Giuseppe OrsiniLo scorso 26 novembre 2010, con 70 anni di ritardo, la  Duma di Stato (la Camera bassa dell’Assemblea federale russa) ha approvato una storica dichiarazione: la strage dei 22 mila ufficiali polacchi avvenuta a Katyn fu ordinata da Iosif Vissarionovi? Džugašvili, alias Stalin. L’ordine divenne esecutivo con il documento del 5 marzo 1940, firmato dall’allora capo della Nkvd (diventato in seguito Kgb), Lavrentij Pavlovic Berija, che Stalin definiva “il nostro Himmler”. La strage di Katyn fu addebitata per decenni ai nazisti. L’ammissione ufficiale delle responsabilità del regime comunista da parte della Duma è un passo decisivo per fare i conti con il passato e chiudere una delle pagine più dolorose del ‘900. La Duma ha infatti approvato un documento – intitolato “La tragedia di Katyn e le sue vittime” - con 352 voti a favore. Hanno votato contro solo i 57 deputati comunisti. Il documento dice, tra l’altro: “Tutti i documenti pubblicati, che per molti anni sono rimasti negli archivi segreti, non solo rivelano questa orribile tragedia, ma testimoniano che il massacro di Katyn è stato compiuto su ordine diretto di Stalin e di altri dirigenti sovietici. Nella propaganda ufficiale sovietica la responsabilità per questo crimine è sempre stata attribuita ai delinquenti nazisti. Questa versione per molti anni è rimasta tema di discussione della società sovietica provocando la rabbia, l’offesa e la sfiducia del popolo polacco. Il Parlamento – conclude la relazione - esprime la sua profonda compassione a tutte le vittime di questa repressione ingiustificata e ai loro familiari”. Per completezza di informazione, aggiungiamo che i deputati comunisti russi affermano che la relazione approvata “costituisce una falsificazione degli eventi storici e una revisione delle conclusioni di Norimberga”. Insomma, Stalin e Berija non c’entrano, secondo loro, malgrado le firme sui documenti. La II guerra mondiale iniziò con l’applicazione di alcune clausole segrete del ‘patto’ sottoscritto a Mosca il 23 agosto 1939 dai ministri degli Esteri Vja?eslav Molotov (Urss) e Joachim von Ribbentrop (Germania), alla presenza di Iosif Stalin. Le conseguenze dirette di quel patto tra comunismo e nazismo (mai abbastanza ricordato) furono: l’invasione della Polonia (il 1° settembre 1939 da parte della Germania e 17 settembre da parte dell’Urss), il massacro di Katyn (aprile/maggio 1940) e tutti gli altri tragici fatti dal ‘39 al ‘45. Alla strage di Katyn sfuggì, insieme a pochi ufficiali e a qualche centinaio di militari suoi cannazionali, il Generale polacco Wladislaw Anders (1892/1970). Il 2° Corpo d’Armata polacco, comandato da Anders, affiancò gli alleati nella liberazione dell’Italia dalle truppe naziste. I soldati polacchi si distinsero soprattutto nelle zone di Cassino, Ancona, Predappio e Bologna. Il loro impegno e il loro sacrificio (circa 4 mila morti in Italia, di cui 1432 sepolti in uno dei quattro cimiteri militari polacchi, quello di Bologna) è ancora oggi ignorato o, quantomeno, sottovalutato dagli storici italiani. Motivo? I soldati polacchi erano malvisti dai partigiani italiani comunisti perché, informati della strage di Katyn e sopravvissuti ai gulag, raccontavano la verità sul paradiso dell’Urss che si voleva importare anche in Italia. Per decenni, l’Urss ha accusato i nazisti di aver commesso il massacro. Soltanto nel 1990, Mikhail Gorbaciov ammise la responsabilità del suo Paese. L’ ammissione ufficiale della responsabilità russa da parte della Duma è un enorme passo avanti,  anche se i fatti erano noti da tempo. Spiace che la responsabilità russa della strage di Katyn, trapelata già negli anni ’40 e conosciuta dagli alleati americani e inglesi e da dirigenti comunisti italiani dell’epoca (Palmiro Togliatti e non solo lui) sia stata ignorata per decenni. Gli alleati americani e inglesi finsero di non sapere per non urtare il loro partner russo nella guerra contro Adolf Hitler. Togliatti e i suoi tacquero per ordine diretto di Stalin e di Berija e per sfuggire alle famose ‘purghe’ staliniane. La prova che i dirigenti del Pci conoscevano per filo e per segno la verità sui fatti di Katyn è dimostrato dal trattamento riservato al professore e scienziato napoletano Vincenzo Mario Palmieri, autorevole membro della Commissione medica su Katyn. La Commissione certificò chi fossero i veri carnefici di Katyn. Ma nel primo dopoguerra Stalin e Berija erano i punti di riferimento del comunismo italiano e la menzogna prese il posto della verità, poiché dal Cremlino partì l’ordine di far tacere Palmieri. I dirigenti del Pci partenopeo perciò demonizzarono il docente di medicina legale all'Università di Napoli. Chissà se il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rammenta quella virulenta campagna contro Palmieri: in caso affermativo, potremmo aggiungere particolari sconosciuti su quella terribile infamia commessa dal Pci. Vincenzo Mario Palmieri non poté più insegnare all’Università di Napoli: venne insultato, contestato, minacciato, accusato di connivenza col nazifascismo. Palmieri, che aveva moglie e figli, scelse la vita e, spaventato, seppellì la relazione finale della Commissione Naville, contenuta dentro una scatola di scarpe e seppellita in un terreno di sua proprietà presso Cassino, proprio là dove 1500 soldati polacchi di Anders erano morti per liberare dai tedeschi l’ingrata Italia, disinformata dai comunisti. Per approfondire questo triste capitolo di storia, invitiamo a visitare il sito www.movimentoelia.org in “DOCUMENTI” - KATYN - Un massacro . . . raggelante. Il sito contiene vari articoli sull’argomento e su “KATYN”, il celebre film (tanto storicamente preciso quanto boicottato) dell’anziano regista polacco Andrzej Wajda, che a Katyn perse il padre Jakub, ufficiale della cavalleria polacca.


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tommaso - Roma - Mail - domenica 10 febbraio 2013 18.4
Credo che il Sig.Giorgio abbia dimenticato quello che le "Truppe" TITINE fecero prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale. Fatti che di certo non bisogna esserne fieri. Io credo che in virtù di quanto e successo bisogna dire basta ad ogni forma di violenza pensando che se ci sono ancora persone così egoiste "Ideologicamente", non si và da nessuna parte.
Giuseppe Orsini - Ostia Lido - Mail Web Site - mercoledi 8 dicembre 2010 23.10
Signor Giorgio,
ringrazio per la segnalazione.
Ignoro quanto fatto nei confronti degli Sloveni. Può diene di più o segnalare dove trovare le informazioni relative?
Grazie - Giuseppe Orsini
Giorgio - Milano - Mail - mercoledi 1 dicembre 2010 21.30
Tutto giusto.
Mi domando anche: a quando una storica dichiarazione del Parlamento Italiano che riconosca la responsabilità dell'esercito italiano per il massacro (negli anni 1941 e 1942) di circa 15000 civili e militari sloveni nei campi di concentramento istituiti in quelle zone dagli invasori italiani (come quello di Arbe, paragonato a Mathausen) e dle quale ben pochi connazionali sono a conoscenza (in particolare nelle scuole)? E chieda scusa a quelle popolazioni invece di voler passare per "Italiani brava gente"?


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