Ennio TrinelliDopo avere scritto per un'altra testata on line un 'pezzo' nel quale invitavo il Governo, proprio come se ne avessi diritto, a fare qualcosa di serio e in fretta contro la violenza, i fomentatori d'odio e i politici che di professione predicano l'odio contro lo straniero, il nero, l'omosessuale, le donne e l'asiatico, magari pensando di riformare l'immunità parlamentare affinché chi pratica 'l'Hate Speech' sia immediatamente processabile (ferme restando le dovute garanzie), è giunta una e-mail che mi ha lasciato attonito per la semplicità del suo esporsi. Lo scrivente, che si è firmato con nome e cognome e al quale ho già risposto, mi faceva educatamente notare che, se il mio articolo era riferito alla faccenda del ragazzo nigeriano ammazzato dall'ultras infelice, non dovevo esagerare, perché dopo tutto si trattava di un episodio isolato. Proprio mentre leggevo l'e-mail, un notiziario radiofonico m'informava di un pestaggio ai danni di un immigrato nel casertano. Possibile che in questo Paese esista un virus incurabile, chiamato 'coglionaggine', che ci impedisce, chissà per quale tremenda alchimia, di vedere dove sta il male e prevederne gli sviluppi futuri? Quando poi ho letto che il fratello dell'ultras accusato dell'omicidio sottolineava le disgrazie del proprio familiare il quale, 'poverino', "non può nemmeno andare allo stadio" ho realizzato, tardivamente - e di ciò me ne vergogno - che questa è una società ormai giunta al 'punto di non ritorno'.



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