Giorgio PrinziIl Comitato italiano per il rilancio del nucleare (Cirn) invita il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, a leggere gli abrogati comma 1 ed 8 dell’articolo 5 del Decreto-legge 31 marzo 2011 n. 34, convertito dalla Camera il 25 maggio 2011, che rispettivamente sancivano (comma 1) l’avvio della moratoria sul nucleare con lo stabilire che “... non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare”; (comma 8) l’obbligo di riesaminare entro un anno la questione, seguendo una farraginosa prassi di concertazione. Con l’abrogazione del comma 1 gli italiani hanno cancellato la moratoria, cioè il “non si procede”; con l’abrogazione del comma 8 l’obbligo, ma non la facoltà, di riesaminare entro un anno la questione, liberando altresì il Governo dal seguire una prassi irta di incognite e di ostacoli. Certo, la situazione non si è ancora decantata, ma appare evidente che bisogna da subito rimuovere dalle oscurantiste menti ‘ecotalebane’ ingiustificati convincimenti. Bene hanno fatto l’Amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, e il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a riparlare dell’opzione scatenando la suscettibilità di Angelo Bonelli, al quale il Cirn consiglia vivamente di andare a leggere i testi dei comma abrogati e farsene una ragione. Sotto il profilo giuridico, gli italiani il 12 e 13 giugno hanno infatti cancellato la moratoria e resa più spedita la decisione sulla inevitabile ripartenza. Saggiamente e con grande senso di responsabilità il Governo aveva deciso di lasciar decantare la questione, cancellando di sua iniziativa le norme che avrebbero dovute venire sottoposte a referendum abrogativo. Gli antinucleari hanno gridato alla “presa per i fondelli” e hanno preteso di votare lo stesso e comunque, non importa su cosa, nell’illusione di poter “cancellare” Berlusconi, che al contrario si è nuovamente preso beffa di loro. Ancora una volta, la risposta istituzionale è stata ispirata a saggezza e senso di responsabilità. Si sono lasciati sfogare i più esagitati istinti ‘berluscabrogazionisti’ facendo contenti e ‘gabbati’ quanti pensavano che un segno su un quesito di cui ignoravano le reali implicazioni fosse sufficiente a cancellare il nucleare e a “relegare in soffitta” Silvio Berlusconi e quello che rappresenta la sua presenza sulla scena politica nazionale. Altro che “presa per i fondelli”: la Corte di Cassazione è andata molto, ma molto più in profondità, e, soprattutto, cogliendo perfettamente nel segno.




Segretario nazionale del Comitato italiano per il rilancio del nucleare (Cirn)
Lascia il tuo commento

Nessun commento presente in archivio