Massimo Filipponi"Che sensazione di leggera follia, questa sinistra oramai ne è in balìa..." (di Fassina-Battisti-Mogol). Non amiamo Grillo, o meglio il ‘grillismo’. Ma almeno su questo, il comico genovese ha ragione: la stampa si è trasformata in una sorta di ‘Fabrizio Corona’ della politica. Nei giorni scorsi, Stefano Fassina ha parlato, innanzi all'assemblea della Confcommercio, dell’esistenza di una "evasione di sopravvivenza". Apriti cielo! Giusta la levata popolare, ma sarebbe stato altrettanto giusto che affermazioni simili fossero accompagnate anche da "rivoluzionarie arringhe difensive" verso chi non ha né reddito, né alcun emolumento. Tempo fa, un eminente rappresentante della chiesa, ma anche il Papa stesso, nel corso di alcune loro omelie hanno asserito che, in caso di necessità, fame ed estrema povertà, il furto non può più considerarsi tale. Nessuno ha detto nulla, nessuno ha inveito, nessuno ha lanciato scomuniche o anatemi. In linea teorica, si potrebbe perfino comprendere tale estremistica filosofia, allorquando ci si ritrovi in condizioni sociali a loro volta estreme. Ma certamente, se Fassina e tutto il Pd, con la padronanza di linguaggio mediatico della sinistra italiana di un tempo, avessero saputo rispondere, avrebbero subito chiarito che "tale affermazione è da collocare in un contesto generale di grave disagio sociale, in cui la mancata redistribuzione del reddito, in tutti i settori, iniziando dalle fasce più disagiate come i disoccupati, i lavoratori che hanno perso il reddito e gli anziani la cui pensione non permette più di vivere anche solo per lo stretto necessario, potrebbe generare situazioni di esasperazione, che debbono essere risolte con emergenza immediata". Sarebbe stato bello se un esponente della sinistra avesse risposto così. Ma stiamo scherzando? La maggior parte della stampa, nei talk show e in altri ‘salotti’, ormai si diverte a ‘punzecchiare’, a creare gossip attraverso analogie e paragoni da far accapponare la pelle: "Fassina allora è in linea con Berlusconi quando alcuni anni fa disse che non pagare le tasse non sarebbe reato"? Per la cronaca, Berlusconi asseriva che non bisognasse versare i tributi perché il ricco doveva guadagnare di più e pagava "troppe tasse". Quindi, egli teorizzava un fine tipicamente classista, diametralmente opposto a quello di chi risulta completamente indigente. "Ma questa uscita di Fassina non potrebbe dare un’immagine di appiattimento e di accondiscendenza verso il Pdl, rafforzando altresì i ‘renziani’, che a questo punto avrebbero il via libera per diventare la corrente di maggioranza nel Partito"? Queste le grandi e ‘intelligenti’ questioni poste dai nostri organi di informazione. Ora, la stampa fa la stampa. Indecorosamente, ma la fa, divertendosi a interpretare il ruolo da ‘perfido Jago’ che tenta di provocare lo ‘strangolamento’ tra uno dei due ‘coniugi’. Ma il Pd? Qual è la sua strategia? Non è dato sapere. Certo, caro Fassina, se si giustifica l’evasione fiscale, anche velatamente e non in un contesto sociale, bensì di fronte a un’associazione di categoria, allora devi anche perdonare un rapinatore di banche, dato che non pagare le tasse significa appropriarsi di danaro che appartiene al popolo sovrano, privandolo dei servizi necessari a una comunità degna di questo nome quali scuole, sanità, servizi amministrativi, di difesa e infrastrutture pubbliche. Chi rapina una banca, invece, colpisce solamente un istituto privato. Quindi, se 20 disoccupati, un bel giorno, senza ferire nessuno e senz’armi, facessero irruzione in un istituto di credito e, forti solamente del loro numero, ne svuotassero le casse, allora si potrebbe anche essere solidali con loro, poiché si tratterebbe di un’appropriazione per la sopravvivenza. Addirittura, ‘benedetto’ dalla chiesa. Scusaci tanto, caro Fassina, ma noi rimaniamo alquanto perplessi…


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