Massimo FilipponiNon lo scrivo per contestare, né per produrre sterili polemiche. Qualche settimana fa, è giunta a Roma una cara amica milanese. Era venuta per trascorrere qualche giorno nella capitale e passare a trovarmi. Mi sarebbe piaciuto essere orgoglioso di ospitarla nella tanto vituperata Roma ormai ipercriticata da tutti, dai 'nordisti', dai 'sudisti', dai 'campagnoli' delle regioni del centro. La nostra amata città, ormai viene associata al malgoverno nazionale: hai voglia a farti 'in quattro' per difenderla da 'burini', 'polentoni' e 'ghe pensi mi' con frasi del tipo: "Che ne sapete voi cos'è Roma? Noi abbiamo fatto la Storia; abbiamo insegnato a saper essere d'esempio; siamo il simbolo della generosità". Ho fatto una bruttissima figura, invece. Con una milanese poi, nostra acerrima rivale (lo scrivo per giocoso campanilismo, ovviamente...). Infatti, causa indisponibilità della mia autovettura privata per un guasto che ormai va avanti da venti giorni, ho dovuto fare da 'cicerone' alla mia amica portandola in 'giro' per Roma con i mezzi pubblici. Mal ce ne colse! Ore di attesa alle fermate degli autobus; mezzi che 'traballavano' a ogni metro, producendo un rumore assordante, che non ti permetteva nemmeno di parlare, se non a voce alta; spostamenti che sembravano quelli di un furgone dell'esercito sopra campo minato; strade piene di buche; nettezza urbana ammucchiata e puzzolente ogni trecento metri. Ora, per noi romani, che siamo rassegnati, queste cose non ci sembrano così importanti. Ma dover osservare la tua amica 'straniera' che guarda tutto questo con stupore e commiserazione, misto al pensiero, non esplicitato e tuttavia intellegibile, del "ma dove sono capitata? Ma come fate? E' la prima e l'ultima volta che vengo qui..." produce un danno d'immagine incalcolabile. Mi dite, poi, con quale faccia possiamo rispondere alle 'bordate' dei vari Matteo Salvini, della Lega Nord e alla mentalità schiettamente aziendalista dei 'lumbard'? Giunta la sera, andiamo a cena fuori: siamo grossomodo a un chilometro e mezzo dal 'Bad and breakfast' dove lei alloggia, in zona Tor Vergata. Alle 23.00 circa, andiamo a prendere l'autobus, presso la fermata in zona Giardinetti: lo 047, credo. Anche qui, non si capisce perchè, per fare due chilometri, bisogna cambiare tre autobus, senza un minimo di 'trasversalità progettuale', o capacità di previsione degli spostamenti. Prendiamo, per esempio, zone come Torre Angela e Tor Bella Monaca: per andare verso il centro non esiste una linea diretta. Eppure, si tratta di un quartiere di 200 mila abitanti, tra i più popolosi della città. Invece di istituire una 'linea' che ti porti fino in centro, esiste solo una 'navetta' che conduce all'Anagnina e soltanto un altro 'numero interno' che, ovviamente, non passa mai. E per recarsi in una pizzeria che fa parte del tuo stesso municipio, ma che si trova nel quartiere confinante, bisogna 'cambiare' autobus due, se non tre, volte. Ma torniamo alla serata in pizzeria, in compagnia dell'amica 'meneghina': attendiamo dalle 23.00 sino alle 23.45 alla pensilina, senza che si veda l'ombra di un pullman. A mezzanotte scatta l'orario notturno, che in certe zone significa dormire per strada, o farsela a piedi. Risultato: lei, alle 00.10, chiama un taxi. Ma anche in questo settore, Roma è il 'Far west': il 3570, la compagnia 'storica', che svolge un servizio rispettabilissimo, non è l'unica. Dunque, se i suoi taxi non 'coprono' un quartiere, sei costretto a chiamare un altro numero: e chi li conosce tutti questi numeri? A Roma esistono nove compagnie di taxi, ognuna impegnata in una competizione ai limiti della 'slealtà' con le altre, che genera forti disservizi nei confronti della clientela, poiché manca una gestione centralizzata della domanda, come direbbero gli economisti, ovvero delle chiamate, che ovviamente sono un dato 'variabile' e non fisso. Non dovrebbe essere 'normale' ragionare in base a criteri schematici e immutabili, sul tipo: "Tor Bella Monaca è un quartiere popolare, dunque la sua domanda è scarsa ed è inutile contemplarlo". In ogni caso, l'amica milanese giustamente rimane stupita e i suoi quesiti sorgono spontanei: "Perché non esiste una centrale operativa di coordinamento delle autovetture? Pur appartenendo a compagnie diverse, esse sono tenute, tutte insieme, a fornire un servizio efficiente: a Roma, i taxi si trovano solo all'aeroporto e alla stazione Termini? Non mi risulta che il 'liberismo' sia un sistema così 'selvaggio' e incontrollato. E che cos'è questa 'storia' di Mafia capitale"? Finalmente, giunge il taxi, che mi toglie dall'imbarazzo di dover fornire spiegazioni complesse e assai articolate. La sua tariffa, ovviamente, alla fine comprendeva il chilometraggio dal luogo in cui era partita la 'corsa', più il chilometro e mezzo percorso con noi a bordo: meglio non dilungarmi sul mio stato d'animo al momento di pagare. Alla sera successiva, dovevamo trovare una farmacia: bene, solamente una, in tutto il VI Municipio, fa il turno serale. E si impiegano due ore per arrivarci e tornare. Infine, è arrivato il giorno in cui l'amica milanese doveva andare in stazione e prendere il treno per Milano. La accompagno: prendiamo il 406 a via di Passolombardo, intorno alle 09.20, per arrivare alla stazione della metropolitana de l'Anagnina. Il treno partiva da Termini alle 11.20: decidiamo, pertanto, di muoverci con largo anticipo, in modo che poi con tutta calma, possiamo trascorrere un'ultima mezz'ora insieme, per parlare, prendere qualcosa, insomma, prendercela comoda. Maddeché!!!! Il 406 arriva dopo circa 20 minuti di attesa; da via di Passolombardo all'Anagnina, grossomodo 6-7 chilometri, pur con tutti i 'giri', invece di metterci venti minuti, quel giorno ha impiegato oltre un'ora, poiché in zona Tuscolano-Anagnina il traffico era bloccato e le strade stranamente 'infiorate'. Noi non capivamo il perché e, addirittura, il conducente ha pensato a qualche processione parrocchiale, alla festa di una santo patrono, insomma a qualcosa di tal genere. Soltanto alla sera, innanzi al telegiornale, ho capito perché la mia amica ha perso il treno: per la celebrazione dei riti funebri di un noto boss della zona sud-est della capitale. La mia amica era anche riuscita a prendere la metropolitana in fretta e furia, ma è giunta a Termini solamente alle 11.30, quando il Salerno-Roma-Milano era già partito da dieci minuti. La ragazza ha dovuto, pertanto, acquistare un nuovo biglietto e partire con un treno successivo. Ora, mi spiegate come facciamo a difendere Roma e il popolo romano? Siamo ormai arrivati a un livello di incoerenza totale: le automobili 'sfrecciano' con lo stereo a tutto volume; la popolazione getta di tutto dalle finestre; negozi e farmacie sono completamente chiuse; molti automobilisti passano con il rosso, come a Napoli; bottiglie di birra vengono regolarmente abbandonate lungo vie e piazze; Tor Bella monaca sembra il 'Bronx'. E l'obiezione comune degli amici è stata, invece: "Ma tu, scusa, porti una ragazza di Milano a Tor Bella Monaca e a Tor Vergata"? Mi 'tocca' anche difendermi, come se vivere in periferia fosse una colpa. Io vorrei accompagnare una qualsiasi persona dalla periferia al centro e viceversa, come accade nelle altre capitali europee, da Madrid a Berlino, passando per Londra e Parigi. Io vivo in periferia, ma ritengo di meritare la medesima dignità e gli stessi servizi di chi abita vicino al Colosseo. Perché non sono un cittadino di serie 'B'.


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