Vittorio CraxiIl Governo ha ottenuto una solida base parlamentare, sufficiente per traguardare gli impegni internazionali previsti e sviluppare, in tempo utile, tutte le politiche necessarie per affrontare le emergenze sociali ed economiche: un ‘quadro’ che, sullo sfondo, resta instabile, ma che può consentire a forze politiche responsabili di sorreggere questo impegno con forza motivata e spirito di collaborazione. Il presidente Letta, nella sua replica alla Camera dei deputati, ha fatto riferimento, giustamente, al carattere “europeista” del nostro Paese, che non è scoperta odierna, ma il frutto di un’opera e di un’azione politica provenienti da lontano. Egli ha citato, come elementi fondativi di questo impegno per la costruzione europea, l’Atto unico del 1985 siglato a Milano e l’accordo di Maastricht, in cui l’Italia fu protagonista. Tuttavia, si è dimenticato di citare, nell’Aula parlamentare, i protagonisti politici di quelle vicende, che furono, segnatamente, due esponenti che reggevano, entrambi, un Governo di centro-sinistra composto da 5 Partiti: Bettino Craxi e Giulio Andreotti. Valeva la pena ricordarlo, poiché le scelte lungimiranti dell’epoca valgono oggi e varranno nel futuro, come ha giustamente sottolineato il presidente del Consiglio.


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