Cristiana ZarneriL’adozione è un tema a noi molto caro, che riguarda la sacralità della famiglia, l’amore, quello con la A maiuscola nei confronti dei figli. E sì: i bambini adottati sono figli né più, né meno di quelli naturali. Non esistono discriminanti quando si parla di bambini. Ecco perché gioca un ruolo fondamentale la parte pre-burocratica dell’adozione, ovvero quella prettamente umana e preparatoria all’accoglimento di un nuovo membro all’interno della propria famiglia. Analizziamo dunque le possibili problematiche che l’adozione potrebbe portare nella famiglia stessa: il rischio giuridico (maggiore nelle adozioni nazionali); le ferite provocate dall’abbandono, inevitabili nel bambino; il rischio sanitario; le difficoltà scolastiche e di apprendimento; la ricerca delle proprie origini (maggiore nelle adozioni nazionali). Queste sono le basi di quella cultura dell’adozione che ogni coppia deve mettere in conto prima di procedere all’iter burocratico da affrontare. Presso quasi tutti gli sportelli ASL è attivo un centro adozioni, dove è possibile affrontare queste tematiche con psicologi e assistenti sociali. Poi esistono anche associazioni tipo LE ALI, LE RADICI e molte altre, le quali forniscono un supporto psicologico e l’assistenza nelle carte da compilare e nei passi da svolgere. E’ bene presentare la domanda sia per l’adozione nazionale, sia per quella internazionale, onde avere maggiori e più veloci possibilità. Vediamole un attimo nello specifico, sia l’una, sia l’altra.

L’ADOZIONE NAZIONALE
L'adozione nazionale è quella di un bambino figlio di italiani e/o stranieri all'interno del contesto giuridico dello Stato italiano. Sono figli di madre che non vuole essere riconosciuta o tolti dalla custodia delle famiglie naturali per le più svariate motivazioni. Quando il Tribunale dei minori valuta che le difficoltà della famiglia di origine sono permanenti, decide di emettere un “Decreto di adottabilità” e di attivare i colloqui con le famiglie che hanno dato disponibilità per l’adozione. Per l'adozione nazionale i tempi necessari al fine di adottare sono piuttosto brevi: generalmente intorno ai 12-14 mesi dal momento della deposizione della domanda. Il numero di bambini adottabili è però molto più basso che all’estero, per cui le possibilità risultano minori. Inoltre, l'adozione nazionale deve fare sempre i conti con il 'rischio giuridico': la possibilità che il bambino debba ritornare alla famiglia di origine (oppure ai parenti sino al 4° grado) durante il periodo di collocamento provvisorio.

L’ADOZIONE INTERNAZIONALE
L'adozione internazionale è invece quella di un bambino straniero fatta nel suo Paese, davanti alle autorità e alle leggi che vi operano. L'adozione di un bambino straniero è il percorso più lungo e complesso: per l'adozione internazionale, i tempi necessari al fine di adottare sono generalmente lunghi, anche sino a 3 anni dal momento della deposizione della domanda, ma il numero dei bambini è di gran lunga maggiore rispetto al nostro Paese. Il bambino straniero che entra in Italia non è sottoposto a rischio giuridico, ma è più esposto a rischi di tipo sanitario. Auspichiamo uno snellimento dei tempi di attesa e vogliamo ricordare che le due strade percorribili debbono essere entrambe prese in considerazione. In caso contrario, ciò vorrebbe poter dire che la coppia deve mettersi in discussione, poiché non esiste una discriminante nei bambini.


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