Michele Di MuroA poche settimane dall'inizio della kermesse canora del Festival diSanremo segnaliamo una novità letteraria che ci è apparsa, sin dasubito, assai valida, intrigante, strutturata in modo originale, nonchéambientata proprio negli ambienti musicali romani. Si tratta di 'Bluing', un romanzo pubblicato lo scorso novembre da Lepisma Edizioni, che ha segnato l'esordio di uno scrittore interessante: Francesco Orsini. Proprio con questo titolo, la casa editrice ha inaugurato la sua nuova collana di 'gialli' ed Eduardo Fiorito è l'autore della copertina. In 'Bluing', una serie di delitti colpiscono il mondo della musica italiana. In una piovosa Roma, gli agenti Jacopo e Jole sono chiamati a risolvere un 'caso' che, sin dall'inizio, si rivela assai intricato per le modalità in cui vengono ritrovate le vittime, nonché per la totale assenza di prove indiziarie. I due si avvalgono a più riprese della consulenza di Paola, musicologa ed esperta di musica afro-americana. Le vicende ruotano attorno alla musica jazz (in particolare all'album Kind of Blue di Miles Davis) e al compositore classico J. S. Bach. La suddivisione interna del thriller in 'Variazioni', 'Canoni' e 'Intermezzi' (che riprende, appunto, le 'Variazioni' di Goldberg) è interessante, oltre che funzionale allo sviluppo della storia. Gli 'Intermezzi', per esempio, sono stati utilizzati all'autore per fornire al lettore il profilo dell'assassino: i pensieri più reconditi, le passioni e le pulsioni che ne determinano le azioni. Pur se avvolta in un alone di mistero, necessario alla suspense, la personalità del serial-killer viene tracciata in modo dettagliato, al fine di ricostruire, tassello dopo tassello, il suo reale movente. Dapprima, gli elementi della narrazione appaiono nettamente separati. In seguito, col dipanarsi della vicenda, essi giungono a intrecciarsi sino al colpo di scena finale, ben preparato e inaspettato. Il merito di 'Bluing' è quello di introdurre i lettori nel mondo della musica afro-americana. Molti sono i titoli e i protagonisti la cui produzione viene descritta, anche nei suoi aspetti teorici. L'elemento 'matematico' dei dischi presentati viene analizzato approfonditamente, dal momento che costituisce la vera ossessione dell'assassino. Appare evidente lo sforzo compito da Francesco Orsini nel tracciare e descrivere le singole personalità dei protagonisti, connotati, oltre che attraverso una serie di squarcianti 'flashback' sul loro passato, da dettagliate descrizioni della fisionomia e del loro vestiario, rendendoli 'vivi' e familiari ai lettori.

Francesco Orsini, 'Bluing' è la sua opera prima: quali sono gli obiettivi, le paure e le difficoltà che incontra un autore alla sua prima pubblicazione?
"Ho dovuto impiegare moltissimo tempo, all'inizio, per capire come strutturare il romanzo. Ho cercato di informarmi su come costruire una storia che avesse un senso e che fosse interessante. Ho passato molto tempo prima di iniziare a scrivere effettivamente i vari capitoli: quando ho iniziato, tutta la struttura era già delineata in modo quasi definitivo (salvo qualche minimo aggiustamento in corso d'opera). Anche la caratterizzazione dei diversi personaggi è stata un problema che mi ha impegnato molto. In effetti, mi sono reso conto che scrivere un romanzo non è così semplice. Il mio obiettivo era quello di scrivere una storia interessante, che potesse, peraltro, far riflettere su alcune problematiche e che potesse suscitare interesse sulla musica in generale e su alcune opere in particolare. Ho avuto diverse paure, alcune quasi inconsapevoli: in primis, scrivere un romanzo comporta essenzialmente mostrare se stessi. E questo, per me, è alquanto problematico, data la mia riservatezza. Altre paure erano relative alla possibilità di trovare un editore: ho avuto la fortuna di mandare il manoscritto a una casa editrice seria come Lepisma, che ha accettato di pubblicare il mio libro senza chiedere soldi (molti secidenti 'editori' si fanno pagare per pubblicare le opere prime). Oggi, il mio timore è legato all'accoglienza e ai commenti che può ricevere il libro. Tuttavia, in realtà sono ansioso di ascoltare i pareri dei lettori: le critiche saranno comunque preziose per rilevare i difetti della mia scrittura".

Il suo libro presenta una struttura del tutto particolare, anch'essa in strettissimo rapporto con la musica, attraverso una suddivisone interna in 'Variazioni', 'Canoni' e 'Intermezzi': ce ne parla?
"Anni fa, nell'ambito del festival jazz di Roccella Jonica, seguii un interessantissimo seminario sulle Variazioni di Goldberg di J. S. Bach. Fu una svolta per me: imparai ad apprezzare quel capolavoro al di là della sua bellezza intrinseca. La struttura e le incredibili relazioni matematiche che la caratterizzano mi affascinarono moltissimo. Decisi, quindi, di strutturare il romanzo che avevo in mente allo stesso modo. Le variazioni sono 30 e sono divise in tre gruppi da dieci variazioni, nonché in dieci gruppi da tre variazioni. Inoltre, le variazioni multiple di tre (la terza, la sesta, la nona e così via) sono dei Canoni (speciali composizioni contrappuntistiche). Si tratta di variazioni di un tema, l'Aria, che viene suonata sia all'inizio (Aria), che alla fine dell'opera (Aria da capo). Nel mio libro riporto molti di questi elementi: sono 30 capitoli, di pari lunghezza (circa 15 mila caratteri); i capitoli multipli di tre si staccano dalla trama del romanzo: sono divagazioni nelle quali i protagonisti parlano di argomenti non rigidamente collegati alla trama stessa del thriller. Inoltre, ho pensato di richiamare l'Aria e l'Aria da Capo, inserendo un Prologo, degli Intermezzi e un Epilogo, che si contrappongono ai 30 capitoli essendo più intimi; la narrazione è in prima persona, mentre i capitoli sono in terza persona. La lunghezza totale del Prologo, degli Intermezzi e dell'Epilogo corrisponde alla lunghezza totale dell'Aria e dell'Aria da Capo. Si è trattato, sostanzialmente, di un gioco e un omaggio a un'opera fondamentale per la musica moderna, così come fondamentale è stato l'apporto dell'altra opera che guida il libro: 'Kind of Blue', di Miles Davis. Entrambe le opere sono affascinanti, soprattutto perché gli autori hanno pensato dei vincoli molto rigidi, entro i quali suonare. Hanno quasi costruito una gabbia da cui i compositori riescono a fuggire grazie al loro genio. Una fuga: ecco come immagino queste due opere. E una fuga è anche il mio libro: un tentativo di fuga del protagonista da se stesso e dal mondo che lo circonda, nel quale non si ritrova".

Paola, la musicologa tra i protagonisti del suo thriller, esprime un parere molto negativo sui media italiani, troppo spesso attenti unicamente al 'gossip' e alla cronaca nera: si sente di condividere questo pensiero?
"Chiaramente, molti dei pensieri espressi dai protagonisti del romanzo sono mie riflessioni. Sia Jole, sia soprattutto Paola esprimono pareri pesanti su molti mezzi di informazione italiani. Temo di dover condividere queste riflessioni: sono pochi gli esempi di giornalismo davvero autonomo (Indro Montanelli è stato secondo me un modello inimitabile). A volte, ho l'impressione che si voglia 'anestetizzare' il pubblico con notizie poco rilevanti (gossip e cronaca nera, appunto). Inoltre, c'è una scarsa propensione a separare nettamente (come avviene invece nei Paesi anglosassoni) le notizie dai commenti. Altro elemento problematico, per me, è l'eccessiva commistione tra i poteri, tipica del nostro sistema. I poteri esecutivo, legislativo e giudiziario, nonché il 'quarto' potere, il giornalismo, non sono sufficientemente separati, in Italia. Questo, temo, genera seri problemi dal punto di vista democratico".

Dalla lettura del testo emerge una visione alquanto negativa della musica contemporanea, in particolare della 'computer music': qual è la sua idea in merito?
"Sono molto affascinato da certe tendenze musicali, che prevedono anche l'impiego di strumenti elettronici. Questi ultimi non sono necessariamente da condannare, in quanto, per definizione, sono degli 'strumenti', i quali possono essere utilizzati bene o male. Esistono molti artisti che utilizzano l'elettronica in modo decisamente interessante, sia in ambito di musica 'colta' (da Karlheinz Stockhausen a John Cage, per citare solo due tra gli esponenti più importanti), sia in ambito più popolare (Brian Eno, David Sylvian, Goldie e molti altri). La mia critica all'utilizzo dell'elettronica si muove in realtà su due fronti: da un lato, non si può in nessun caso trascendere dalla musica acustica, poiché l'orecchio umano si deve abituare e deve nascere ascoltando la musica acustica. La ricchezza timbrica di quest'ultima non potrà mai essere replicata dalla musica elettronica, necessariamente più povera a livello timbrico e di armonici. Ascoltare quindi solo musica elettronica, che limita, secondo me, le capacità uditive dell'orecchio umano, perdendo la ricchezza sonora garantita dalla musica acustica. Quindi, va bene ascoltare la musica elettronica, ma avendo solide basi di ascolto della musica acustica. Dall'altro, la musica elettronica si è piegata, nella stragrande maggioranza dei casi, alle esigenze commerciali delle case discografiche, poiché hanno compreso quanto sia semplice utilizzare gli strumenti elettronici per produrre brani di facile ascolto e di grande successo. Denunciare e contrastare questo utilizzo improprio della musica elettronica è, oggi, essenziale".

Per lo stretto legame che lega l'assassino del suo libro alla musica, ci pare si possa scorgere un'eco, o forse un omaggio, al celebre 'Io uccido', di Giorgio Filetti: è così? E quali sono state le sue principali influenze letterarie?
"Se devo essere sincero, non ho mai letto 'Io uccido' di Faletti, anche se da tempo mi sono ripromesso di farlo: so che si tratta di un libro scritto molto bene. E credo si tratti di un tipo di scrittura molto 'americana', o 'cinematografica'. Probabilmente, abbiamo avuto influenze letterarie simili. Io sono sempre stato attratto, in particolare, dalla letteratura anglo-americana. Charles Dickens, Evelyn Waugh, Oscar Wilde, P. G. Wodehouse sono gli scrittori inglesi che mi hanno affascinato maggiormente. Per quanto riguarda, invece, gli scrittori nord-americani, non posso dimenticare Ernest Hemingway, ovviamente, ma anche Jack Kerouac e Chuck Palahniuk: mi è sempre piaciuto il loro modo di scrivere asciutto, sobrio, addirittura 'scarno', molto giornalistico. Con loro condivido l'odio nei confronti degli aggettivi e, senza dubbio, il mio modo di scrivere ne è rimasto fortemente influenzato".

Quali sono i suoi progetti futuri?
"I miei impegni familiari e lavorativi mi impediscono di dedicarmi al 100% all'attività di scrittura e all'ascolto della musica, che sono le due mie maggiori passioni. Vorrei trovare il tempo di scrivere un altro romanzo. E spero di riuscirci prossimamente. Ho già in mente un'idea, ancora 'in fieri', per un nuovo libro, che vorrei fosse molto diverso da 'Bluing'. Forse, l'unico punto di contatto sarà J. S. Bach. Per ora, m'interessa capire come sarà accolto 'Bluing' e sto cercando di fare tesoro anche delle critiche, per cercare di migliorare la mia scrittura".




Bluing - Lepisma Edizioni, Roma
Disponibile nei principali store on line e nelle librerie Arion
Prezzo: Euro 19,99


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