Salvatore GrilloL’esigenza di incontrarsi, parlare di comuni esigenze, ritrovare in altri i propri timori, poter condividere un giudizio o magari scoprire una risposta ad un tuo dubbio: questa è l’esperienza di “Liberalismo popolare - Casa del Cittadino”, questi i motivi per i quali, alcuni mesi or sono, alcuni amici provenienti da esperienze politiche e culturali diverse, hanno costruito un “luogo” politico diverso da un partito, ma con tutte le ambizioni di uno strumento che vuole intervenire con forza nel dibattito in corso in Italia. Il successo straordinario dei primi mesi è testimoniato dalle centinaia di circoli nati in quasi tute le regioni, dalle adesioni crescenti anche tra i parlamentari, dal successo entusiasmante del primo convengo di Sant Vincent. Adesso vi è l’appuntamento di Taormina del 17, 18, 19 ottobre, nel quale approfondiremo tre temi di grande attualità: la crisi di democrazia nei partiti, il “pianeta” giustizia, il Mezzogiorno di fronte alla proposta di riforma costituzionale.

La grave crisi di democrazia interna ai partiti è un fatto incontestabile. Questa realtà ha sospeso di fatto la Costituzione nella parte in cui essa affida ai partiti il compito di essere la cinghia di trasmissione tra il cittadino e le istituzioni. Oggi, a maggior ragione con il sistema maggioritario, il cittadino iscritto ai partiti apprende dai giornali i nomi dei candidati ed il testo dei programmi. Infatti, ogni decisione è stata accentrata dai vertici dei partiti stessi, senza alcuna possibilità, per la “base”, di partecipare alle scelte. Uno schieramento democratico e liberale deve porsi questo problema per suggerire le possibili soluzioni, al fine di superare la degenerazione in atto, degenerazione che era stata prevista già nel dibattito alla Costituente da Calamandrei, che successivamente venne agitata da Sturzo, e che oggi viene affrontata nel dibattito scientifico dai sostenitori della legalizzazione dei partiti e da chi chiede la istituzionalizzazione delle “primarie”.

Altro tema che affronteremo sarà quello del funzionamento della giustizia e della forte tensione che si sta sempre più determinando attorno a questa istituzione, la quale riveste, peraltro, un ruolo strategico per la difesa dello stato di diritto. La necessità di una riflessione su questo “pianeta”, il quale appare sempre più chiuso in logiche di difesa corporativa di ruoli e funzioni, sembra essere un’emergenza nazionale, tenuto conto anche del fatto che movimenti di tipo “komeinistico” oggi si agitano e “girotondano” spingendo alla radicalizzazione di difese aprioristiche dei privilegi consolidati della categoria dei magistrati, minando alla base il principio della centralità del parlamento e, quindi, del potere sovrano dei cittadini, a favore di poteri divenuti senza controllo e senza verifiche, con grave pericolo per la libertà e per la corretta funzionalità di questo delicato settore.

Inoltre, a Taormina parleremo della riforma federalista dello Stato, delle sue ripercussioni anche rispetto alla specialità di alcuni statuti, come quello della regione siciliana, delle ripercussioni che questa modifica potrà avere nel Mezzogiorno, delle necessità o meno di inserire nella riforma norme che consentano alle varie regioni di articolare in maniere realistica il peso fiscale e quello previdenziale, consentendo una diversa articolazione delle regole per le attività economiche, se queste vengono svolte in aree dove il costo della vita ed il supporto logistico si presentano inferiori. Rendendo possibile la differenziazione dei contratti di lavoro e del carico fiscale tra le varie aree del Paese, si potrebbe lentamente equilibrare una differenza che oggi è tale da fare apparire nord e sud come due Paesi diversi.

Una autonomia legislativa piena, alle varie regioni, favorirebbe fortemente gli investimenti nazionali ed esteri nel Mezzogiorno, bloccando l’emigrazione dei capitali ad est d’Europa.
Solo una riforma costituzionale, attribuendo poteri in tali materia alle regioni, potrebbe consentire all’Italia di applicare regimi fiscali e previdenziali differenziati, superando i vincoli europei. L’Europa comunitaria non potrebbe non prendere atto della diversa articolazione istituzionale di poteri dello Stato italiano. Inizia con Taormina, quindi, una fase nuova per la Casa del Cittadino, un momento di grande confronto e, mi auguro, di formulazione di proposte al servizio dell’azione dei parlamentari nelle istituzioni e nella società.
Speriamo di dire, parafrasando altri autori, qualcosa di “democratico e liberale”.



Coordinatore Nazionale dei "Circoli Spadolini e Responsabile per il Mezzogiorno de "La Casa del Cittadino"
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