Vittorio CraxiLe spiegazioni che allontanano il sospetto che il sostegno alla lista Pd (con un riferimento al Pse) sia per il Psi l'anticamera di un assorbimento, di fatto non potevano né rasserenare, né convincere. E, infatti, non convincono. Il compito dei socialisti, tornati in parlamento dopo 5 anni, era quello di tentare di riorganizzare un'area politica di segno riformista più larga, di impronta laica e con un legame solido con la propria tradizione che fu certamente modernizzatrice, ma mai sprezzante e liquidatrice dei corpi democratici intermedi della società. Il ritorno nell'area di Governo, indubbiamente importante, non può essere un alibi per impedire ai socialisti italiani di ritornare a votare per la propria parte politica in elezioni così rappresentative per la nostra tradizione. Così non sarà. E questa scelta mette a rischio la stessa sopravvivenza organizzata dei socialisti in Italia. E' chiaro che la maggioranza uscita dal Congresso non era stata delegata a svolgere questo compito, bensì a rilanciare il Partito, impedendo che il nostro popolo, ovunque collocato, si limitasse a portare acqua al mulino dei tre populismi italiani. Il compito dei socialisti dovrà tornare a essere quello di riorganizzare la propria presenza autonoma nella società italiana, di sviluppare un’attenta analisi dei processi di involuzione democratica in atto nel nostro Paese, di approfondire una valutazione seria delle paure che il voto europeo rischia di accentuare per l'emergere di fattori politici destabilizzanti per l'Unione e la sua unità politica ed economica. E’ questo il ‘filo’ da cui sarà giusto ripartire per ragionare. Chi si riconosce in una posizione critica verso chi ha commesso l'errore capitale di togliere ai socialisti la possibilità di votarsi non deve assumere un atteggiamento rinunciatario e deve battersi per cambiare questo stato di cose, parimenti dovrà comunque votare la lista che i socialisti hanno deciso di sostenere affinché un socialista e non un conservatore guidi l'Europa nei prossimi anni. Dalla direzione del Partito democratico non sono arrivate indicazioni chiare e convincenti circa l’accordo elettorale e federativo col Psi, verso il quale è mancato quel segnale minimo di rispetto e di dignità nei confronti di una forza politica che pure ha contribuito all’affermazione del centrosinistra, che concorre al Governo del Paese e alle maggioranze di diverse Regioni. L’assenza di teste di liste socialiste, quella di nostri candidati nel grande bacino elettorale delle Isole, la mancanza di menzione della nostra partecipazione alle liste stesse e la non accettazione di una candidatura prestigiosa e significativa per la nostra storia come quella di Claudio Martelli, che si era reso disponibile, non rappresenta affatto un buon viatico. I socialisti sosterranno la lista che appoggia Schulz, ma penso che l’attuale Segreteria nazionale del Partito abbia gestito con leggerezza un passaggio politico che non vedrà partecipare, per la prima volta, i socialisti alle elezioni europee con il loro simbolo.




Responsabile politica estera del Partito socialista italiano
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