Gaetano Massimo MacrìL'opera teatrale 'Utoya', tratta dal libro 'Il silenzio sugli innocenti', sarà in scena al 'Festival dei due mondi' di Spoleto (Pg), presso il teatro San Simone, nei giorni venerdì 1 luglio 2016, alle ore 21.00; sabato 2 luglio, alle ore 17.00; domenica 3 luglio, alle ore 12.00. Si tratta di un riconoscimento di primo piano per lo spettacolo diretto da Serena Sinigaglia, imperniato sul toccante testo di Edoardo Erba e la consulenza del giornalista Luca Mariani, autore del libro 'Il silenzio sugli innocenti' edito da Ediesse. Sulla base di una scenografia quasi irreale, composta da alberi bruciati e frammenti di vetro, gli attori raccontano l'incubo che ha vissuto la Norvegia a causa di un 'mostro', Anders Behring Breivik, che prima ha ucciso otto persone con un'autobomba a Oslo e poi si è recato sull'isola di Utoya uccidendo, uno a uno, 69 giovani laburisti durante il loro annuale 'camping' estivo. Una strage che si continua a far finta di non ricordare, avvenuta nel cuore di quella cultura 'mittle-europea' che sembra non trovare gli strumenti per difendersi dal qualunquismo egoistico e dalle nostalgie dell'ultradestra nazionalista. In fondo, è la vicenda simbolica della poesia che sembra perire di fronte all'odio barbarico e che, tuttavia, non riesce a trovare quella sintesi di realismo capace di risvegliare la 'rabbia dei buoni' e la 'grazia dei giusti', rendendo meno utopico il messaggio di convivenza civile tra tutti gli esseri umani. Ma l'Europa deve anche sapersi difendere, trovando il giusto modo per uscire dai limiti di un idealismo che deve saper reagire di fronte alla marea montante di un passato 'maledetto', che sembra comprendere solamente la violenza dei sistemi totalitari. La cultura progressista e laburista a Utoya è stata ferita profondamente, costringendoci a riflettere intorno a ciò che dovrebbe connotare identitariamente proprio le tradizioni della sinistra europea, che sono quelle che ci hanno condotto al di là dei regimi assolutisti, imponendo la democrazia e il rispetto dei diritti umani in tutto il 'Vecchio continente'. Il diritto di resistenza è un 'principio-cardine' di libertà e democrazia, le quali non sono traguardi ormai raggiunti e acquisiti, bensì valori da difendere e applicare ogni giorno. E' questa la lezione che i martiri di Oslo e di Utoya ci obbligano a ricordare, per sempre. Perché ognuno dei ragazzi morti su quell'isola aveva un nome e un cognome.


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