Ilaria CordìE’ stato presentato di recente il rapporto dell’Intergovernmental Panel Climate Change (IPCC), frutto del lavoro di cica 2500 esperti di ogni settore scientifico. Sebbene si tratti di un documento di sole 40 pagine dedicato alle ‘menti’ politiche, il vero rapporto completo potrà esser letto a partire da gennaio 2014, mese nel quale verranno documentate le stesse drammatiche notizie: stiamo distruggendo il nostro pianeta. I cambiamenti osservati dal 1950 mostrano, infatti, come con il passare degli anni gli oceani e l’atmosfera si stiano riscaldando sempre più, le precipitazioni nevose siano divenute rare, il livello dei mari abbia avuto una crescita spaventosa e i classici smog e il conseguente effetto serra abbiano aumentato, ancor di più, la loro concentrazione nell’etere. Sempre secondo il rapporto, dal 1880 al 2012 la temperatura media del globo terrestre è aumentata di circa 0.85 gradi Celsius: ciò in quanto le emissioni derivanti dalle attività umane, che prevedono l’utilizzo di combustibili fossili, implica un intensificazione dei principali gas serra, quali anidride carbonica, metano e ossido di azoto. Motivo crescente di tali fattori di rischio è anche un’elevata deforestazione, dato che abbattendo le fonti primarie di ossigeno si crea un dislivello con le emissioni velenose. Le prospettive per il prossimo futuro non sono rosee: si prevede che entro la fine di questo secolo la temperatura della crosta terrestre aumenterà di circa 1.5 gradi, causando lo scioglimento dei ghiacciai e il successivo innalzamento dei nostri mari. Come fare, quindi, per salvare la Terra? Lo abbiamo chiesto ad Angelo Bonelli, noto esponente politico italiano e attuale presidente della Federazione Verdi, che si è sempre battuto a fianco delle associazioni ambientaliste ed ecologiste per aiutare il nostro pianeta.
 
Presidente Bonelli, recentemente è stato reso noto il rapporto stilato dall’IPCC - Intergovermental Panel of Climate Change - secondo cui i prossimi 10 anni saranno fondamentali per salvare il nostro pianeta da un cataclisma climatico: ci può spiegare cosa potrebbe succedere alla Terra nel prossimo futuro e se l’intera comunità internazionale non collaborerà al miglioramento del clima?
“Quanto sta già accadendo al nostro pianeta è un processo di desertificazione che riguarda tutti quei climi i quali non prevedono temperature talmente elevate da far sciogliere ghiacci millenari. Tali cambiamenti climatici portano a un innalzamento marino che, oltre a impedire le emersioni di altre terre, modifica anche le precipitazioni sull’intero globo. Pensiamo solo ai mesi di settembre e di ottobre in Italia: siamo passati da un’estate torrida, per essere poi presi alla sprovvista da temperature quasi invernali, soggetti a vere e proprie ‘bombe d’acqua’. Tale ‘biodiversità’ porta alla scomparsa di numerose specie animali, che non trovandosi più un habitat e in un clima ideale, sono costretti a emigrare verso altri climi, i quali talvolta non sono favorevoli alla loro vita. Per esempio, Lord Nicholas Stern - economista e accademico inglese - sostiene che l’impatto ambientale climatico è causa di un cambiamento economico all’interno della società globale (http://news.bbc.co.uk/2/shared/bsp/hi/pdfs/30_10_06_exec_sum.pdf)”.

Secondo il rapporto, il prossimo decennio sarà caratterizzato da una temperatura che aumenterà sensibilmente e da un Mediterraneo che presenterà un livellamento pari a 24 centimetri superiore alla norma: in che modo la Federazione dei Verdi intende collaborare per la ‘guarigione’ del nostro patrimonio ambientale?
“La Federazione dei Verdi sta denunciando da anni l’emergenza dei cambiamenti climatici, cercando di portare l’intera società a basarsi sulle energie rinnovabili, allontanando l’idea di tutte quelle energie derivanti dai combustibili fossili. Inoltre, stiamo lottando anche per ridurre l’inquinamento del suono il quale, sebbene sottovalutato, anch’esso contribuisce a tutto ciò che sta accadendo al nostro pianeta. La causa risiede in una ‘miopia’ da parte di chi ci governa, poiché essi sono convinti che il continuo sviluppo, errato se vogliamo dire, può aiutare il nostro Paese a risollevarsi. Purtroppo, non vi è una coscienza ecologista, ma se vogliamo cambiare le cose bisogna compiere una scelta morale repentina, che modifichi lo stile di vita dei cittadini. Se i modelli sono quelli della classe politica, le cose non cambieranno così facilmente. Pensiamo solo all’abusivismo: sappiamo bene che ciò viene considerato ‘inquinamento ambientale’, ma purtroppo la quotidianità ci dimostra come le cose continuino ad andare sempre per il verso sbagliato”.

Qual è il vostro punto di vista nel merito delle politiche di risparmio ed efficienza energetica che l'Unione europea sta cercando di applicare per la riduzione delle percentuali di Co2 entro il 2020? Sono obiettivi realistici, in particolar modo per l'Italia?
“Gli obiettivi sono molto realistici. Porto in esempio la Germania, che ha già raggiunto livelli soddisfacenti in questo campo e, a breve, riuscirà anche a interrompere la sua dipendenza dal petrolio. In Italia, le cose sono ben diverse: gli elementi economici sono molto influenti per gli avvenimenti ambientali. Pensiamo che molte industrie italiane vanno avanti ancora con l’utilizzo del carbone. Sebbene ciò ci riporti con la mente a un’era ottocentesca, riflettiamo sul fatto che le cose non possono cambiare dall’oggi al domani se non cambia la mentalità del popolo italiano. Un esempio di ciò è il fatto che la Fiat, in Italia, ha una grandissima difficoltà a mettere in commercio l’auto elettrica, mentre invece negli altri Paesi europei tale auto ha già spopolato. Bisogna mettere in atto una ‘terza rivoluzione industriale’: basta sprecare il 70% del territorio italiano con dispersione di soldi e calore. In Europa vi è il boom della ‘casa-clima’, tanto per fare un altro esempio…”.

Il futuro sostenibile: quali sono le caratteristiche di un cambiamento che verta verso la sostenibilità delle risorse naturali? Cosa potrebbe consigliare alla persona comune per collaborare a questo progetto ecologico?
“In tutte le nostre attività proponiamo un consumo ecologico: ciò implica un concetto limite delle risorse. A mio riguardo, consiglierei un totale risparmio in tutte le nostre azioni giornaliere. Ma nei comuni, purtroppo, siamo vincolati da leggi ‘altissime’, che ci impediscono di agire nel nome del risparmio. Se un ruolo alto della politica mostrasse una riforma ambientale importante, sicuramente anche i comportamenti dell’uomo apporteranno modifiche notevoli. I cittadini sono vincolati al loro comune e allo sviluppo che esso presenta, perciò essi si comporteranno di conseguenza. Devo dire che ho molta fiducia nei giovani, perché solo loro potranno cambiare tutto questo”.

Un tema molto discusso, le risorse rinnovabili: vogliamo dire addio a carbone e petrolio per introdurre energia pulita. Secondo lei, l’Italia sarà in grado di evolversi verso un futuro cristallino esente da gas, effetto serra, smog e quant’altro derivi dalla produzione petrolifera?
“Deve avvenire, come dicevo prima, una rivoluzione industriale che, successivamente, porti a una fase di transizione o di riorganizzazione, abolendo tutte quelle centrali che utilizzano ancora il carbone per alimentarsi. L’Italia, negli ultimi anni, ha riportato un altissimo numero di morti a causa dello smog presente nell’aria. I più colpiti sono ovviamente i bambini e gli anziani. Un mio consiglio è quello di apportare dei cambiamenti iniziando dalla modifica completa del trasporto pubblico. Un buon trasporto cittadino organizzato implicherebbe il non utilizzo della macchina per ogni componente familiare, così da abbassare, lievemente, il livello di smog e di polveri sottili presenti nei nostri centri abitati”.

Non solo petrolio e carbone, ciò che ha molto preoccupato, ambientalisti e non, in questi anni è stata anche la questione della costruzione di nuove centrali nucleari. Cosa ne pensa al riguardo? Siamo proprio sicuri sia meglio abbandonare del tutto questa strada? Non è che tra qualche decennio l'Italia rischia di ritrovarsi indietro, poiché priva di quell'autonomia energetica che da sempre le serve?
“Noi abbiamo vinto il referendum sul nucleare presentando semplicemente dati sulla base di argomenti scientifici validi. Ovvero: la fonte principale dell’energia nucleare è l’uranio. Non bisogna compiere assolutamente l’errore di pensare che quest’ultimo sia illimitato. Anzi, è il contrario: anche l’uranio è un elemento che prima o poi finirà, come appunto il petrolio e tutte le altre risorse che si stanno estinguendo. La strada del futuro è la linea del risparmio e delle rinnovabili. Il sole è illimitato e l’energia solare è un’energia democratica, dato che appartiene a tutti e tutti la possono avere facilmente senza un dispendio di soldi. Ciò, in gergo, si può definire veramente ‘indipendenza energetica’…”.

L’Italia è in una situazione economica e politica, nazionale e internazionale, alquanto instabile. La crisi che ormai ci accompagna da tre anni ha colpito numerose risorse del territorio, dal settore primario al terziario: come intendete affrontare voi Verdi tali immani questioni? Come riuscire a garantire una stabilità economica per il lavoro che deriva dalla tutela del territorio?
“Noi ci siamo mobilitati presentando un piano ecologico chiamato ‘Lavori Verdi’, il quale vuole includere una forte convenzione sul piano ecologico e industriale. Bisogna coniugare ecologia ed economia non riproponendo sempre le solite ‘ricette’ economiche già fatte e già ‘smantellate’. Bisogna iniziare una riconversione ecologica che può e deve aiutare a cambiare le cose proponendo una riconversione industriale. Un esempio di ciò è la città di Bilbao: 20 anni fa essa era fortemente inquinata. Oggi, invece, sono riusciti nel loro processo di conversione: hanno ricostruito un’economia nuova senza, però, rinunciare a un’industria con processi di sostenibilità e pieno rispetto delle leggi ecologiche. Vi deve essere una modernizzazione che passi attraverso il completo rispetto delle leggi”.


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Ettore Rossi - Cremona (ITALIA) - Mail - mercoledi 30 ottobre 2013 16.17
Ottima intervista per i suoi contenuti. Di questo rapporto sui cambiamenti climatici si sta parlando molto poco e si sta leggendo ancora meno. Eccellente l'idea di trattare questa notizia distinguendovi dagli altri. Grazie!
Roberto - Roma - Mail - lunedi 28 ottobre 2013 7.11
Una buona intervista, anche se mi ha fatto salire il rammarico per una voce, quella ambientalista, di cui si sente pienamente la mancanza all'interno del Parlamento attuale. Qui da noi tutto funziona per "mode": c'è stato il momento dell'esplosione Verde alla fine degli anni Ottanta e poi tutto è rientrato senza prendere in considerazione gli obbiettivi che questa forza politica ha sempre proposto. Altre forze politiche ne hanno svuotato le idee probabilmente per essiccare le radici di questo movimento senza neanche realizzare veramente i loro programmi. Qui da noi tutto e passeggero, mentre le forze ambientaliste in altri paesi e nazioni hanno potuto e saputo sensibilizzare l'opinione pubblica e fare molti passi in avanti in campi come quello del risparmio e dell'efficienza energetica, oppure in quello delle fonti rinnovabili. Forse non ha torto il Direttore nell'articolo qui a fianco sull'indole di fondo degli italiani, che si innamorano delle cose con la stessa superficialità con cui le dimenticano...... Peccato: ho votato "verde" per tanti anni in gioventù e oggi non sono rappresentato da nessuna forza politica presente in Parlamento!!!!


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