alcune gravissime vicende accadute, in passato, negli Stati Uniti, ai quali da tempo la comunità internazionale sta chiedendo di rivedere la propria normativa di regolamentazione per il possesso di pistole e fucili automatici di precisione. La Germania non ha un problema di norme mancanti. Tuttavia, possiede quello di un robusto mercato 'nero' delle armi, che ne facilita l'acquisto. Tutto ciò pone un problema psicologico molto serio: lo Stato islamico oggi può reclamare a pieno titolo il 'successo strategico' di essere riuscito ad alimentare odio e insicurezza con finalità emulative. Una vittoria piena e indiscutibile, che rende alcune 'critiche' all'integrazione multiculturale e interetnica europea parzialmente fondate. Nonostante ciò, continuiamo a ritenere un errore 'mescolare' i due estremismi, quello del fanatismo religioso e quello reazionario dei Breivik e dei Sonboly, poiché ciò può solamente peggiorare la situazione, trasformando l'attuale 'doppia radicalizzazione' in una strategia 'politica' precisa. Quanto accaduto a Monaco e, per certi versi, anche a Nizza rappresenta il preciso 'segnale' di una società mantenuta, colpevolmente, in 'bilico', con una conflittualità che cova sotto la 'cenere' e può riaccendersi con facilità da un momento all'altro, o da un giorno all'altro. Pulsioni che il Daesh ha contribuito a 'seminare', ma che comunque preesistevano all'interno della nostra società. Siamo cioè di fronte a una crisi sociale di enormi dimensioni, dettata da una stagnazione economica e da un'austerità politica ormai divenuta irresponsabile e insensata, poiché 'spacca' ogni Paese al proprio interno. La brusca contrazione dei mercati britannici di questi ultimi giorni sta infatti dimostrando che rimanere in Europa, al contrario di quanto affermano alcuni 'apocalittici' dell'ultima ora, non solo sia molto conveniente per ogni singolo Stato-membro, ma rappresenti addirittura un'arma di 'ricatto' da parte di Bruxelles. Ma il ricatto non è mai una buona politica. Soprattutto, quando 'svela' l'attuale vera immagine dell'Unione europea: quella di un 'pachiderma' burocratico condizionato e guidato, ormai da troppo tempo, da un conservatorismo 'strozzino' e usuraio.




Direttore responsabile di www.laici.it e della rivista 'Periodico italiano magazine' (www.periodicoitalianomagazine.it)

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Cristina - Milano - Mail - mercoledi 27 luglio 2016 0.14
Io non so più cosa dire in merito...
mario - italia - Mail - lunedi 25 luglio 2016 12.27
... chi ha sostenuto in tempi non sospetti che il pachiderma di bruxelles fosse un covo di interessi personali e non della popolazione che vi abita, forse aveva ragione...tanti segnali sono arrivati e inascoltati…sempre la solita solfa di xenofobia e razzismo, incapacità di integrazione quando è un idea a non volersi integrare, siamo sempre lì...finchè non ci si sbatte il naso si continua a parlare del nulla. Una parte di giornalismo ha sempre fatto orecchie da "mercante" per sostenere economicamente i propri interessi di casta partitica di appartenenza. Una italia più coesa , meno invidiosa e ipocrita, meno falsa e più vicino ai malesseri “urlati” dei cittadini avrebbe aiutato a controllare il timone di questo transatlantico alla deriva...purtroppo anche la situazione Turchia ci trova impreparati ingenui e “sciocchi” dopo segnali inequivocabili di interessi economici con la Germania…chi piange dei propri mali… pianga se stesso...sarebbe anche ora reagire con determinazione …ma finchè faremo i filantropi “salottieri” utilizzando l’intelletto per la propria vanità perbenista non mettendola invece a servizio per idee e risoluzioni..e ora Erdogan, con il suo progetto di islamizzazione dell’Europa, chi lo ferma più….
Cristian - Latiano (BR) - Mail - lunedi 25 luglio 2016 5.37
Una visione e una descrizione del fenomeno "terrorismo" che approvo e condivido, oltre alla definizione di pachiderma burocratico che rende bene l'idea dello Stato in cui versa l'UE.
Roberto - Roma - Mail - lunedi 25 luglio 2016 5.27
Un parere estremamente saggio, debbo dire. Con una conclusione non strettamente legata alle condizioni economiche, secondo me, ma alla mancanza di lungimiranza politica di chi ha costruito l'Europa. Ci si poteva anche pensare prima, insomma, e prendere i dovuti provvedimenti.


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