Serena Di GiovanniLo show dei Casamonica al programma televiso 'Porta a Porta', le successive, correlate, polemiche all'interno del Pd e il 'problema immigrazione', di grave entità e abilmente manipolato da politici e media, hanno distratto l'opinione pubblica, più o meno volontariamente, dagli inquietanti disegni di legge che, proprio in questi giorni, sono stati approvati alla Camera e che potrebbero, in seguito, 'passare' anche al Senato. In primis, quello del 9 settembre scorso, in materia di rimborsi elettorali. La legge in questione, lo ricordiamo, cancella buona parte dei controlli previsti dal vecchio testo elaborato dal Governo Letta, dando il via libera all'elargizione di circa 45 milioni di euro di finanziamenti ai Partiti. Tutto ciò senza che la commissione di Garanzia, controllo e trasparenza dei bilanci abbia provveduto a verificare i rendiconti del 2013. Ovvero, scavalcando e mettendo definitivamente in discussione il processo iniziato, qualche anno addietro, con il Governo Monti e poi portato avanti anche da Enrico Letta, sulla riduzione progressiva della sovvenzione pubblica ai Partiti, fino alla definitiva scomparsa nel 2017. Un emendamento inserito in estate nel testo dell'on. Sergio Boccadutri stabilisce, infatti, che non sarà necessario, per il 2013 e il 2014, vagliare ricevute, scontrini e voci di spesa per verificare gli importi delle iniziative sul territorio, diversamente da quanto previsto dalla legge. A complicare la questione, la mancanza del personale preposto al controllo dei bilanci all'interno della commissione di Garanzia, che necessiterebbe di essere potenziata. Ed è, questo, un ulteriore elemento sul quale dovremmo riflettere: a dispetto di qualsivoglia emendamento o norma, se cinque commissari non riescono a verificare i bilanci di 48 forze politiche, non è neanche detto che l'implementazione dell'organico a 9 elementi, come proposto, potrà ovviare a tale problematica, rischiando di annullare ogni tentativo di rendere più trasparente il sistema. Che si tratti di un fattore casuale o studiato 'a tavolino' da qualcuno, non lo sapremo mai. Di certo, siamo di fronte al solito sistema all'italiana del "vorrei, ma non posso", poiché di fatto non sussistono gli strumenti necessari e il personale specializzato per assolvere determinate funzioni. Si potrebbero fare molteplici esempi al riguardo, soprattutto per quanto concerne la pubblica amministrazione. Ma la verità è che tutto ciò proprio non riesce ad arrestare le deliberate 'prese per i fondelli' perpetrate dalla 'casta' ai danni dei cittadini. La divaricazione tra Stato-Governo e Stato-comunità resta il dato che consideriamo più preoccupante, poiché regolarmente sottovalutato da un sistema, anche mediatico e informativo, che tende a mantenere l'opinione pubblica nell'impossibilità di poter valutare e misurare i comportamenti specifici degli eletti. Tutto ciò, soprattutto se la legge-delega che permetterà di ostacolare la pubblicazione delle intercettazioni 'imbarazzanti' senza rilevanza penale, discussa martedì 15 settembre alla Camera, dovesse essere confermata anche al Senato. In una giornata d'Aula all'apparenza come tante, ma che potremmo denominare 'il giorno del bavaglio', è stato infatti discusso, all'interno del ddl sulla riforma del processo penale, un emendamento che, in parole 'povere', punisce con il carcere quei giornalisti che pubblicheranno sulle proprie testate di informazione il testo di quelle conversazioni le quali, pur non avendo rilevanza penale, sono comunque fondamentali nel valutare clientelismi e favoritismi, insieme a tutti gli altri comportamenti che deformano i costumi e la società stessa del nostro Paese, rendendolo profondamente ingiusto e antimeritocratico. La politica deve tornare ai progetti, ai programmi, alla lungimiranza: non può continuare a 'fregarsene' delle conseguenze, dirette o indirette, dei propri comportamenti. A noi può non interessare la conversazione familiare sulla retta scolastica dei figli. Tuttavia, esistono ambiti, situazioni e frangenti che, pur non essendo penalmente illeciti, possiedono risvolti e forti connotazioni pubbliche: perché non si riesce a far comprendere che è esattamente questo ciò che crea determinate 'terre di mezzo'? Vogliamo continuare a curare una patologia gravissima con la camomilla della nonna e i 'pannicelli' caldi? E' esattamente questo il tipo di critica che proprio non riesce a penetrare nel cervello di una larga maggioranza dei nostri politici, che intendono frenare l'interesse pubblico alla conoscenza di 'fatti' i quali, benché penalmente irrilevanti, lo sono comunque sotto un profilo etico, al fine di permettere una miglior selezione e valutazione della nostra classe dirigente. Volete sapere il motivo per cui il Movimento 5 stelle sta 'volando', nei sondaggi, al 27% dei consensi? Eccovelo spiegato: la politica italiana, anche quando è moralmente onesta, si dimostra qualitativamente scadente, ottusa, antiquata, incapace di individuare il 'nuovo'. In buona sostanza: è composta da troppa gente che non ha ancora capito come possa risultare di interesse pubblico che un ministro sia divenuto tale per aver dispensato favori sessuali, oppure perché semplicemente 'imposta' dal leader del proprio Partito, che la considera una 'fedelissima'. Il leaderismo e il personalismo sono due evidenti deviazioni del nostro attuale sistema politico, che si è imposto per opera sia dell'aziendalismo padronale 'berlusconiano', sia attraverso i 'signori delle tessere' e i congressi conclusi per acclamazione nei Partiti tradizionali. Se si intende continuare a far politica secondo queste modalità, perché allora non provare a suicidarsi direttamente, gettandosi sotto a un treno in corsa? L'obiettivo di tutelare la privacy non può diventare un alibi per impedire a tutti coloro che intendono farlo di denunciare una politica ambigua e opportunista, quando non proprio feudale, basata su rapporti di 'padrinaggio' o di 'relazione': non è questo quel modo moderno di svolgere le proprie funzioni pubbliche che stiamo tutti quanti cercando, o che dovremmo provare a individuare. Servono nuovi comportamenti, nuovi modi di fare politica: è chiaro o no? Oppure vogliamo continuare con i Razzi e gli Scilipoti? Il vero dibattito da sviluppare è quello di far comprendere, anche ai cittadini stessi, quale debba essere, oggi, quel 'nuovo confine' tra ciò che ha rilevanza pubblica e quel che, invece, ha tutto il diritto di rimanere privato. Senza un simile chiarimento risulterà impossibile ottenere una reale trasparenza dei comportamenti. E l'ipocrisia continuerà a 'imperare', rendendo ogni riflessione sulla 'doppia morale' della società italiana perfettamente inutile. Esiste un tema culturalmente molto profondo: quello di riuscire a non confondere la libertà individuale del singolo individuo con la liceità e l'abuso. Ovvero: tra ciò che è privato e quei fatti che, invece, possiedono risvolti, incidenza e rilevanza pubblica, poiché il territorio delle ingiustizie è ben più ampio di quello previsto e regolato dalle norme. Anche perché, citando Gandhi: "Esistono leggi ingiuste, così come esistono uomini ingiusti". Se non si riesce a comprendere questo preciso ambito, assolutamente laico, di rivedere il ruolo e i comportamenti dei rappresentanti degli interessi pubblici e dei cittadini che esprimono il proprio consenso democraticamente, attraverso il voto, poi non possiamo lamentarci per il fortissimo astensionismo e il sentimento di disprezzo crescente nei confronti della classe politica. Conseguenze assolutamente motivate da arretratezze culturali ormai evidenti, dall'incapacità della politica stessa a calcolare le conseguenze e la gravità e la stessa pericolosità, per la nostra democrazia, di un'induzione forzata nei confronti della collettività a ripiegarsi verso il privato, obbligandola all'egoismo più gretto e moralmente sterile. Una conseguenza che finisce con l'assassinare ogni forma di rispetto delle istituzioni e autentica passione civile verso la cosa pubblica. Una libertà individuale totalmente sganciata da una ogni etica pubblica non significa affatto essere dei 'liberali', attenti ai diritti del singolo cittadino, bensì ci trasforma in qualunquisti privi di scrupoli e di ogni sano principio di comportamento. Significa scambiare l'intelligenza e l'astuzia con l'opportunismo e la furbizia di bassa lega. Significa rimanere inchiodati a una brutta mentalità, che ci sta ormai trasformando, tutti quanti, in bruttissime persone.


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